Da Piano35 Lounge Bar è andata in scena la tavola rotonda che ha dato ufficialmente il via alla seconda edizione del Salone del Vermouth di Torino: “Cosa cambia perché nulla cambi: il Vermouth tra secoli di storia e il mercato del domani”. L’incontro, moderato dal giornalista di Bargiornale Carlo Carnevale, ha messo sotto i riflettori lo spirit nato a Torino nel 1786 e ne ha analizzato lo stato dell’arte all’interno del mercato di oggi.
Hanno dialogato cinque importanti figure del settore: Matteo Bonoli (Quality-R&D-Regulatory Director Spirits, Food Technologist, Fratelli Branca Distillerie), Beppe Musso (Master Blender Martini), Errico Landi (Senior Brand Manager Fratelli Branca Distillerie), Matteo Fortarezza (Analytic Insight Impulse/Beverages/Tobacco (IBT) Industry Group Leader Nielsen). È intervenuta Laura Carello (Ideatrice e Curatrice Salone del Vermouth, MT Magazine e Mix Contest Italy Tour).
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Christian Balzo, resident chef di Piano35 alla tavola rotonda. Credit Marco Di Simone
Si registra un po’ di sofferenza per tutta una serie di motivazioni che vanno dalla “poca spinta” da parte dei bartender, al nuovo Codice della Strada, ad una cultura forse poco attenta (voluta? Ndr) di ristoratori e baristi. Si è anche dibattuto il tema delle ulteriori potenzialità assieme ai possibili sviluppi futuri, e qui si è toccato il tasto della conoscenza molto superficiale del prodotto da parte dei consumatori (colpa di chi? Ndr); bisogna fare marketing di prodotto altrimenti si resta al palo.
Spesso il Vermouth in purezza è accostato alle generazioni precedenti, occorre farlo conoscere alle giovani generazioni, magari proponendo il food pairing. E qui devono fare la loro parte i ristoratori. C’è da aggiungere che molte volte il Vermouth è nascosto nella ricetta di un aperitivo, di un cocktail e nessuno se ne accorge!.
Forse, aggiungo io, deve cambiare la mentalità di chi è dietro il banco, deve aumentare il grado di interesse attraverso un accrescimento culturale. Serve esaltare il rapporto tra i vari anelli della filiera, aziende produttrici, baristi, ristoratori, per favorire la conoscenza diretta del prodotto e successivamente scegliere come berlo.
Il Vermouth, comunque sia, è pronto a conquistare i banconi dei cocktail bar e le tavole dei ristoranti di tutto il mondo, ma manca ancora qualcosa nella catena, ci sono perplessità per conquistare il pieno successo.
Ma veniamo al Salone che il 22 e il 23 febbraio 2025 darà modo di conoscere tutto sul vermouth, la storia, i personaggi, e i tanti marchi che hanno contribuito a costruirne l’immagine. Una kermesse che prevede un fitto palinsesto di appuntamenti, suddivisi tra Salone (con sede all’interno del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Piazza Carlo Alberto) e Fuori Salone (diffuso in tutta la città), con l’obiettivo di sottolineare non solo le tante qualità del prodotto, ma anche l’importanza culturale e sociale che il Vermouth ha sempre avuto per Torino in oltre 235 anni di storia, servito in caffetterie, pasticcerie, cocktail bar e ristoranti.
Le stesse che saranno protagoniste nella settimana del Fuori Salone, una settimana di appuntamenti organizzati in tutta la città dal 17 al 21 febbraio: in alcuni selezionati ristoranti di Torino saranno serviti menu a tema in cui il vermouth sarà protagonista sia nei piatti che negli abbinamenti proposti, mentre nei migliori cocktail bar torinesi andranno in scena drink list dedicate.
Il Fuori Salone interesserà infine i luoghi culto del Vermouth: il Museo Carpano, la Nuvola Lavazza, l’Officina della Scrittura, museo tematico torinese in cui il vermouth verrà affrontato sotto l’aspetto grafico e pubblicitario e Casa Martini.