Produttori e prodotti di Terre Alfieri sulla scena, per sei mesi. È il risultato di “Terre Alfieri in Paniere”, progetto di marketing territoriale, promosso dall’Enoteca Regionale Colline Alfieri con la finalità di promuovere e valorizzare la ricchezza e la tipicità di questo straordinario territorio, dove la produzione vinicola raggiunge livelli molto alti.
Il Terre Alfieri Arneis Docg, il Nebbiolo Docg, la Barbera d’Asti Docg, il Cisterna d’Asti Doc, tanto per citare i vini di punta di queste meravigliose colline, ancora poco esplorate, permettono di scoprire produzioni gastronomiche tipiche che qui conservano ancora la caratteristica, quasi dispersa, di agricoltura familiare.
Piccoli produttori, agricoltori locali che portano avanti con entusiasmo e grande passione il lavoro e la fatica dei loro padri, dei nonni. Un parterre di produttori giovani, animati da idee innovative e supportati da prodotti ancora autentici.
Giunti alla fine di questa bella storia, è doveroso ascoltare alcuni protagonisti che si sono battuti per la buona riuscita del progetto: sicuramente un grande applauso ai produttori (tutti) che ad ogni incontro sono stati numerosi e molto motivati. Ma un “bravissimo” lo merita sicuramente Luigi Franco, presidente dell’Enoteca Regionale Colline Alfieri che si è prodigato dal primo all’all’ultimo incontro al Castello di Cisterna d’Asti. Ha dato cuore e passione e un senso di attaccamento fuori dal comune.
Un altro applauso va ad Ilenia Colucci, amministratrice e titolare di LoveLanghe Tour, tour operator di Langa, leader in turismo di incoming in Piemonte. Moderatrice e animatrice dei talk show che si sono succeduti nel corso del progetto, Ilenia ha dato un apporto operativo oltre che una spinta emozionale a tutti gli operatori.
LUIGI FRANCO, IDEATORE DEL PROGETTO
Alla fine di questo percorso di seminari “Terre Alfieri in Paniere”, avviato nel 2023, cosa è rimasto nella testa e nel cuore del presidente, ideatore e organizzatore del progetto?
L’idea che mi sono fatta è che quello che abbiamo realizzato possa essere un punto di partenza per un grande futuro. Penso che sia servito ad accrescere la consapevolezza di tutti gli attori coinvolti, se non a far nascere un senso di orgoglio tra i produttori, con la convinzione che ci sono delle potenzialità da potere esprimere per questo territorio, tra Langhe, Roero e Monferrato, su cui investire nel prossimo futuro.
Ho visto che si è registrata un’ottima partecipazione delle realtà aziendali locali coinvolte nel progetto
Di sicuro. Sono molto contento e orgoglioso di ciò, ma ci vuole la partecipazione di tutti, condivisione di idee e progettuale. Condivisione che deve avvenire sul Marchio “Terre Alfieri”, sui prodotti che coltiviamo, sulle tipicità di quest’area. Ho visto intuito, determinazione, ottimismo, entusiasmo tra i produttori. Occorre smuovere le coscienze e credere che insieme si possono raggiungere grandi obiettivi.
Quale è stato il ruolo dell’Enoteca in questo progetto
Volevamo essere i promotori, fungere da stimolo, da forza aggregante per tutti, in quanto ha delle specificità e qualche unicità da promuovere. Necessita, quindi, un’azione di marketing, di comunicazione. Occorre intraprendere relazioni col resto del Piemonte, dell’Italia se non del Mondo.
Presidente, quale è stata la sua percezione nell’osservare i produttori coinvolti nell’evoluzione di questo importante progetto
Devo elogiare la dedizione, la volontà di ciascuno. Hanno messo su tutto cuore e anima, si sono esposti in prima persona perché credono nelle linee guida di “Terre Alfieri in Paniere”. Qualcuno, dall’esterno, ci sta guardando per rendersi conto bene di cosa si tratta, forse non ha compreso appieno il significato e l’importanza del progetto. Spero che in futuro, se “Terre Alfieri in Paniere” verrà rifinanziato dalla Regione Piemonte, possano essere dei nostri.
