Il mondo di Zivieri sorprende ancora una volta tutti quanti e volta pagina: dopo 13 anni la manifestazione di punta promossa dalla celebre macelleria, sinonimo di qualità e di ricerca e fornitrice di alcuni tra i grandi della ristorazione, cambia pelle, e da Chef… al Massimo diventa Zivieri… al Massimo.
Zivieri… al Massimo: l’evoluzione di un successo
Un’evoluzione quasi naturale per una kermesse che nel lontano 2009, quando celebrò la sua prima edizione, era stata concepita come un appuntamento per condividere, con tutte le persone affettuosamente legate alla famiglia, un momento nel corso del quale ricordare, con il sorriso, Massimo, il figlio, il fratello, l’amico, il sognatore, il precursore che aveva tracciato il sentiero di vita e professionale poi proseguito e sviluppato fino ai giorni nostri dal resto del clan Zivieri.
Il nome Zivieri sinonimo di qualità e selezione
Di acqua (e non solo) ne è passata sotto i ponti da allora: il COVID si è portato via mamma Adua e papà Graziano, l’azienda dalla storica sede di Monzuno ha traslocato fra la macelleria e il salumificio di Zola Predosa e la splendida fattoria-agriturismo issata sui colli di Sasso Marconi, ma la filosofia incentrata sull’eccellenza è rimasta sempre la stessa.
Inizia una nuova tradizione
E il ricordo di Massimo, nel tempo, è diventato la linea guida dell’intero mondo Zivieri, da qui l’idea di dare il vita, con Zivieri… al Massimo, a una nuova tradizione da portare avanti.
Appuntamento in Fattoria
L’appuntamento è per domenica 3 settembre 2023 nella splendida cornice della Fattoria Zivieri, uno dei più importanti sogni realizzati in questi anni.
Undici chef per 500 fortunati
La giornata inizierà verso mezzogiorno e vedrà dietro ai fornelli undici chef che cucineranno per 500 fortunati altrettanti piatti in grado di esaltare al meglio le caratteristiche delle carni e dei salumi della filiera Zivieri: sarà l’occasione per sperimentare una cucina che punta sulla qualità e sull’importanza della passione in tutto ciò che si decide di fare. Ogni piatto racconterà lo stile di vita, la filosofia che la famiglia ha definitivamente sposato con la creazione della Fattoria.
Cinque menu e cinque location dove goderli
La scelta verterà su cinque menu che questa volta saranno radicalmente diversi – per composizione e prezzo – l’uno dall’altro. Cinque saranno anche le aree – il Teatro, la Cantina, la Pergola, la Terrazza, il Portico – che faranno da cornice al momento conviviale del pranzo allestito in cinque zone suggestive della Fattoria con la dinamica del “ritiro itinerante” dei propri piatti, per mantenere inalterato lo spirito di condivisione e coinvolgimento che ha sempre caratterizzato la giornata.
I menu nel dettaglio
Ecco il dettaglio. Menu verde: tris di tigelle con mortadella Filiera Zivier e Squacquerone del Caseificio Valsamoggia, roast beef Zivieri, cipolla agrodolce e maionese all’aceto balsamico, ragù bianco, crema di peperoni e cremoso al Parmigiano (Edoardo Grassi, Madia Cucina e Natura, Valsamoggia), costata Selezione Zivieri da 700 grammi frollata 90 giorni con salsa chimichurri e albicocche alla brace (Massimiliano Poggi, Massimiliano Poggi Cucina, Trebbo di Reno). Vini: Villa Zappi Rosé di Tenuta Casali, Merlot “Affederico” Riserva 2019 di Fattorie Vallona.
Menu bordeaux: ciabattina con prosciutto crudo di Mora Romagnola stagionato 48 mesi, composta di fichi di Fattoria e Pecorino anaerobico-laziale di Ego Fattorie Sabine (Riccardo Cecchetti, Roscioli, Roma), fiorentina Selezione Zivieri con tartufo nero estivo e coccio di porcini (Fattoria Zivieri, Sasso Marconi). Vini: metodo classico Alto Adige di Haderburg (2 calici), “Thea” di Tre Monti (2 calici).
Menu blu: animelle di vitello laccate al kefir e liquirizia (Riccardo Forapani, Ristorante Cavallino, Maranello), doppio hamburger amatriciano con guanciale, fonduta di Pecorino, salsa amatriciana e pepe nero (Fabio Fiore, Quanto Basta, Bologna). Vini: Lambrusco di Fattoria Moretto, Sangiovese DOC “Vigna Palazzina” di Tenuta Casali.
Menu giallo: schiacciata livornese con arista di tonno, lardo di Mora Romagnola, verdure croccanti e maionese alla senape (Isabella Lazzerini Denchi, Lo Scoglietto, Rosignano Marittimo), cotoletta “sbagliata” di collina (Alberto Bettini, Trattoria da Amerigo, Valsamoggia). Vini: Champagne fornito da Le Bollicine, “Benessum” di Gaggioli.
Menu bianco: pizza fritta con pomodoro e salsiccia di Mora Romagnola (Matteo Aloe, Berberè, Bologna), braciola di pollo ruspante al BBQ con salmoriglio, aceto alla senape, insalatina di rapette marinate e limone fermentato (A. Serra, G. Elmi e G. Cavalli, Caminetto d’Oro, Bologna), patata gratinata con salsiccia di Mora Romagnola, cipolla di Tropea candita e basilico su crema di Castelmagno d’alpeggio (Massimo Bena, Trattoria da Massimino, Pianoro). Vini: Oro di Diamanti, Manaresi e Palazzona di Maggio.
Per tutti i menu il dolce sarà curato da Francesco Manograsso e Caterina Malaguti de Il Grifone a Palazzo di Varignana (Castel San Pietro Terme).
Quanto costa e come partecipare
Il costo di ciascun menu è di 40 euro per quello blu, 45 euro per quello bianco, 50 euro per quello giallo, 55 euro per quello verde e 130 euro per quello bordeaux. La prenotazione è obbligatoria, con pagamento anticipato secondo le istruzioni del sito Internet della manifestazione, specificando il numero dei partecipanti, i menu scelti e la loro quantità.