Ho trovato così interessanti queste parole di Marina Mastromauro, amministratore delegato del Pastificio Granoro, una delle eccellenze alimentari italiane, che ho deciso di farle arrivare a tutti i lettori di Food And So On, perché le condivido in pieno, come spero lo sia per la maggior parte, se non tutti, quelli di noi che amano il nostro Belpaese. M.T.
«Ho deciso di condividere con chi ci legge le scelte strategiche fatte da Granoro in tempi non sospetti (parliamo del 2007), perché la nostra storia dimostra come, puntando con forza sulla qualità e la caratterizzazione d’origine dei prodotti, il Made in Italy abbia la possibilità non sono di continuare a crescere su nuovi mercati, ma anche di riappropriarsi della leadership in quelli dove sono entrati e continuano a entrare competitor di altri paesi.
Per noi tutto ha avuto inizio una quindicina d’anni fa, quando ci siamo chiesti come mai le semole italiane che compravamo per realizzare la nostra pasta non avessero un livello qualitativo alto come quello dei grani duri prodotti in Usa, Australia, Canada, ecc…
La prima risposta che abbiamo ottenuto, parlando con i protagonisti del settore primario, è che gli agricoltori non riuscivano a garantire una produzione di alta qualità perché i prezzi di mercato non erano remunerativi per farlo. Il tema riguardava la sostenibilità economica delle produzioni agricole. Da lì è nata la nostra prima idea di fare accordi di filiera per premiare gli agricoltori più virtuosi, in grado di adottare pratiche agronomiche tali da poter ottenere un prodotto di maggiore qualità, superiore ai normali standard italiani.
Il secondo step è stato quello di stringere una partnership con la più grande cooperativa di cereagricoltori pugliesi, con sede ad Apricena, che aggrega oltre 2500 aziende agricole, e con un mulino di medie dimensioni per creare una rete di operatori che, lavorando in filiera in modo virtuoso, arrivassero a quella produzione di qualità di cui avevamo bisogno.
Dalla rete è quindi nato il progetto “Dedicato” così chiamato perché è una dedica alla nostra terra, che connota la produzione di pasta 100% pugliese. A distanza di anni la pasta Dedicato di Granoro non solo si è ritagliata un posto di rilievo sugli scaffali della grande distribuzione italiana, ma è diventata un’arma strategica estremamente efficace per distinguersi dai concorrenti che stanno crescendo sui mercati esteri. Purtroppo, infatti, nel tempo i costruttori italiani di macchine per pastifici hanno venduto il nostro know how anche all’estero e paesi che prima non erano produttori di pasta (o lo erano in misura ridotta) oggi sono diventati player importanti: mi riferisco, tanto per fare un esempio, alla Turchia che produce grano duro e pasta e sta conquistando i mercati giapponesi, coreani, africani, dove fino a qualche anno fa avevamo una leadership indiscussa che stiamo purtroppo perdendo.
In questo momento di difficoltà per le imprese italiane, in cui ci si interroga su come il made in Italy possa rialzare la testa, partire da una riflessione sull’opportunità di accelerare il percorso di caratterizzazione dei nostri prodotti e su come lavorare perché la loro qualità diventi distintiva, può essere un’opportunità per tutti».
Marina Mastromauro
AD Granoro