La fuata è una preparazione caratteristica del nisseno, nella quale viene utilizzata come base lo stesso impasto della pizza; la pasta viene poi condita con pomodoro, sarde e pecorino: una vera prelibatezza per buongustai.
Va detto che la si trova un po’ in tutta la Sicilia, anche se conosciuta sotto altri nomi.
Fuata, la preparazione
La sua preparazione prevede vengano dissalate le sarde sotto l’acqua corrente e deliscate; nel frattempo si devono scottare i pomodori per qualche minuto in acqua caldissima, spellarli e tagliarli a grossi dadi, unendovi aglio sminuzzato.
Per la pasta, che dovrà essere morbida ed elastica, la preparazione è quella tipica della pizza che, dopo essere fatta, va tagliata in quattro parti ed appiattita con le dita, prima di essere messa sulla teglia foderata con carta da forno e decorata con il pomodoro.
A questo punto, per completare la guarnizione, si mettono sopra le sarde, ricoprendole con foglioline di origano, sale, formaggio pecorino, un filo d’olio extravergine di oliva e pepe nero macinato al momento.
Le fuate vanno cucinate in forno caldo a 230° per circa un quarto d’ora, finché la pasta sarà cotta e la superficie lievemente dorata; un tempo venivano cotte nei forni di pietra delle case di campagna, già caldissimo dopo la cottura del pane settimanale.
Appena tolte dal forno ci si mette sopra un filo d’olio e si fanno combaciare l’una contro l’altra, lasciando all’interno il condimento.
Cucinandole nei forni moderni, il gusto delle fuate rischia di non essere lo stesso di quelle che si mangiavano un tempo, come tante altre cose, del resto; la fuata nissena va comunque servita ben calda in tavola per la consumazione.