Nell’area del Delta del Po, in una zona chiamata “Sacca di Scardovari”, viene allevata il “Mytilus galloprovincialis”, la cozza di Scardovari, oggi prodotto Dop della provincia di Rovigo.
La cozza è un mollusco della famiglia dei Mitilidi, ricoperto da due valve simmetriche di circa sei-otto centimetri di lunghezza, forma ovale allungata e di colore nero o nero violaceo all’esterno e madreperlaceo all’interno.
Non è raro incontrare anche mitili più lunghi; il record è stato toccato da un esemplare di 166 millimetri, conservato al Museo del Mare di Barcellona.
L’animale è racchiuso tra le due valve di colore giallo intenso nella femmina, biancastro nel maschio; l’odore ed il gusto sono delicati, tendenti al salmastro.
Oltre che nella Sacca, la Cozza di Scardovari è allevata dai pescatori del Polesine, riuniti in Consorzio, anche in mare aperto, al largo delle coste di Rosolina e Scardovari, in impianti galleggianti con sistemi di allevamento in sospensione.
Questo mitile, sopportando brevi periodi di emersione, forma delle fitte colonie che scendono fino a diversi metri di profondità.
La cozza si riproduce in primavera; vive attaccata ai diversi substrati mediante un filamento solido di fibre proteiche denominato bisso e viene staccata dal suo supporto mediante raschiamento.
Una carne magra e proteica
La carne di questo mollusco è magra e contiene una discreta quantità di proteine e un buon apporto di ferro e vitamina A; il periodo più favorevole al consumo è la primavera e l’estate; può essere mangiata anche cruda, ma viene apprezzata soprattutto gratinata al forno o come saporito componente delle zuppe di pesce.
Le cozze di Scardovari vengono commercializzate sia fresche che congelate nei mercati ittici di tutta la zona, e da qualche tempo anche oltre, dal Consorzio dei Pescatori del Polesine.