Villa Silvia, edificio di impianto settecentesco nel cuore delle colline cesenati, conserva un fascino particolare, nonostante gli adattamenti interni succedutisi nel tempo.
Dimora dei conti Pasolini Zanelli, sul finire dell’Ottocento, fu soggiorno estivo per Giosuè Carducci, che vi trascorse lunghi periodi negli ultimi anni della sua vita.
La contessa Silvia, donna di grande cultura, amante della musica e della poesia, aveva qui creato un cenacolo artistico frequentato da illustri personaggi dell’epoca, fra cui proprio il Carducci, con cui strinse una profonda amicizia e complicità testimoniate anche dal ricco epistolario che intercorse fra i due.
Villa Silvia: il parco
Attorno alla villa un bel parco, affacciato sulla valle del fiume Savio, domina la pianura, la città di Cesena e il mare Adriatico. Lunghi filari di cipressi, alberi ormai secolari, attraversano i coltivi e ombreggiano i sentieri che il poeta percorreva durante i suoi soggiorni in villa.
La recente risistemazione del parco ha permesso la creazione di un interessante Giardino Letterario Parlante composto da tre “stanze”, fra cui una accanto al secolare leccio sotto il quale usava sedersi il Nostro Primo Premio Nobel per la Letteratura.
Da archi metallici, ornati da rampicanti, si entra in ogni stanza “immaginaria” dove una voce narrante racconta la storia della villa e della vita della famiglia, costellata di arte ma anche di lutti. I brani degli audio sono tratti dall’epistolario tra la contessa Silvia e Carducci e sono intervallati da pezzi musicali d’epoca.
L’interno della villa è stato completamente ristrutturato ma mantiene intatta la stanza in cui era solito soggiornare il Carducci dove sono visibili il letto in ferro battuto, la scrivania, il cassettone, il sofà, l’armadio contenente la finanziera, la sedia a rotelle che usava negli ultimi anni, nonché diversi effetti personali e varie fotografie.
Nel 1920, alla morte della Contessa, per sua volontà, la villa e i quattro poderi annessi, passarono al Comune di Cesena, con il legato che, oltre alla conservazione della stanza del Carducci, nell’edificio sorgesse “un sanatorio o altra opera atta a lenire le umane sofferenze” per i più bisognosi, soprattutto bambini; e così fu per oltre cinquant’anni.
Il Museo Musicale Meccanico
All’interno della villa la genialità, la passione, l’entusiasmo e la perizia di Franco Severi hanno creato “Musicalia”, un Museo Musicale Meccanico con strumenti di epoca di grande pregio, unico in Italia nel suo genere.
Attraverso l’AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana), di cui è fondatore, ha ideato un viaggio immaginario nella musica lungo 500 anni che si dipana per sette sale, offrendo ai visitatori preziosi incanti di età passate: carillon, organetti da strada, impianti sonori atti a stupire ospiti importanti, invenzioni musicali, prototipi…
Sette gli eccentrici locali:
– la prima stanza del museo consiste nella riproduzione di una tenda militare da guerra di fine ‘400 e del “Tamburo da guerra”, progettato da Leonardo da Vinci per sostituire i “tamburini” che davano il ritmo all’esercito esponendosi a morte certa.
Seguono nell’ordine:
– il salotto aristocratico ottocentesco dove tutto è meraviglia. Contiene piccoli automi, sedie suonanti, bottiglie musicali nati per stupire gli ospiti.
– la sala degli organi da strada dedicata alla “Scuola Italiana di Musica Meccanica”: gli strumenti sono formati perlopiù da cilindri di legno cavo, puntellati da migliaia di chiodi in grado di azionare martelletti che creano la melodia percuotendo le corde. Nella sala oltre agli “spalloni”, organetti portatili, si trova un piano a cilindro di produzione italiana dei primi del ‘900 della ditta Veronese De Vecchi.
– la sala del Fonografo: dove si possono capire le fasi evolutive dei primi strumenti di registrazione e riproduzione della voce. In esposizione vari modelli di fonografo, dal primo prototipo il Tin-foil al grammofono con dischi in vinile.
– la sala della Regina fatta affrescare dalla contessa Silvia in occasione della visita della Regina d’Italia Margherita di Savoia, poi mai effettuata per disordini locali.
Qui trovano dimora due pregiati strumenti: un piano melodico della ditta bolognese Racca (funzionante a manovella con lettura di cartoni forati), appartenuto alla Regina, e un dispositivo tedesco “Dita Meccaniche” Welte che, leggendo rulli traforati di carta, suona meccanicamente la tastiera di un pianoforte a coda.
– la Hall di un Grand Hotel: vi trovano posto un grammofono, quadri animati e un bellissimo strumento americano, il “Violano Virtuoso”, prodotto nel 1913 a Chicago, unico strumento in grado di suonare contemporaneamente un pianoforte e un violino a 4 corde.
Inserendo una monetina lo strumento ci riporta nei tradizionali locali americani con le melodie dei primi decenni del novecento.
– la sala dell’Organo da fiera Gavioli, della prima metà dell’800, dove si può ammirare un enorme strumento (un tempo attivato da una macchina a vapore) che legge cartoni forati facendo rivivere l’atmosfera delle vecchie fiere di paese.
La Villa è aperta al pubblico sabato e domenica pomeriggio dalle 15 alle 18 o su appuntamento telefonando al 0547 323425.