Incontro Gina Russo, Presidente Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna e titolare delle Cantine Russo di Solicchiata, Castiglione di Sicilia, (Catania), al WIMU, il Museo del Vino di Barolo. Invitata al Convegno-Tavola rotonda “Il Turismo Enogastronomico dalle Langhe all’Etna – condivisione di esperienze, evoluzione della domanda e strategie di posizionamento in due territori di alto livello”, descrive le bellezze del territorio etneo e le eccellenze enogastronomiche che il territorio stesso riesce ad esprimere.
Un paesaggio rurale straordinario che va dal mare dei Ciclopi al fumo del Vulcano, attraverso agrumeti, oliveti, vigneti, castagneti, noccioleti, frutteti. Un meraviglioso territorio baciato dal sole, abbracciato dal vento, accarezzato dalla neve, percorso da colate laviche che dettano sentimenti contrastanti: suggestioni emotive intense ma anche paure e sconforto, un senso di reverente timore e di affascinante impotenza.
Sono le ambiguità di questa terra meravigliosa che legano, da sempre, le storie siciliane, l’intreccio della vita degli isolani: “L’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto”, della bellezza e delle radici della civiltà, aveva sentenziato Wolfgang Goethe nel suo Viaggio in Sicilia, all’inizio dell’Ottocento.
“La Sicilia come metafora”, sosteneva Leonardo Sciascia. Terra di contrasti e di affinità elettive.
La bellezza dell’Etna non sta soltanto nella grandiosità delle eruzioni e nelle colate laviche incandescenti. Attorno al grande Vulcano si estende un ambiente unico e impareggiabile, ricco di profumi, colori, sapori e suoni. Un comprensorio dal paesaggio incantevole, protetto da un Parco naturale che non si può mancare di visitare.
Ma voglio aggiungere, a questo punto, le significative parole che Salvo Foti, (LEGGI L’INTERVISTA), enologo e titolare dell’azienda vinicola “I Vigneri” di Milo (Catania), custode straordinario di “filari di vigna in mezzo a una terra piovuta dal cielo”, pronunciò durante un’intervista, nell’autunno del 2023 a proposito di questa bellezza che gira attorno al Vulcano:
“Questa è una bellezza oggettiva, riconosciuta da tutti quelli che ci vengono a trovare. Una bellezza che a volte scompare per via delle condizioni climatiche avverse o per colpa degli uomini che, ahimè, stanno violentando la natura. Questo è un luogo che non è facile trovare in altre parti del mondo; oltre alla vigna ci sono noccioleti, ciliegi, meli, boschi; c’è tutto un mondo vegetale che vive attorno al vigneto. Anche lui, a sua volta è circondato da bellezza, osserva il mare, scruta il fumo e si veste di cenere. Anche questo mondo assiste allo spettacolo della bellezza, e poi, ogni tanto, vede passare o fermarsi qualcuno… sono gli uomini che l’accarezzano”.
La Strada del Vino dell’Etna è un percorso evocativo che ha lo scopo di promuovere e valorizzare i territori ad alta vocazione vitivinicola. Associazione che annovera più di 90 associati le cui cantine sono situate in posti incantevoli, molte sentono il borbottio di Sua Maestà l’Etna e guardano il mare. Numerose le aziende agroalimentari e artigianali che producono, trasformano e commercializzano in tutto il mondo: dalla frutta ai pistacchi, dai fichidindia agli agrumi, dalle marmellate ai mieli, alle prelibatezze della pasticceria (LEGGI L’ARTICOLO SULLA PASTICCERIA RUSSO DI SANTA VENERINA (CATANIA)).
È in questa Sicilia che ci “porta” Gina Russo con la sua narrazione, nell’intervista che mi ha rilasciato durante il Convegno al Museo del Vino. Parla di Turismo enogastronomico sulle strade che girano attorno al Vulcano, un territorio che si è messo in luce negli ultimi anni, attirando l’attenzione dei critici, degli appassionati di tutto il mondo, attraendo anche molti produttori, giunti da fuori regione per investire sui vigneti di suolo vulcanico.
