Stavolta sono andato a cercare “la fine del mondo”. Eccola! È Forno Alpi Graie, un borgo alpino di cui ti accorgi quando l’asfalto finisce. Siamo in alta Val Grande di Lanzo: a Forno Alpi Graie, frazione di Groscavallo, arrivi da Torino, sfiorando Lanzo, attraversando Ceres, Cantoira, Chialamberto.
Una serie di borgate e di paesini di mezza montagna che hanno visto nascere un turismo di prossimità nella seconda metà del Novecento. Oggi quelle abitazioni sono uscite dalla scena, ti vengono incontro mute, non riescono più ad esprimersi. È il gioco del tempo, della voglia della frenesia, della vita del frastuono che ha cambiato le abitudini di tanti.
Qui ti aspettano sentieri, montagne, natura incontaminata, la neve d’inverno, il rumore dell’acqua di un ruscello e il silenzio, sempre. Quello che ascolti e che scorre nei viottoli (“chintane” in dialetto patois) è quasi disarmante.
Si respira ancora un’aria antica, di vecchi tetti di losa, di qualche fienile e di una bottega eroica ancora aperta in attesa di un viandante intelligente o di qualche affezionato residente. Non trovo più neanche quell’antico forno che avevo lasciato qualche anno fa e che faceva sentire ancora il profumo del pane di montagna. Una sbiadita insegna segnala la presenza di un bar a Cantoira o a Chialamberto: qualche vecchia etichetta di Vermouth o di Amaro alle erbe della Valle abbellisce una parete sbilenca che non si rassegna alla modernità; dentro si parla di semplicità, del caldo e della siccità, non si gioca più a carte.
Questa è una valle che conserva e custodisce vecchie fontane, alberi secolari, antichi campanili, qualche campo coltivato e alte vette che si spingono oltre i tremila.
Quando arrivi nella piazzetta di Forno si apre il suggestivo e maestoso scenario del gruppo delle Levanne Orientali. Uno spettacolo bellissimo attraversato dalla neve sulle vette che sorveglia il fondovalle ed esalta il concetto di Bellezza.
Una piazzetta, case ancora di legno, il campanile della chiesa e qualche villa importante qua e là fa capire che in tempi passati qualche personaggio importante aveva soggiornato qui.
Prima di giungere alla fine del mondo, però, una scritta indica “Locanda Fermata Alpi Graie”, che il pittore torinese Giuseppe Sobrile elesse a sua dimora, dopo la prima guerra mondiale, attratto dal paesaggio alpino innevato e dagli scorci rustici del luogo. Qui morì nel 1956.
Oggi, quell’antica villa di pietra è tornata a risplendere grazie all’impegno, alla caparbietà e al “saper fare” di Elena Patrocinio, architetto di San Mauro Torinese, che ha acquistato, assieme al marito, la villa del pittore nel 2012 e, attraverso una serie di interventi strutturali che pongono una grande attenzione al risparmio energetico, alla ecosostenibilità ambientale e all’accoglienza delle persone con disabilità, ha creato una locanda che sembra la protagonista di una favola. Siamo nel 2014.
“La gente viene da noi perché in questo luogo trova un ambiente rilassante – afferma Elena -, lontano dai rumori. Qua, il viaggiatore recupera proprio una sensazione di serenità. Ci troviamo a circa 1200 metri s.l.m.ma si possono risalire sentieri fino agli alpeggi o utilizzare le ‘palestre di roccia’ della Val Grande di Lanzo e del Vallone di Sea.
Senza dimenticare che da Groscavallo passa il GTA, il sentiero della Grande Traversata delle Alpi, che vede la presenza di tanti stranieri, tedeschi soprattutto che soggiornano, poi, presso la nostra locanda”.
L’ACCESSIBIITÀ
L’ospitalità? Cinque camere con vista, destinate a una facile accessibilità per tutti. “La villa è stata ristrutturata – sottolinea Elena – seguendo l’approccio del ‘Design for All’, una sfida creativa per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Totale mancanza di barriere architettoniche, con tutti i percorsi in piano, senza ostacoli. Siamo tutti uguali, vige il concetto di inclusività. Inoltre, è una struttura ‘pet friendly’”.
La vallata offre, inoltre, diverse attività sportive accessibili come il parapendio in carrozzina organizzato dall’Associazione Peter Pan o le passeggiate in joelette, una carrozzina fuoristrada mono ruota, che permette a qualsiasi persona con disabilità di fare escursioni con l’aiuto di almeno due accompagnatori. Dal giardino la vista spazia sulle cime innevate delle Levanne, una magia. Si, questo è un luogo magico che invita grandi e piccoli a giocare con la natura.
Oggi, la Locanda “Fermata Alpi Graie” sta puntando i riflettori sulla nuova proposta gastronomica del suo ristorante: per questo è arrivato un giovane chef, Simone Collio, trentunenne, di origini bresciane, ma residente in valle da qualche anno, il quale ha portato la cucina ad un livello più contemporaneo.
Ultimamente, la Locanda si è proposta ad un pubblico più eterogeneo partecipando ad eventi importanti come Terra Madre Salone del Gusto, o creando una degustazione tipica della valle durante le Nitto ATP Finals di Torino o collaborando anche a progetti dell’area metropolitana torinese come il progetto “Mangèbin”.
