Posizionata su una terrazza tufacea nel cuore del Sannio, Sant’Agata de’ Goti si affaccia su un’ampia gola fra il massiccio del Taburno e del monte Saucolo, su una propaggine tufacea tra due affluenti del fiume Isclero, che formano uno spettacolare incrocio di profondissimi valloni.
Sul territorio dell’antica “Saticula”, come era chiamata in precedenza, passeggiarono i romani, poi Longobardi, Unni, Vandali e Goti, quindi Normanni, Svevi ed Angioini, fino ai Borboni; è rimasta sede vescovile per un millennio, fino a venticinque anni fa.
Tante le opere che nel corso dei secoli ne hanno abbellito il piccolo centro storico a semicerchio; tra queste una particolare importanza l’ha rivestita l’acquedotto Carolino, realizzato con grande perizia tecnica dall’architetto Luigi Vanvitelli.
Sant’Agata de’ Goti; l’acquedotto
L’acquedotto, alimentato dalle acque del Tiburno, raggiungeva la Reggia di Caserta passando anche da Sant’Agata de’ Goti, servendo i mulini, le vasche, le fontane, le peschiere ed i giardini, oltre a servire all’irrigazione dei campi, all’abbeveraggio del bestiame, ai pastifici.
La mela annurca di Sant’Agata de’ Goti
Intorno al paese il territorio è prevalentemente collinare e vi si pratica un’agricoltura che da sempre produce prevalentemente olio, vino, mele, ciliegie, ortaggi, cereali e legumi.
La mela annurca oggi Igp, piccola e schiacciata, con una polpa bianca, acidula e profumata, era già conosciuta e apprezzata anche dagli antichi romani, come anche i vini prodotti nel paese e nei dintorni: la Falangina e l’Aglianico, entrambi Doc.
Notevoli le vestigia religiose rimaste in paese, a cominciare dal Duomo, fondato nel 970 e rifatto o ristrutturato successivamente, anche a causa di eventi sismici; o la chiesa di Chiesa di Sant’Angelo in Munculanis di epoca longobarda.
La Chiesa dell’Annunziata, quella di San Mennato del 1100, Il portale di Palazzo San Francesco, Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e l’attiguo Monastero delle Suore Redentoriste sono tra i principali monumenti religiosi di Sant’Agata de’ Goti, mentre il castello ducale longobardo, modificato successivamente dai dominatori normanni, è il più importante tra quelli civili.
L’infiorata di Sant’Agata de’ Goti
Tra le numerose attività che Sant’Agata de’ Goti propone ai propri visitatori, ce ne sono alcune particolarmente interessanti: tra queste l’Infiorata del Corpus Domini, con relativa processione, il “Falangina Felix”, per celebrare il suo straordinario vino, il “Festival delle Musiche e delle Altre Culture” ed il “Festival del Bacio”, che esprime tutto nel suo titolo.
“La Giostra del Cavaliere Turchino“, e “ritorno al Medioevo” sono invece rivisitazioni dell’epopea medioevale locale, mentre ”, “I mesi dell’anno“, è la rappresentazione popolare e grottesca delle scadenze stagionali della vita campagnola.
Un’altra iniziativa che riporta indietro nel tempo è la manifestazione “Dal Brigantaggio ad Oggi“, che offre la possibilita’ di percorrere i sentieri, i posti e rivivere le vicende del brigantaggio che si sono avute in queste contrade, apprezzando le incantevoli bellezze naturali ed ambientali del Taburno.
La cucina tipica locale
La cucina locale è fatta di specialità molto semplici con primi piatti quali “Cecatielli, Cazzarielli” e “Lagane“, “Cavatelli con broccoli”, “fiavole” “panzerotti” fritti ripieni di ceci e cannella.
Inoltre sono tipici della cucina sannita i “mugniatielli“, involtini a base di fegato, polmone, animella, prezzemolo, aglio, avvolti con budella di agnello e di legumi.
Tra i prodotti tipici, oltre all’olio extravergine d’oliva, troviamo il tipico “Caciocavallo Podolico“, duro, saporito ed a scaglie, ottenuto con latte di vacca esclusivamente della razza Podolica.