La nduja è un salume morbido tipico delle zone del Monte Poro e soprattutto del piccolo borgo di Spilinga, che vi dedica anche un’affollatissima Sagra, caratterizzato dalla presenza del peperoncino rosso che gli conferisce un forte sapore piccante.
Si può comunque affermare senza ombra di dubbio che la nduja rappresenti in tutto e per tutto associato alla gastronomia calabrese, venendo oggi prodotto non solo nel paesino della provincia di Vibo Valentia ma un po’ in tutta la regione.
Nduja, la preparazione
La sua preparazione, che un tempo prevedeva l’uso di carni grasse e poco nobili del maiale, oggi ha modificato tale indicazione preferendo le carni scelte dell’animale.
La carne viene tritata in maniera molto fine, quindi si aggiunge all’impasto il peperoncino calabrese, in quantità differenti a seconda del livello di piccantezza che s’intende ottenere.
Una volta preparato e speziato l’impasto, viene insaccato in un budello naturale e quindi affumicato e messo a stagionare per alcuni mesi.
Il suo colore è di un rosso particolarmente intenso, dovuto alla presenza del peperoncino calabrese, un prodotto che rappresenta la tradizione, la storia e la cultura di questo territorio.
In genere la nduja viene consumata spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se ancora calde, o utilizzata per fare il ragù o ancora da aggiungere al sugo di pomodoro per condire pasta e pizza o assieme alle uova nelle frittate.
Essendo un prodotto spalmabile, in Calabria soprattutto, viene consumata anche su fettine di formaggio semi stagionato.
Con il nome “nduja” o più semplicemente “duja”, termine di origine latino che significa “introdurre”, si fanno analoghi tipi di insaccati anche nel nord Italia ed in Francia.