L’INTERVISTA
Presidente, oggi qui a Barolo per parlare di Turismo enogastronomico. Dal fumo dell’Etna alla nebbiolina autunnale delle Langhe. Come si sono incontrate la “Strada del Barolo e grandi vini di Langa” con la “Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna”?
“È stato un invito della “Strada del Barolo e grandi vini di Langa”, per uno scambio di esperienze. Per noi, che siamo relativamente giovani anche se abbiamo vent’anni di vita, questo invito ha rappresentato un momento di condivisione molto interessante, visto che da una decina di anni abbiamo messo l’acceleratore sulle iniziative di promozione del territorio, in quanto ci serve come conoscenza, per capire come si muovono le altre associazioni, per crescere”.
“Stiamo portando avanti un Progetto, “Strade che s’incontrano”, e già, due anni fa, abbiamo incontrato la “Strada del Vino del Trentino”. Tutto questo per studiare anche strategie di posizionamento del nostro territorio. Abbiamo intenzione di ricambiare questo invito accogliendo in Sicilia la Strada del Barolo per farla incontrare con i nostri associati, non solo vignaioli, ma olivicoltori, ristoratori, altri protagonisti dell’enogastronomia alle falde dell’Etna”.
Quali prerogative, paesaggistiche, culturali, enogastronomiche mette in campo “La Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna” per accogliere il visitatore su quei meravigliosi versanti. Cosa offre quel girotondo attorno al Vulcano!
“Di sicuro, chi arriva sull’Etna è un viaggiatore che ama la montagna, che vuole vivere un’esperienza unica; che vuole percorrere sentieri paesaggistici che dal mare si inerpicano verso la vetta e visitare luoghi incantevoli, accompagnati da guide esperte; un turista che desidera respirare l’aria del Vulcano stesso e ascoltare il silenzio della Natura, con una vista mozzafiato incredibile. Poi c’è la possibilità di risalire le pendici con un trenino lento, la Circumetnea, il Treno dei Vini, che attraversa il paesaggio lunare etneo, tra antiche vigne, vecchi palmenti, muretti a secco di pietra nera, campi di ginestra profumati e distese di fichidindia, guardando il mare che si fa sempre più lontano. Una magia vera e propria che si chiama emozione”.
“E poi, le visite nelle Cantine, le degustazioni dei nostri particolari vini vulcanici che hanno il sapore di quella terra, di quei minerali, il sentore dei fiori della nostra “Muntagna” e l’avvolgente profumo di salsedine; ma anche, la scoperta dei borghi storici abbarbicati sulle rocce laviche che guardano anche l’azzurro del mare, che raccontano storie di vita quotidiana di quelle contrade, di uomini e di donne e di tante fatiche. Un’esperienza immersiva, completamente”.
Vedo proiettata in sala una slide che riprende l’Etna che sbuffa, il borgo splendido di Barolo col suo meraviglioso castello in mezzo ai vigneti e una vigna etnea di venti filari nascosta nel bosco. È bellissimo il colpo d’occhio che racchiude tante bellezze
“Si, è vero! Sono immagini incantevoli che sembrano raccontare il mondo delle favole. Se mi permette di guardare alla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna, applaudendo in ogni caso questo splendido borgo del vino che si chiama Barolo, posso affermare che ci troviamo all’interno del Parco Naturale dell’Etna, dove i boschi sono tutelati, e non è difficile incontrare filari di vigneti tra la vegetazione boschiva. È una biodiversità ricchissima che serve alla vite”.
La qualità dei vini dell’Etna, gentile Presidente, negli ultimi anni sta alzando l’asticella, esplode come il Vulcano. A chi il merito di tutto questo?
“Mi sento di attribuire due meriti: il primo alle aziende resilienti, quelle che non hanno abbandonato il territorio in tempi molto complicati e difficili della viticoltura etnea, gli anni Ottanta; hanno continuato a credere in quel territorio, a coltivare e ad investire. Poi negli Anni Novanta, a cavallo del Terzo Millennio, sono cominciati ad arrivare altri produttori siciliani ma anche dal Nord, perché avevano intuito che su questa montagna si potevano fare grandi cose, si potevano produrre vini eccellenti, approfittando delle condizioni pedoclimatiche dei luoghi e della geologia del terreno. Quindi, il secondo merito va a loro, ai nuovi arrivati che hanno dato anche coraggio e speranza a coloro che erano rimasti!”.
