Il sedano nero di Trevi viene coltivato nella striscia di terra compresa tra la strada Flaminia ed il fiume Clitunno, detta “le canapine”, perché un tempo era adibita alla coltivazione della canapa.
L’aggettivo “nero” deriva dalla colore particolarmente scuro che assume prima di essere sottoposto alla speciale lavorazione di rincalzatura, ossia l’interramento della pianta, che ne permette l’imbianchimento.
Il prodotto finale è un sedano bianco candido, privo di fastidiosi fili, molto lungo, con un cuore molto polposo e tenero ed un sapore intenso.
La sua coltivazione è un vero e proprio rituale, invariato da secoli: la tradizione antica prevede che la semina avvenga con luna calante nella quindicina di Pasqua, possibilmente il Venerdì Santo.
Le piante giungono a maturazione circa sei mesi dopo, nel mese di Ottobre, quando vengono legate ed interrate per un periodo di quindici giorni, al termine del quale i sedani vengono raccolti, lavati e venduti.
Questa coltivazione, a Trevi, è arrivata dopo le bonifiche settecentesche del territorio; la produzione di sedano nero è limitatissima in quanto coltivato in uno strettissimo lembo di terra tra il Borgo ed il fiume Clitunno, dove c’è una terra argillosa, umida e fertilissima, adatta alle colture che sfruttano molto il terreno.
La quasi totalità della produzione, infatti, viene esaurita il giorno della “mostra-mercato del sedano nero di Trevi” organizzata per celebrarne le virtù e consumata nelle taverne e nei ristoranti locali nel mese di ottobre, in contemporanea con la Sagra della Salsiccia, che propongono i due prodotti da soli o abbinati in tante gustosissime ricette.