Il pomodoro non è solo un prodotto della terra, ma una vera e propria gloria alimentare; non è un caso quindi che proprio in Campania sopravvivano ancora varietà tipiche, di nicchia, poco conosciute come il Pomodorino di Corbara o Corbarino.
L’area di coltivazione è immersa in un microclima particolarmente favorevole per l’ottima esposizione al sole e per la presenza della brezza marina ricca di iodio tra Corbara e i Monti Lattari alle spalle di Amalfi e della Costiera Amalfitana.
Ha un sapore salino che dona la sensazione di mangiare il mare, forse perché cresce dove può “respirare” il mare; il Corbarino si coltiva ancora in maniera tradizionale dove non ci sono strade e serre o irrigazione a parte l’acqua piovana, tutto è rimasto come un tempo… Un prodotto che ha riportato i contadini ad amare la propria terra e la raccolta con carriola e muli.
Figlio del sole e del fuoco
Dalle origini antiche, si presenta come un piccolo pomodoro a forma di lampadina; c’è chi afferma che sia figlio dell’amatissimo San Marzano, altri che ne sia addirittura il padre.
Ad ogni modo questo piccolo pomodoro da conserva, è un prodotto di grande eccellenza, indubbiamente di nicchia, prodotto esclusivamente sui terreni vulcanici, costituiti da pietra lavica e lapilli.
Tra i numerosi ecotipi locali, il Pomodorino di Corbara fresco o trasformato, è quello che più si contraddistingue per caratteristiche organolettiche e qualitative tipiche; dallo spiccato sapore agrodolce, alla tipologia Corbarino sono assimilati diversi biotipi, la cui selezione è stata curata nel corso degli anni, dagli stessi agricoltori.
Essi, con molta probabilità, derivano da vecchie varietà da conserva, coltivate in zona.
«La mia azienda è nata come un laboratorio – illustra Carlo D’Amato, esperto conoscitore del Corbarino e fondatore dell’azienda I Sapori di Corbara – dove diamo spazio all’eccellenza e dove, in 10 anni, siamo riusciti a recuperare un prodotto di grande qualità che stava scomparendo, come il pomodorino Corbarino, e l’abbiamo riportato sulle tavole. Per noi è stato un impegno territoriale in cui i contadini sono stati i veri grandi protagonisti».
Un salto nel passato
L’area di origine sembrerebbero le pendici dei Monti Lattari, sia sul versante costiero – Amalfi e Sorrento– sia sul versante interno -confine sud della Valle del Sarno-, dove si trova il comune di Corbara e sulle cui colline è stato sempre tradizionalmente coltivato.
Fino a poco tempo fa, il Corbarino era coltivato quasi esclusivamente in zone collinari, senza alcun sussidio irriguo.
Le produzioni erano destinate prevalentemente ai mercati locali per il consumo fresco o per la produzione artigianale di conserve o come pomodori da serbo, conservati a grappolo per il consumo invernale.
L’aumento della domanda, anche al di fuori dell’ambito locale o regionale, e un notevole interesse da parte di trasformatori locali, hanno determinato uno sviluppo della coltivazione anche in aree di pianura, dove si ottengono produzioni più elevate, anche se con caratteristiche qualitative inferiori.
Dolce e salato
Uno spettacolare Scarpatiello al Corbarino; Spaghetti con Corbarino e provola affumicata; Pizza con mozzarella di bufala e Corbarino; Risotto ai Corbarini, ma anche una Ganache al cioccolato bianco con pomodori canditi di Corbara e basilico, una crema densa e allo stesso tempo vellutata, perfetta per guarnire e decorare ma ottima anche da sola… assolutamente da provare!
Sono molteplici gli Chef che lo utilizzano nelle più svariate ricette, mentre ormai lo si trasforma anche in confettura, candito con peperoncino e in composte, quest’ultime difficilissime da reperire.