Stamattina , in questa cornice molto suggestiva, sono intervenuti personaggi che rappresentano Enti, Istituzioni, Associazioni molto importanti e strategici per il Turismo Enogastronomico di Langhe-Roero e Monferrato, rappresentanti del Patrimonio Unesco dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, della Strada del Barolo e grandi vini di Langa. Qui Patrimonio vitivinicolo e culturale coesistono, si parlano, si integrano. Quale è la situazione sulla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna. A livello culturale cosa offre il vostro territorio?
“La nostra filosofia parte dal presupposto che la Strada debba essere uno strumento, un veicolo strategico per portare gente su queste pendici favolose, non solo per stappare bottiglie e incrociare calici beneauguranti. Non vogliamo che tutto si traduca in degustazioni, masterclass, assaggi di prodotti tipici, ma che serva a fare scoprire luoghi, paesi, città, borghi anche un po’ nascosti, che, molte volte sono sconosciuti anche agli stessi siciliani. Vogliamo che si conosca la storia, la cultura di queste genti che hanno preferito di rimanere qui in questo mondo silenzioso e affascinante. C’è tanto da vedere, luoghi impensabili che raccontano storie di vita e modi di vivere. Dobbiamo tramandare il passato, la memoria di queste terre ai posteri. Qui si possono assaggiare ancora i sapori d’una volta, qui ancora esistono”
I vignaioli e i produttori di questi luoghi hanno la percezione che molto sta cambiando su quei terrazzamenti, hanno la consapevolezza che quelle zolle di terra nera sono futuro? I giovani siciliani mostrano cura e attaccamento verso quel mondo rurale che stava per sfuggire di mano?
“Certo, molti giovani stanno prendendo in mano antichi appezzamenti dei nonni, ormai abbandonati, alcuni che erano andati via in cerca di fortuna stanno tornando con l’obiettivo di dare vita ad una vigna dismessa, di riprendere vecchi appezzamenti abbandonati e riconvertirli. Si nota un certo risveglio degli animi. La terra ha ripreso il suo fascino e molti se ne stanno accorgendo. Tanti arrivano anche dall’estero”.
L’Etna non fa paura, come Vulcano, rimane terra meravigliosa su cui produrre, che guarda al futuro. Lei che sensazioni ha? Vede delle criticità?
“Vedo un bellissimo futuro per questa nostra Strada, siamo ancora agli inizi, i sogni sono tanti, i progetti nel cassetto numerosi. Sono ottimista. Ci vuole cooperazione e condivisione, la Strada è di tutti e anche noi dobbiamo percorrerla, dobbiamo far si che diventi più importante. Quello che sto comprendendo qui, nelle Langhe, è fantastico. È un esempio per tutti, torno in Sicilia con un bagaglio molto ricco di idee, di conoscenze, di punti di vista e di realizzazione di progetti davvero encomiabile. Criticità? Certo! Noi siamo un’associazione no profit, si mantiene solamente con le quote associative, non abbiamo aiuti economici dalle Istituzioni. Mi auguro che altre associazioni importanti credano in questo progetto, si possano unire alla nostra e creare un qualcosa che possa dare davvero una spinta a questa meraviglia. Ci vuole anche la collaborazione della Politica”.
LA SICILIA RESTA UN GIOIELLO
Ma torniamo da dove siamo partiti. “Malgrado la sua storia tormentata la Sicilia resta un gioiello”. Ecco di nuovo Goethe. E allora partiamo dalle terrazze di vigne antiche, dalle cantine che profumano di mosto, dai limoneti colorati della riviera e risaliamo… risaliamo, tra borghi di pietra e romantiche trazzere di terra nera che portano lassù sul Vulcano, verso il Paradiso, e da lì, tra gli Angeli, guardiamo in basso. Ci accorgeremo, in lontananza, che l’Armonia esiste, che la Natura è ancora figlia dell’Uomo. Ma, forse, occorrerebbe rimanere lì, lontani da tutto, per qualche tempo o forse per sempre (sempre che Sua Maestà ce lo permetta!). E, se ci siamo portati dietro alcune tavolozze, le dipingeremo di bellezza e di felicità.