Gli splendidi scenari naturalistici offerti degli sconfinati spazi delle Valli di Argenta ed Ostellato, le meravigliose e perfettamente conservate architetture delle Delizie Estensi del Verginese e di Benvignante, e tante altre peculiarità tutte da scoprire. Stiamo parlando del territorio delle “Valli e Delizie”, un’unione di comuni dell’Emilia-Romagna, in provincia di Ferrara, formata dai Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore. Un territorio ampio ed articolato all’interno del quale è possibile muoversi attraverso un’ampia offerta che spazia dalla natura alla cultura, dal cicloturismo alla pesca, senza ovviamente trascurare le prelibatezze dell’enogastronomia locale.
Le valli di Argenta e Ostellato
La parte verde è ben rappresentata dalle due oasi naturalistiche delle Valli di Argenta e delle Anse Vallive di Ostellato; le prime costituiscono la sesta stazione del Parco Regionale del Delta del Po e sono tra le più vaste zone umide d’acqua dolce dell’Italia settentrionale; un territorio di circa 1.600 ettari che ospita uno straordinario patrimonio naturalistico e una grande varietà di specie vegetali e animali, oltre ad offrire diversi percorsi ciclo-pedonali e un’ampia possibilità per il birdwatching. Fanno, inoltre, parte dell’Ecomuseo di Argenta, che comprende anche il Museo della Bonifica, splendido museo d’archeologia industriale collocato nell’omonimo impianto idrovoro ed inserito in un contesto di edifici di stile liberty, ed il Museo Civico che include la sezione archeologica e la Pinacoteca Civica, all’interno della quale trovano posto opere dello Scarsellino, di Benvenuto Tisi da Garofalo e di Francesco Longhi. I tre Musei, che costituiscono le antenne territoriali dell’Ecomuseo di Argenta, sono collegati tra loro, ai siti naturalistici e architettonici degli abitati attraverso il Po di Primaro, ciclabile di valore regionale che accoglie il cammino della Via Romea Germanica, congiunge le città d’arte Ferrara, Ravenna e il mare, e si colloca tra le ciclovie VenTo e Adriatica.
Le Anse Vallive di Ostellato, invece, costituiscono un biotopo di zona umida di acqua dolce peculiare ed unico nel territorio, soprattutto per la quantità e varietà di animali che lo popolano. Basti pensare che qui sono presenti ben 150 specie di uccelli acquatici, nidificanti e di passo, che le portano ad essere un luogo ideale per il birdwatching, ma anche per la pesca sportiva, il cicloturismo ed altre attività immersi nella natura. E gli amanti delle due ruote possono tranquillamente scoprirle entrambe lungo un percorso di poco più di 30 km, completamente pianeggiante ed adatto davvero a tutti.
Anche Portomaggiore ha la sua zona green nelle Anse vallive di Porto – Bacino di Bando, stazione di nidificazione e sosta di varie specie di uccelli migratori, dove si possono avvistare aironi, cavalieri d’Italia e falchi. Da qualche anno, inoltre, oltre ai due importanti progetti di reintroduzione faunistica dell’oca selvatica e della cicogna bianca avviati, con alcune voliere per la loro riproduzione, è stata realizzata una torretta per la nidificazione del Falco grillaio (Falco naumanni), un piccolo rapace diurno a priorità di conservazione a livello europeo, che rientra tra gli obiettivi specifici del progetto transnazionale Life Falkon, al quale il comune di Portomaggiore ha aderito.
Le residenze dei Duchi d’Este
Per gli amanti della cultura, imperdibile è la visita delle due Delizie Estensi presenti sul territorio: Verginese e Benvignante. Si tratta delle monumentali residenze che affermavano il dominio dei Duchi d’Este sul territorio; una sorta di sedi decentrate del governo, con un ruolo strategico nella bonifica del territorio, ma anche luoghi destinati agli svaghi, al riposo ed alla caccia nelle estese campagne ferraresi. E proprio per la loro capacità di “illustrare in modo eccezionale il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale nel Delta del Po”, sono riconosciute tra i luoghi patrimonio dell’umanità Unesco.
