All’interno del Parco Naturale delle Tre Cime nelle Dolomiti di Sesto, in una posizione bellissima, sul fondovalle c’è San Candido, salito all’onore delle cronache e della già altissima notorietà, per la serie televisiva Rai “Un passo dal cielo” ambientata in paese e nelle montagne circostanti.
San Candido, in alta Val Pusteria, poco più di 3000 abitanti, molti di più nelle stagioni canoniche del turismo, sia estivo che invernale, è un piccolo borgo alpino nella vallata della Drava con un pittoresco centro storico circondato da imponenti vette alpine e bizzarre formazioni rocciose che racchiudono numerosi laghi palustri.
San Candido: una storia antica
Il piccolo borgo è sorto nel periodo medioevale, sviluppandosi attorno ad un Monastero di frati benedettini dipendente dalla diocesi di San Corbiniano, a Frisinga, in Baviera e per secoli è rimasto soprattutto un centro religioso, come dimostrano i numerosi luoghi di culto del suo centro storico e solo nel ‘700 ed ‘800 si iniziò a costruire anche case e palazzi signorili.
In precedenza la zona era stata abitata da popolazioni illiriche, celtiche, poi dai romani ed infine dagli slavi; situata oltre lo spartiacque alpino, San Candido avrebbe dovuto far parte del territorio austriaco dopo la prima guerra mondiale, ma ragioni di ordine militare la spostarono in Italia.
San Candido: l’incantevole Colleggiata
All’interno del paese vi sono 5 Chiese, tra le quali la millenaria Colleggiata, la chiesa romanica più bella di tutta l’area meridionale di lingua tedesca, che prese il posto del preesistente Monastero benedettino, con il suo poderoso campanile.
Notevole, nella sua semplicità, anche la seicentesca Chiesa del convento dei Francescani, affacciata sul rio Sesto, la Chiesa Parrocchiale di San Michele, del XII secolo in stle romanico e la Cappella di Altötting e del Santo Sepolcro, che sono, in realtà, tre cappelle costruite l’una nell’altra.
Terra di agricoltura e zootecnia
L’economia di San Candido è sempre stata, nei secoli, legata all’agricoltura ed all’allevamento, con i prodotti tradizionali che hanno sempre caratterizzato queste attività.
Oggi, tra le attività più importanti, c’è quella della produzione di speck, con la presenza di una grande impresa leader internazionale nella lavorazione degli insaccati e lo stabilimento di un’impresa di imbottigliamento di acque minerali che tiene viva la tradizione delle fonti del bosco di San Candido, l’acqua “Kaiserwasser”, cara agli imperatori austriaci.
Un turismo per tutte le stagioni
Oltre a queste attività industriali, sono ben presenti anche diverse attività artigianali ed agroalimentari, ma quella maggiore sono senz’altro le attività legate al turismo, che sulle Dolomiti copre due stagioni, senza disdegnare un discreto movimento anche nelle altre due.
Cominciato con un turismo elitario all’inizio del ‘900, le presenze si sono fatte via via più consistenti soprattutto in inverno nel secondo dopoguerra e negli ultimi decenni si è fortemente sviluppata la villeggiatura estiva grazie agli appassionati di escursioni e passeggiate, di cicloturismo e mountain bike.
L’enogastronomia e la cucina di San Candido riflettono quella tipica altoatesina, con prodotti di altissima qualità, dai formaggi di malga ai salumi, dalle mele ai frutti di bosco, dai funghi ai tanti tipi di pane ed agli ottimi vini. Altoatesini.
Nei ristoranti, trattorie, quelle più moderne e quelle di una volta, tra cui spicca ancora un’insegna settecentesca, nei rifugi e agriturismi, è facile trovare piatti tradizionali come il gulasch di cervo, i canederli allo speck, i Schlutzkrapfen, simili ai ravioli ripieni di spinaci e ricotta, i polli arrosto, le luganighe e le frittelline ripiene che chiamano tirtlan.
Tanti anche i dolci tipici, come lo strudel di mele, i Strauben ed i krapfen; nel periodo di carnevale vengono preparate le tradizionali frittelle di San Candido, una sorta di pagnottine di pane raffermo ammollato nel latte, mescolato alla farina ed ai mirtilli e fritti nell’olio.