Quindi, l’obiettivo primario è allargare il numero dei partecipanti
Certamente, si deve andare avanti tutti insieme, uniti, dobbiamo formare una squadra compatta, coesa, con gli stessi obiettivi, per guardare lontano… altrimenti non si va da nessuna parte!.
La chiacchierata col presidente mi allarga il cuore e la mente; nelle sue parole l’attaccamento verso queste terre, l’impegno e la voglia di portare avanti questa bellissima storia. Ci crede e gli auguriamo buona fortuna.
Ora tocca a Ilenia Colucci, voglio ascoltare le sue impressioni, valutare lo stato dell’arte.
ILENIA COLUCCI, AMMINISTRATRICE DI LOVELANGHE TOUR
Parliamo di “Terre Alfieri in Paniere”, progetto strategico per questo territorio: l’idea, il percorso, il futuro
Innanzitutto mi piace soffermarmi sul termine “Paniere”: per noi rappresenta il contenitore, il cestino delle cose buone che si raccolgono in campagna, evocando, così, autenticità, semplicità di un raccolto di delizie che questa zona riesce ancora a produrre. Quale cosa migliore, ancora emozionante, di una passeggiata al mercato con un cesto e riempirlo di prodotti della terra, naturali e saporiti. Il cesto evoca tempi passati, che ancora questo fazzoletto di terra riesce ad offrire. Avevo fatto subito i complimenti al presidente dell’Enoteca per avere scelto questo nome per il progetto, una scelta azzeccatissima, un po’ tra sogno e realtà.
Com’è stato l’approccio con i produttori
Molto bello, naturale. Qui, i produttori sono ancora il frutto delle fatiche dei nonni, è gente semplice, sono molto giovani, a volte alle prime esperienze produttive. Quello che ti colpisce è l’estrema schiettezza, il modo di interagire… sono gli interrogativi che si pongono e che ti pongono. Il punto di partenza è stato ‘educarli alla presa di coscienza’: come colorare un foglio, però i colori in mano li hanno loro; noi li aiutiamo a partire e a completare l’opera. Magari, qualche matita colorata la possedevano già, ma la tenevano un po’ nascosta. La cosa bella è stata che tutti si sono fatti guidare; non abbiamo lavorato per loro ma con loro. Desidero sottolineare la grande capacità di ascolto di questa gente, una prerogativa che è giovata molto al progetto.
Come spieghi, Ilenia, l’enorme partecipazione agli otto seminari. Che significato dai
Questo è un territorio che vive nella sua particolare normalità, ma è capace di suscitare curiosità. I primi a volere partecipare al progetto di promozione sono stati i veri protagonisti del territorio, partendo dal concetto del “non so”, “partecipo” e divento io primo elemento della proposta turistica, di promozione, primo tassello nella costruzione di un futuro aperto al mondo.
Quale è, in questo momento il ruolo di LoveLanghe Tour?
È quello di fornire strumenti per promuovere l’autenticità, la bellezza di questi luoghi e di queste realtà. Noi apriamo il sipario, esiste il copione, ma gli attori devono essere loro, ciascuno deve sapere recitare la propria parte, noi siamo la regia
Ora parliamo di futuro. Cosa manca qui per emergere definitivamente, per affermarsi in modo definitivo
Fermo restando che ho trovato persone con tante belle idee da realizzare, quello che mi sento di dire è che mancano di un costante appoggio, di un punto di riferimento che possa veicolare meglio queste idee. Penso all’Ente pubblico o all’Ente privato se non alla stessa Enoteca che ha dimostrato di potere essere un bel riferimento per tutti. In questi mesi sono nate sinergie, nuovi accordi, conoscenze, si sono poste le basi per creare una rete di prodotti, il famoso paniere.
Con quale stato d’animo chiudi questo bel progetto?
Mi sento contenta e sono soddisfatta. Mi aspettavo di meno, forse, sono piacevolmente stupita per avere condiviso idee, propositi, momenti particolarmente interessanti con persone splendide, con tante belle intenzioni… e sono sicura che in quel paniere ci siano anche la loro grande intelligenza e il loro amore per questa terra.