La Delizia Estense del Verginese si trova a pochi chilometri dal Comune di Portomaggiore; originariamente casale di campagna, venne poi trasformata in residenza nella seconda metà del Cinquecento da Laura Eustochia Dianti, terza compagna del Duca Alfonso I d’Este. Le sale interne, oggi sede del Museo Archeologico “Mors Inmatura. Il sepolcreto dei Fadieni” che documenta la scoperta di una piccola necropoli romana a pochi passi dalla Delizia con l’esposizione di oltre 200 reperti, sono meravigliosamente decorate con stucchi, fiori in stile liberty a tempera, conchiglie, rosoni, volute e spesse cornici che delineano soffitti. È l’unica Delizia che, grazie ad un progetto del 2004, presenta un “brolo”, il giardino produttivo.
In territorio argentano, nei pressi dell’antico corso del fiume Primaro, trova invece collocazione la Delizia di Benvignante, oggi in fase di ristrutturazione ma liberamente accessibile all’esterno con il suo bellissimo ed accogliente parco. Progettata dall’architetto di corte Pietro Benvenuto degli Ordini per conto di Borso d’Este, testimonia la sobria e raffinata eleganza dell’architettura ferrarese in epoca rinascimentale. La posizione strategica di questa residenza, che consente di dominare i terreni circostanti, con il suo poderoso torrione merlato centrale, fu con tutta probabilità pensata, non solo come luogo di riposo e svago, ma anche con funzioni di controllo del territorio argentano, cerniera del Ducato con la Romandiola estense.
Le pievi
Di particolare interesse storico ed architettonico anche due piccole pievi. La Pieve di San Giorgio, il monumento più antico della Provincia di Ferrara, risale al 569 e fu costruita per volere dell’Arcivescovo Agnello di Ravenna; attorno ad essa si sviluppò il primo nucleo abitato di Argenta. All’interno spiccano un altare marmoreo in stile bizantino e resti di affreschi del XII secolo. A pochi chilometri da Ostellato, si erge, invece, la Pieve di San Vito, uno dei pochi esempi di architettura romanica ancora esistenti sul territorio; risale al 1027 ma fu costruita sui resti di un edificio più antico.
I siti archeologici
Rimanendo ad Ostellato, per gli amanti dell’archeologia, merita una visita il Museo del Territorio, oggi temporaneamente chiuso, che illustra l’evoluzione della terra e dell’uomo nella storia, con particolare riferimento alla Pianura Padana ed al territorio del delta; una sezione ad hoc è invece dedicata al periodo etrusco ed alla mitica città di Spina, che sorse alle fine del VI secolo a.C. lungo la sponda del Po Eridano, a poca distanza dal mare, divenendo un importante luogo di scambio e commerci dove gli etruschi convivevano con Greci, Veneti, Celti ed Umbri.
Per circa trecento anni Spina rimase un importante centro di commercio, poi, nel III secolo a.C. le mutate condizioni geopolitiche, ma soprattutto il cambio di regime fluviale, portarono all’abbandono della città che venne sepolta sotto alcuni metri di coltre alluvionale.
La memoria della città antica si perse nei secoli e la sua posizione fu sconosciuta fino al 1956 quando, in occasione della bonifica della valle del Mezzano, emersero i resti dell’abitato costruito in legno e argilla. Mentre la grande necropoli, che ha restituito ad oggi oltre 4.000 tombe si estendeva nelle valli di Comacchio, il sito della città etrusca si trova oggi nel territorio comunale di Ostellato. I magnifici reperti provenienti dall’abitato e dalla necropoli di Spina si possono ammirare al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e al Museo Delta Antico di Comacchio.