L’enogastronomia come leva di attrazione turistica: un trend in forte crescita, con cantine e produttori alimentari che diventano protagonisti di itinerari di viaggio. Ma la capacità di accoglienza dei visitatori non può essere lasciata al caso, deve diventare un elemento trainante della competitività aziendale. Come?
A questo tema “Terre Alfieri in Paniere” (TAP), progetto di valorizzazione dei prodotti tipici delle aziende agricole e vinicole di questa meravigliosa terra di mezzo, tra Monferrato astigiano, Langhe e Roero, ha dedicato un seminario dal titolo “Dinamiche e progettazione dell’accoglienza turistica” nella sede dell’Agrisalumeria Luiset di Ferrere (Asti).
A questa tematica sarà dedicato un secondo incontro che entrerà più in dettaglio e si soffermerà sul “come fare”, come mettere in campo azioni per offrire maggiore benessere agli ospiti.
Sandro Minella, guida turistica, sommelier FISAR e assaggiatore ONAV, e Ilenia Colucci, amministratrice di Love Langhe Tour, hanno illustrato le principali linee guida per strutturare o perfezionare l’offerta turistica. Durante l’incontro, inoltre, è stato presentato il caso di una innovativa App piemontese di promozione turistica, TABUI.
“Sempre più spesso l’enogastronomia viene vissuta come esperienza per conoscere appieno un luogo, non solo per acquistare prodotti locali o degustare piatti tipici – ha spiegato Luigi Franco, presidente dell’Enoteca Regionale Colline Alfieri dell’Astigiano –. Proprio per dare suggerimenti pratici su come Terre Alfiere in Paniere possa essere protagonista della narrazione del territorio e delle sue eccellenze, abbiamo voluto proporre agli operatori del settore due appuntamenti sulle competenze da sviluppare per una progettazione efficiente ed efficace dell’accoglienza”.
I seminari sono l’occasione per analizzare le chiavi che consentono di mettere a punto una proposta valida. “Premesso che non esiste una ricetta valida per tutti, c’è invece una modalità che tutti possono seguire per affrontare il problema: analizzare la propria azienda osservandola con gli occhi degli altri, guardandola come se fosse la prima volta, senza dare nulla per scontato – sottolinea Sandro Minella –. Da qui nasce la domanda: a parità di qualità di prodotto e servizio perché un cliente dovrebbe scegliere la mia struttura? La risposta ci aiuterà a riflettere su quale sia la nostra identità aziendale e quali i punti di forza da valorizzare, in un percorso coerente che non si allontani mai dalla filosofia che ci caratterizza e dal territorio in cui ci troviamo”.
Il turista enogastronomico inoltre, più di ogni altro, solitamente ricerca esperienze; è quindi importante offrire attività interattive, che consentano al visitatore di scoprire, di essere anch’egli protagonista del viaggio. L’esperienza diventa così un tratto distintivo capace di rendere la visita unica e irripetibile.
“Occorre tenere conto della tipologia di cliente con cui ci si relaziona, molto importante, e di conseguenza modulare il linguaggio e le proposte in funzione del fatto che ci stiamo rivolgendo a un viaggiatore per passione, un food lover, un giornalista, un turista curioso o magari un professionista – racconta Ilenia Colucci –. Insomma, in primo luogo è necessario ascoltare per comprendere esigenze e aspettative del nostro interlocutore, perché, citando Italo Calvino, ‘D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda’”.
Tra i tanti elementi da tenere sotto controllo c’è anche quello dell’accessibilità, che deve essere un obiettivo primario per consentire a tutti di visitare i luoghi che desiderano, senza preoccuparsi che eventuali condizioni di svantaggio diventino ostacoli insormontabili.
Un’impostazione corretta, logica e accattivante del progetto di accoglienza non può prescindere dal fatto di possedere un sito internet della struttura che motivi chi legge ad intraprendere il viaggio ancor prima che lo viva.
Altra strategia da mettere in atto è l’ottimizzazione del posizionamento del sito per i motori di ricerca, rivolgendosi ad un SEO specialist: così si viene intercettati più velocemente e le probabilità di essere scelti aumentano. Ancora, è indispensabile corredare i contenuti di immagini particolari o di video che descrivano non solo la struttura ma anche i dintorni, accompagnati dall’offerta di tutte le cose che si possono realizzare soggiornando nella propria struttura. Sfogliare le pagine del sito deve invogliarti a scegliere, a farti già emozionare, prima di partire, a fare sognare. Fondamentale anche utilizzare in modo professionale i social media, affidandosi a professionisti specialisti. L’accoglienza turistica, ormai, non può prescindere da certi presupposti del mondo digitale.
È stato analizzato un case study: Giorgio Proglio, consulente di marketing digitale, ha presentato la App Tabui che, attraverso la realtà aumentata, sullo schermo del proprio smartphone, consente di visualizzare informazioni su quello che si sta inquadrando; una corsia preferenziale per accedere velocemente a informazioni su enogastronomia, sport, punti di interesse, paesi, percorsi, curiosità, beni architettonici, accessibilità etc..
A conclusione dell’incontro molto interessante è stata la degustazione di alcuni salumi prodotti dall’Agrisalumeria Luiset, dopo un’analisi sensoriale dettagliata: sono stati assaggiati un prosciutto cotto, un salame e una pancetta. A condurre l’analisi Gino Casetta, l’ideatore di tutto, il masacrin, il macellatore di maiali, in dialetto piemontese, accompagnato da Daniela Avataneo, collaboratrice aziendale. Qualità eccellente, unica direi, della produzione e conduzione esemplare dell’azienda, attenta al benessere animale e ai problemi ambientali.
Nel corso del seminario è stato assaggiato il miele di Woodland Apicoltura di Jacopo Vigilante, assieme ai prodotti cerealicoli de Il Buon Seme di Luisa Vergnano (foto dei Baci di Dama), in abbinamento ai vini dei soci dell’Enoteca Regionale Colline Alfieri dell’Astigiano.