Il Busilan, chiamato nel territorio reggiano anche “Brasadella”, è un classico dolce d’altri tempi, una sorta di ciambella piuttosto dura, adatta da “pucciare” nel vino, nel caffelatte o nel the.
Un tempo era un dolce familiare nella maggior parte delle case reggiane; ancora oggi questa ciambella preparata con ingredienti poveri e presenti in ogni casa la si trova per lo più nei forni di Luzzara e nei forni di città e degli altri centri della provincia.
Busilan, la preparazione
La sua preparazione è piuttosto semplice; servono farina, zucchero, burro, latte, uova, una bustina di lievito, un po’ di buccia di limone grattugiato e dello zucchero in granelle; qualcuno aggiunge all’impasto anche una bustina di vanillina.
Si impasta il tutto amalgamando bene gli ingredienti; l’impasto si mette in uno stampo da ciambella imburrato ed infarinato, che va poi spennellato con il bianco d’uovo, aggiungendovi la granella di zucchero, prima di mettere in forno a 160° per mezz’ora.
In tempi lontani alcuni fornai, durante la stagione fredda, usavano fare le “Brazadel da acqua”, dolci assai modesti che costituivano una autentica peculiarità reggiana, fatti con un impasto di farina bianca e acqua pura lasciato rosolare nel forno.
Tonde, leggere, croccanti e poco invitanti, si trovavano per lo più nelle fiere dove i venditori ambulanti le disponevano in un paniere con manico arcuato o infilate in un bastone fissato perpendicolarmente ad una estremità del manico.
Questi dolci tipici ed i loro venditori sparirono completamente all’inizio del 1900; i brazadel da acqua, gli antenati dei Busilan, solitamente venivano utilizzati in tempo di digiuno per la prima colazione quaresimale poichè erano preparati con un’«oncia» di farina bianca, circa ventisette grammi, quantità concessa dai “Sacri canoni”.