La Scafata è una pietanza antica del territorio umbro, caratteristico della semplice cucina contadina realizzato con prodotti del territorio.
Si tratta di una minestra che veniva preparata in primavera, usando verdure fresche come fave, cipollotti, pomodori e finocchietto con pancetta a dadini.
La Scafata, chiamata anche baggiana, che deriva il suo nome da “scafo”, un termine dialettale per indicare il baccello della fava, era la versione “povera” della classica zuppa di verdure, che comprende molti più prodotti dell’orto, anche se più saporita per l’aggiunta della pancetta.
La sua preparazione prevede che vengano brevemente scottate le fave in abbondante acqua salata, poi sgocciolate per far loro mantenere bel colore verde brillante.
Quindi si taglia il guanciale o la pancetta a dadini, si affettano i cipollotti, i pomodori, le bietole, ed il finocchietto; si fa soffriggere la carne del maiale in una casseruola, possibilmente di coccio, con i cipollotti ed il finocchietto, con alcuni cucchiai d’olio; le fave e le bietole vanno aggiunte dopo qualche minuto.
A questo punto si lascia cuocere a fuoco basso con il coperchio aggiungendo dopo una decina di minuti i pomodori, con un pizzico di sale e di pepe e continuando la cottura per altri dieci minuti circa, comunque finché le fave saranno cotte, aggiungendo se necessario dell’acqua bollente; prima di servire, la Scafata umbra viene aromatizzata con foglie di mentuccia spezzettate.