Un tempo reperibile solamente nei giorni della macellazione del maiale, all’inizio dell’inverno, il Pastin oggi lo si può trovare nelle macellerie bellunesi praticamente tutto l’anno.
Si tratta di una grossa salsiccia con carne di maiale tritata finemente, salata e speziata; a Zoldo, in Val Zoldana, sulle Dolomiti, i macellai vi aggiungono anche una percentuale di carne di manzo aggiungendo poi la “conza”, un condimento fatto con vino bianco, aglio, e spezie varie e segrete, che lo rendono particolarmente gustoso.
Il Pastin è antico come la conoscenza della norcineria, che l’uomo pratica da tempi immemorabili; di solito viene servito con la polenta, che da queste parti non manca mai, d’estate come d’inverno.
In molte Sagre locali il Pastin viene servito anche crudo, spalmato sul pane, oppure cotto alla griglia e infilato in mezzo a due fette di pane, assieme ad una di formaggio.
La preparazione del Pastin prevede l’utilizzo di varie parti di carni magre e grasse di maiale e alcune di quelle bovine, che vengono tritate e mescolate con aglio, sale, pepe, chiodi di garofano, cannella, vino, altre spezie e talvolta erbe alpine.
L’impasto aromatizzato viene poi lavorato manualmente a lungo, per amalgamare bene i sapori e quindi insaccato nei budelli; talvolta viene veduto nelle macellerie del bellunese anche sotto forma di grandi polpette simili ad hamburger.
Nel mese di Novembre, il capoluogo Belluno dedica ogni anno al Pastin una frequentatissima Sagra, dove questa prelibatezza locale viene servita come companatico di succulenti panini, oppure in graticola con la polenta, ma anche proposto in elaborati piatti di alta cucina dagli chef dei ristoranti cittadini.