Tavola rotonda sul riconoscimento del marchio Igp del Gianduiotto di Torino a Palazzo Birago, presso la Camera di commercio di Torino, nell’ambito di CioccolaTò 2025.
Sala gremita di cioccolatieri e produttori per ascoltare le ultime prima della conclusione della querelle tra il Comitato per il riconoscimento Igp del Gianduiotto di Torino (Ricetta con cacao, nocciole Piemonte Igp, zucchero Ndr) e la multinazionale svizzera Lindt, da molti anni titolare di Caffarel, nota azienda piemontese che per prima ha proposto sul mercato la versione industriale del Gianduiotto, nel 1865 (Ricetta con minore percentuale di nocciole e introduzione del latte Ndr).

Tavola rotonda a Palazzo Birago. Credits Andrea Di Bella
Al Tavolo dei relatori Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto e alla guida di Domori, Dario Gallina, presidente Camera di Commercio di Torino, Guido Castagna, cioccolatiere coordinatore del Comitato promotore, Guido Gobino, cioccolatiere, moderati dal giornalista Alessandro Felis.
L’INTERVISTA A RICCARDO ILLY
Dopo la tavola rotonda, ecco l’intervista esclusiva, a tutto raggio, al dottor Riccardo Illy sull’agroalimentare italiano e sulla questione del riconoscimento Igp del Gianduiotto di Torino.
Presidente Illy parliamo di Economia del futuro e di una delle sfide più importanti: il cambiamento climatico. Qual è il suo pensiero di prospettiva e se può indicarci qualche via d’uscita!
“La via d’uscita fondamentale è sicuramente la drastica riduzione di emissione di anidride carbonica in atmosfera. Più che la Politica, penso, sarà l’Economia a portarci a questa riduzione, perché alle nostre latitudini, ad esempio, il costo dell’energia rinnovabile da fotovoltaico è inferiore rispetto a quella derivata da combustibili fossili, la più economica. Vedo, nei prossimi anni, un’accelerazione delle fonti rinnovabili, e la vittoria finale di queste, in virtù di rese più elevate a costi più bassi (economia di scala, curva delle esperienze, …). Ogni quattro, cinque anni si dimezzerà il costo del chilowattora, grazie allo sviluppo della tecnologia”.
“Nel frattempo, però, certi cambiamenti climatici stanno colpendo le nostre coltivazioni. Se, come è stato detto oggi, c’è stata una minore produzione di nocciole in Langa, a causa delle minori piogge, o troppo forti in tempi molto brevi, e delle temperature elevate, tutto questo è da addebitare ai fenomeni ambientali climatici, così come certe malattie delle piante. Alcune produzioni, infatti, necessitano uno spostamento, come ad esempio alcuni impianti della vite che i produttori stanno portando a quote più alte. Alcuni rimedi potrebbero derivare intervenendo sulla genetica delle piante, come il genoma editing, che permette, tra l’altro, alle piante di vivere con meno acqua, e in questo senso ci sono molte ricerche fatte sulla vite che funzionano. Vie d’uscita ce ne saranno, ma bisogna muoversi in fretta per non peggiorare la situazione”.
Lei è un imprenditore del caffè e del cioccolato. Agganciandoci alla domanda precedente le chiedo: studi ipotizzano il dimezzamento della produzione di caffè entro il 2050 con consumi globali in crescita e di produzione di cacao in crisi oltre che rialzi di prezzo significativi: Quale scenario prevede Riccardo Illy… Preoccupazione? Ottimismo?
“Desidero precisare, però, che non sono più imprenditore del caffè, perché con i miei fratelli ci siamo specializzati negli ultimi tempi su settori diversi, loro sul caffè, io sul cioccolato e su altri prodotti. Devo comunque rilevare che, in famiglia qualche preoccupazione c’è. Mio fratello Andrea è, tra l’altro, impegnato sul tema dell’agricoltura rigenerativa che può essere una risposta importante ai cambiamenti climatici. Credo che le proiezioni sulla produzione siano un po’ pessimistiche, se non allarmistiche, cosa che è giustificata perché se non ci fosse un allarme la tendenza sarebbe quella di non reagire, di non fare nulla. Io, invece, credo che reazioni ci saranno, avremo meno produzione, quantomeno temporanea, ma si riuscirà ad affrontare il problema utilizzando le tecniche, le risposte di cui avevo parlato prima”.
Anche perché il Gianduiotto di cui si sta discutendo oggi, ha bisogno del cacao
“La soluzione finale, comunque, sarà ‘consumare meno ma consumare meglio’: meno quantità più qualità”
Lei ha fondato nel 2019 il Polo del Gusto, di cui è presidente: ha riunito marchi di eccellenza del Food & Beverage nazionale, qualità assoluta del prodotto finale, sensibilità agli aspetti dell’impatto ambientale e di responsabilità sociale. Può descrivere brevemente lo scenario su cui si muove l’agroalimentare italiano attualmente? Vede un’attenzione particolare delle Istituzioni nei confronti di questo importante comparto economico?
“Vedo soprattutto un grande interesse, un grande favore, mi verrebbe da dire un innamoramento dei mercati stranieri per i nostri prodotti, è un momento d’oro di cui, in Italia, forse non ci rendiamo conto. Per avere una conferma di questo basta andare in una qualsiasi capitale del mondo, nei migliori ristoranti, e accorgersi che la maggior parte di cibi e vini sono italiani. È un momento straordinario e devo dire che c’è una grande attenzione da parte del Governo italiano verso questi aspetti, cosa che negli anni precedenti, forse, davamo per scontati. Eccellenze agroalimentari nazionali necessitano di tutela, di norme legislative”.
“Oggi si è parlato della denominazione e della tutela Igp del Gianduiotto di Torino, ma ci sono tantissimi altri prodotti straordinari, unici, italiani che potrebbero meritare questa Indicazione. Quindi, ben venga un Ministro dell’Agricoltura che ha capito questi aspetti e sta dando la giusta attenzione ai problemi”.

Riccardo Illy. Credits Andrea Di Bella
Infine, lei ha aderito alla piattaforma dei cioccolatieri piemontesi per il riconoscimento Igp del Gianduiotto di Torino. Che idea si è fatta sulla questione. Siamo già al lieto fine?
“Non bisogna mai gridare gatto finché non è nel sacco, dice il proverbio. Affermo che siamo sulla strada giusta, oggi ne abbiamo avuta la dimostrazione, soprattutto con la partecipazione vasta di cioccolatieri, di produttori di Gianduiotti di Torino, anche con interessanti e significativi interventi. Ma c’è ancora un ultimo pezzo di strada da percorrere, in quanto esiste una società che vuole, giustamente, tutelare la sua denominazione di Gianduiotto di Torino che ha registrato da tantissimi anni e che merita. Si tratta di trovare, ora, le modalità giuridiche idonee… ma siamo a buon punto”.
Voglio chiudere questa intervista, ringraziandola innanzitutto per la cortesia, ponendole un’ultima domanda divertente, se me lo permette: se io le ponessi davanti una tazzina di caffè e una barretta di cioccolato, dove allungherebbe la mano?
“Bella domanda! Mi verrebbe da dire, bevo prima il caffè e poi mangio il cioccolato, che è quello che faccio abitualmente”.
Ringrazio il presidente Riccardo Illy.