Una bella novità per questi luoghi che avrà sicuramente ricadute economiche importanti sul turismo è che da Giugno 2025 il Comune di Groscavallo (di cui fa parte Forno Alpi Graie N.d.r.) entrerà a far parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
LA RISTORAZIONE CONTEMPORANEA DI SIMONE COLLIO
Ma veniamo alla ristorazione della locanda e alla sua “nuova cucina”: Simone è un giovane molto inquadrato professionalmente, preparato, rispettoso del territorio e delle sue materie prime, attento alla preparazione dei piatti mostrando sicure capacità nelle tecniche di cucina. Originale e creativo, innovatore ma non molto spinto in molte delle sue espressioni. Una bella conquista per la locanda.
A questo proposito Elena spiega la sua scelta: “Innanzitutto mi piacerebbe realizzare qui un luogo dove Simone possa realizzarsi, avere un futuro. Lui ha fatto molto per me e per la locanda in questi ultimi tempi, ha alzato il livello, ha portato nuovi clienti gourmet e mi piacerebbe trovare una nostra identità, creare un’intesa anche di pensiero. Mi sta facendo uscire dalla solita polenta e spezzatino. Utilizza materie prime vicine a noi, valorizzandole, proponendole sotto una veste più attuale. Stiamo aprendo collaborazioni con alcune aziende agricole del territorio per creare un marchio ‘Valli di Lanzo’”.
Parlando di futuro spiega che “Idee ce ne sono sempre, ma la prima che mi torna in mente è che questa possa diventare una location per matrimoni. La scorsa settimana ho ricevuto la richiesta in tal senso da una wedding planner lituana che vuole collaborare con noi, e io, oggi, con la cucina di Simone mi sento preparata ad affrontare questo tipo di evento, per numeri medio-piccoli, però. Voglio che il nostro ristorante diventi un punto di riferimento gastronomico di questa valle”.
Simone mi riassume la sua vita professionale e i suoi obiettivi: ““Il mio primo lavoro vero è stato in terza superiore del mio percorso di studi (Tecnico di cucina), presso un ristorante sul Lago di Garda; sono seguite diverse esperienze nelle cucine dei ristoranti sul Lago. Mi sono ritrovato qui in questa valle perché volevo cambiare aria e, avendo dei parenti a Cantoira, mi sono trasferito e ho gestito per due anni il ristorante dell’Albergo Pialpetta. Poi ho conosciuto Elena, mi ha parlato dei suoi progetti, li ho condivisi ed ora eccomi qui a dirigere questa cucina dalle nuove prospettive. La mia filosofia tende ad esaltare i produttori locali e i loro prodotti, di conseguenza; ci credo fermamente. Seguo i canoni della cucina tradizionale per andare incontro ai gusti dei clienti, metto un po’ della mia creatività e sono felice di quello che faccio”.
IL MENU DEGUSTAZIONE
Devo dire che ho assaggiato diverse preparazioni del menu che ha preparato Simone oggi, e sono rimasto colpito dalla ricercatezza dei prodotti. Il filo conduttore esiste, lo mette in pratica, esalta antichi piatti mettendosi in gioco con una spiccata originalità. Sono presenti prodotti del territorio. Ho apprezzato moltissimo le sue tecniche di cucina. Lo stesso titolo del menu l’ho trovato azzeccato, “tra le Alpi Graie”: piatti che parlano di queste valli, che re-interpretano antichi sapori. Ottimi i tre antipasti, anche i plin squisiti nell’equilibrio dei sapori, gli gnocchi con crema di melanzana li ho trovati fuori tempo, il resto su buoni livelli. I vini in accostamento mi hanno lasciato un po’ perplesso, tranne quel fantastico Passito di Caluso di Cieck sulla Torta Margot che mi ha fatto sognare. Ottimi i dessert. Bravo Simone… in bocca al lupo!
E ORA PROFUMO DI TORCETTI DELLA PASTICCERIA AIROLA DI LANZO
Ma sei nelle Valli di Lanzo e non assaggi i Torcetti, quelli veri di Lanzo Torinese? E allora entrate con me in pasticceria, al Torcettificio Airola di Lanzo Torinese, nel centro storico, per assaggiare i torcetti fantastici, divini!. Una bellissima foto in bianco e nero campeggia sulla parete dietro il bancone: un uomo a torso nudo, con un grembiule fino ai piedi sta infornando tre teglie di torcetti in un forno vecchia maniera. È il fondatore di tutto!!! Siamo nel 1971 e da qui inizia una bella storia.
La racconta Alessandro, il figlio maggiore della famiglia Airola, oggi titolare, assieme a mamma, di questo interessantissimo locale, “Eccellenza Artigianale Piemontese”. Attorno a me profumo di dolci, ma anche di salato, con caffetteria. Qui vive la tradizione. Non me ne andrei più via.
Alessandro mi fa visitare il laboratorio, mi spiega la lavorazione… e mi dice: “Sono nato in una scatola di torcetti”. E si vede… quanta passione! Assaggio e vado via inebriato… lascio dietro di me qualità, bontà e bellezza… ma anche felicità.
LE SOSTE
LOCANDA FERMATA ALPI GRAIE
Via Sobrile 1, Frazione Forno Alpi Graie – Groscavallo
Contatti
Mob. (+ 39) 339 8254669
Email fermatalpigraie@gmail.com
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PASTICCERIA AIROLA
Via Umberto I, 20 – Lanzo Torinese
Mob. (+39) 350 1816657