Il Pigato è un vitigno originario della Grecia, considerato una varietà di Vermentino, che ha attecchito molto bene nel territorio della Liguria occidentale ed in particolare ad Ortovero, dove fu portato nel corso del Medioevo.
Qui vi fu portato all’inizio dell’800 dall’arciprete Francesco Gagliolo e da allora Ortovero fu considerata proprio la “culla del Pigato”, la cui vicinanza al mare delle sue colline conferiscono a questo vino una notevole sapidità ed un bouquet molto intenso.
Qualcuno sostiene che il termine Pigato derivi dal latino picatus, ovvero impeciato, termine che ricondurrebbe alle piccole macchie presenti sulla buccia bianca degli acini.
In genere viene coltivato in collina, ad un’altitudine di almeno 300 metri slm: in un ambiente, quindi, vicino al mare ma anche in grado di godere di una escursione termica notturna, che favorisce il patrimonio di profumi di questo classico vino ligure.
Le uve vengono vinificate in criomacerazione a temperatura controllata effettuando ripetuti rimontaggi. Ne deriva un vino bianco secco di colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato, profumo ampio intensamente fruttato, fragrante, con sentori di susina, pesca matura, miele e lievi sentori di frutti gialli, muschio e resine boschive.
Un sapore secco ma morbido
Il sapore è secco ma morbido, ampio al palato, delicatamente caldo, sapido, di buon corpo, di ottima persistenza e con un piacevole fondo amarognolo.
E’ un vino con una consistente gradazione tra i 12 ed i 15°, che viene prodotto anche nelle versioni amabili e passito e che da il meglio di sé nel primo anno di vita.
E’ ottimo per accompagnare piatti a base di funghi, soprattutti insalate di ovoli e porcini, ma anche cipolle ripiene; tortino di porri; crespelle con funghi; zuppa di cipolle, o primi piatti fatti di paste condite con il pesto: gnocchi, trofiette, lasagne, corzetti e trenette; risotti e paste con funghi e piatti di pesce e crostacei.