Dalla Puglia, terra del Primitivo di Manduria e sede del suo Consorzio di tutela, è partita l’offensiva per combattere con una certa efficacia la contraffazione di questo vino che è tra i più apprezzati nel mondo.
Le bottiglie del celebre rosso pugliese hanno scalato il successo negli ultimi anni diventando un vino tra i più famosi e apprezzati sia in Italia sia soprattutto all’estero, dove purtroppo deve anche registrare altissimi livelli di contraffazione.
Negli anni, i produttori del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria Doc hanno fatto conoscere questo pregiato nettare in tutto il mondo, vinificando con l’uso delle più avanzate tecnologie e permettendo agli amanti dei grandi vini di apprezzare la nobiltà di questo grande “Rosso Mediterraneo”.
L’attività del Consorzio Primitivo di Manduria
Il Consorzio, che opera da una ventina d’anni nel Salento e che ha ottenuto il riconoscimento Erga Omnes dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, è ora passato al contrattacco per stoppare i marchi ingannevoli e falsi, almeno in Italia, Spagna e Cile.
Quella di quest’anno sarà un’altra vendemmia molto buona per questa eccellenza italiana; saranno circa venti milioni di litri prodotti, per circa 25 milioni bottiglie, delle quali circa il 70% destinate ai mercati esteri come Messico, Sud Est Asiatico, Europa, Cina, Russia e Brasile, Uk, Belgio, Olanda e Germania.
Primitivo di Manduria: la vigilanza nei supermercati
Proprio perché è così apprezzato all’estero il Primitivo di Manduria è il prodotto sul quale maggiormente si possono concentrare fenomeni di imitazione, che ha richiesto una decisa controffensiva in termini di vigilanza e tutela, sia nell’interesse dei soci del Consorzio, di tutti coloro che producono, trasformano ed imbottigliano il Primitivo di Manduria sul territorio nazionale ed anche dei consumatori.
Sono inoltre state implementate le funzioni di tutela, di promozione, cui si è aggiunto il compito importante della vigilanza, come l’introduzione di tre agenti vigilatori che operano esclusivamente sulla bottiglia, prelevando i campioni dalla grande distribuzione e analizzandoli in laboratorio, per verificare se ci sono incongruenze con il disciplinare di produzione.