Per secoli baluardo difensivo contro nemici del potere locale, etruschi, romani, barbari, longobardi e via dicendo, Todi è una piccola città circondata da tre cerchia di imponenti mura che corrispondono all’estensione raggiunta dal borgo rispettivamente in epoca umbro-romana, romana e medioevale, è rimasta nella sua parte storica pressochè identica a come poteva essere nei secoli centrali dello scorso millennio.
Moltissime le testimonianze di un periodo storico abbastanza florido che Todi può offrire ai turisti che la visitano, dal tempio di Santa Maria della Consolazione al Convento di Montesanto, dal monumento al suo cittadino più illustre, Jacopone da Todi, dalle fontane come la duecentesca Fontana di Scannabecco e al Fontana Cesia, alle Cisterne Romane, più di 5 chilometri di cunicoli, gallerie e una trentina di cisterne, preromane, romane e medievali, oltre a 500 pozzi di varie epoche che formano il ricchissimo patrimonio sotterraneo della città.
Un centro storico pieno di fascino antico
E’ facile, passeggiando per le stradine del centro storico o affacciandosi da qualche terrazza che spazia lo sguardo nella campagna sottostante, scoprire chiostri e monasteri che rimandano alla pace ed all’amenità di un tempo e di una pace lontana e dimenticata, come il quattrocentesco Monastero delle Lucrezie.
Anche i palazzi gentilizi che l’epoca medioevale e rinascimentale ci hanno lasciato sono numerosi e ben conservati, come il Palazzo del Popolo, costruito prima del 1213, il Palazzo dei Capitani, del 1292 e quello dei Priori realizzato nella metà del ‘300; il Palazzo Vescovile, con le sue belle linee architettoniche, risale invece alla fine del 1500.
Todi, tre cinta murarie medioevali
Dovendo superare tre cinta di mura, ci si imbatte forzatamente in numerosi archi di accesso: Porta Catena, Porta Perugina, Porta Amerina o Porta Fratta, Porta Aurea, Porta Romana, Porta Marzia; alcune altre sono franate, altre distrutte dal tempo o dagli uomini.
Un storico del Settecento fece un elenco dei castelli, ville e contrafforti che appartenevano al comune medievale, censendone ben 365 e così scrisse che Todi poteva vantarsi di possedere tanti castelli quanti erano i giorni dell’anno; molti di questi sono andati distrutti, di molti restano solo i ruderi, ma trentasette rappresentano ancora le attuali frazioni comunali.
Todi, dove l’antiquariato è di casa
Numerosi gli eventi di richiamo, come Todi Arte Festival che si svolge solitamente a cavallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre; una rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta e etnica, di arti visive e di incontri letterari, la Rassegna Antiquaria d’Italia, una delle più antiche e prestigiose mostre mercato dell’antiquariato del mondo, si svolge tradizionalmente a partire dal giovedì Santo per chiudersi alla domenica successiva alla Pasqua.
La Festa di Santa Maria della Consolazione è invece la festa tradizionale di Todi, che si svolge l’8 di settembre in onore della Madonna della Consolazione, davanti al tempio cinquecentesco.
L’economia locale si fonda sull’agricoltura: si produce uva, olive, cereali e tabacco; sull’allevamento di bovini, suini e polli e su un discreto apparato industriale, all’interno del quale spiccano stabilimenti alimentari, tessili, delle confezioni, del legno, dei materiali da costruzione, metallurgici ed elettronici; notevole anche il movimento turistico e il suo cospicuo indotto commerciale. I ristoranti e trattorie locali, propongono un piatto tipico umbro: la “Pizza di Pasqua” a forma di panettone, fatta con pasta di pane, pecorino, parmigiano grattuggiato, uova e olio d’oliva che a Todi, in particolare, prende il nome di “Pan nociato di Todi” per l’aggiunta, nell’impasto, di gherigli di noce, uvetta, chiodi di garofano e vino rosso, che può essere confezionato in forme anche piccole da accompagnare all’antipasto di affettati misti o ad altre portate del pranzo.
Inoltre, per la ricorrenza di San Giuseppe si gmangiano le Frittelle di riso al profumo di cannella e per Pasqua la “Beccicuta” un pupazzo di pasta dolce o salata cotto al forno insieme ai dolci come la “ciaramicola” una ciambella ricoperta di glassa d’uovo.