Ilenia, emozionata e felice. Brava anche tu!.
La serata conclusiva si è svolta nella cornice favolosa del Museo di Arti e Mestieri di un tempo, all’interno del suggestivo Castello di Cisterna d’Asti.
PAROLA AI PRODUTTORI
LUISA VERGNANO dell’azienda agricola, agrituristica “Il Buon Seme” di San Damiano d’Asti, in B.ta San Grato (Asti): “Nei 40 ettari di terreno posseduti coltiviamo cereali, con una buona percentuale di grani antichi come Senatore Cappelli o farro, e poi grano tenero, mais. Maciniamo direttamente il grano nel Mulino di San Martino Alfieri, filiera cortissima. Produciamo in loco e abbiamo un punto vendita a San Damiano, in borgata San Grato. Vendiamo la farina ad una Cooperativa della zona con cui abbiamo iniziato una collaborazione, che lavora la farina e produce pane, grissini, prodotti da forno e di pasticceria. Parlando di “Terre Alfieri in Paniere”, posso dire che conoscevo i produttori coinvolti nel progetto e altri ancora. Mi sento di affermare che la qualità dei prodotti del territorio è molto alta, qui c’è impegno, sensibilità, correttezza, voglia di riuscire. La cosa su cui bisogna lavorare, secondo me, è diffondere queste risorse, sapersi promuovere sui mercati, fare sistema; molte volte non ci si conosce tra di noi. Per attirare turismo dobbiamo essere squadra.
CESARE CARLEVERO, titolare dell’azienda agricola Ponte Ballerine di San Damiano d’Asti: “Produciamo in prevalenza miele e prodotti dell’alveare, ma anche vino e una piccola quantità di olio da olive taggiasche, nell’entroterra di Sanremo. Giudico “Terre Alfieri in Paniere” un’interessante, ottima opportunità per farci conoscere e per portare all’attenzione di tutti i prodotti del Paniere. È importante portare alla ribalta il nostro territorio e i suoi prodotti di qualità che sono tanti e tutti da portare in tavola, per la loro freschezza, autenticità, bontà. Desidero sottolineare, però, in questa occasione, che ci sia una maggiore cura, una attenzione e una sensibilità nei riguardi di queste terre più focalizzata. Mi riferisco alla segnaletica stradale non sempre efficiente, alla viabilità, allo stato delle strade non solo provinciali, anche interpoderali, alla pulizia dei luoghi di passaggio. E poi, una pulizia radicale di alcuni siti dove, ahimè, vengono abbandonati rifiuti, danneggiando non poco la dolcezza di queste colline. Bisogna fare emergere la bellezza dei luoghi, per favorire l’accoglienza turistica.
LUCIA CANTA, dell’azienda agricola omonima e presidente dell’Associazione Tutela del Cappone di San Damiano d’Asti: “A proposito di Cappone sandamianese, è da una vita che mi dedico all’allevamento di questi animali. Per questo, ci vuole passione, tanta voglia e un legame stretto e affettivo molto grande con questo territorio. Oggi è diventato tutto più complicato, la produzione è sempre più difficoltosa per i maggiori costi legati all’alimentazione, c’è poca rendita, il guadagno è minimo. Il tipo di allevamento è rigido, secondo il Disciplinare, e si fanno i salti mortali per avere una produzione continua tutto l’anno. Il mio cliente tipo è il privato, no macellerie, no ristoranti. Le caratteristiche nutrizionali della carne sono ottime: gusto eccellente, le carni aiutano nel caso di malattie da raffreddamento, in brodo o al forno allietano le tavole piemontesi e non solo. La soddisfazione più grande? Vedere il cliente tornare è sempre una bella cosa, ti gratifica, ti fa guardare avanti.
Voglio chiudere con una frase che Ilenia Colucci ha pronunciato in uno dei seminari, citando una frase di Italo Calvino: “D’una città non godi le 7 o 77 meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”.
Siamo tutti avvisati!.