L’Italia è disseminata di cosiddetti “paesi fantasma”;sono soprattutto quelli situati nelle zone più impervie delle montagne, Alpi e Appennini, che nei decenni scorsi si sono via via spopolati, abbandonati dalla gente emigrata a valle o anche in paesi lontani in cerca di migliori condizioni di vita; uno dei tanti, in Valtellina, è Sostila, piccolo borgo situato a 820 metri di quota nella Val Fabiolo, una laterale della vallata del Tartano dove, nel ’28, risiedevano 120 persone, ridotte ad appena 14 anziani nel ’60.
L’antico cimitero, in stato di abbandono, è l’unico elemento che ricorda un passato remoto di vita faticosa e piena di sacrifici, dove in estate le ore di sole sono poche e in inverno praticamente non si vede.
Oggi a Sostila non vi abita più nessuno in pianta stabile, ma in primavera e soprattutto d’estate la gente torna a popolare il paese, dove la maggior parte delle case sono state ristrutturate e vi sono diverse baite tra i boschi di faggio che lo circondano.
Cataste di legna, giardini ordinati, balconi fioriti ed anche diverse pecore nei pascoli vicini denunciano però una presenza di persone, se non proprio abitativa, abbastanza costante.
Sostila, che si ripopola un po’ d’estate
L’affluenza di gente è notevole soprattutto in agosto, quando si celebra la ricorrenza della Madonna della Neve cui è dedicata la chiesetta del borgo; la prima domenica del mese, quando si tiene la Festa, il paese è strapieno di gente che sale da tutta la valle per godere il fresco dei boschi e la tranquillità del posto, lontano dai gas di scarico delle macchine.
Sì, perché a Sostila le auto non arrivano proprio, perché non c’è una strada per arrivarci; la si può raggiungere solo a piedi, a cavallo, in mountain bike, percorrendo l’antica mulattiera della val Fabiolo che parte del sottostante piccolo borgo di Sirta, peraltro pesantemente danneggiata dall’alluvione e dalle frane del 2008 provocate dal torrente Fabiolo, oppure salendo per un sentiero che, partendo dall’inizio della val Tartano, sale con molte ripide “serpentine” dalle quali è possibile ammirare bellissimi scenari del sottostante fondovalle e dei versanti opposti delle Alpi Retiche.
Sostila, una storia molto antica
La storia di questo borgo è anch’essa remota; probabilmente venne fondato in epoca medioevale da qualche famiglia della bassa per sfuggire alle razzie degli eserciti scesi dal nord.
Tra le leggende tramandate da generazioni che circondano la storia di Sostila si racconta di episodi di stregoneria avvenuti nei pressi del Crap di Mezzodì e di un preti che lanciavano il malocchio su uomini e bestie, per poi poter praticare i loro sacri esorcismi; anche i teschi di capra appesi sopra molte stalle del borgo pare siano elementi messi per tener lontani i temuti demoni.
Sostila, c’è il rifugio per gli escursionisti
Poco fuori dal borgo un’abitazione è stata adibita a rifugio, con tanto di letti e cucina, per la sosta degli escursionisti che vi transitano; un modo per aprire al turismo anche questa zona che ha nelle bellezze della natura la sua peculiarità.
E’ anche stata creata di recente un’Associazione per il recupero della cultura e delle tradizioni locali, che si sta interessando anche della manutenzione architettonica del borgo, dei sentieri, dei boschi di castagno e della valorizzazione degli antichi frutteti di pere di Sostila, in collaborazione con la Fondazione Fojanini di Sondrio; tra i vari progetti c’è anche quello della realizzazione di un Ecomuseo dell’Architettura rurale e della pastorizia delle Orobie, assieme all’Associazione Furfulera di Tartano.