I Moscioli sono le cozze raccolte allo stato “selvaggio”, cioè non allevate, tipiche degli scogli nel tratto di mare ai piedi del Monte Conero.
Rispetto a quelle d’allevamento hanno il guscio più resistente ed un sapore più intenso, maggiormente iodico e di consistenza più tenace.
Moscioli del Conero, mangiati sia crudi che cotti
I Moscioli vengo mangiati sia crudi che scottati in casseruola con o senza pomodoro; si usano anche per preparare un sugo per condire le paste asciutte.
La zona tipica di questo mitilo è quella di Portonovo di Ancona, quando viene pescato, anzi, strappato dagli scogli o dalle gabbie messe appositamente dai pescatori, da aprile ad ottobre.
Moscioli del Conero, un chilometro di molluschi
Lo scoglio più importante è il “Trave”, una strada larga mediamente 5 metri e lunga 1 chilometro, un vivaio naturale di moscioli perché creando un vortice e deviando la corrente, fa sì che il seme del Mosciolo resti nella stessa zona, mediamente fino a 200 mt. dalla riva, creando un ambiente unico per la pesca delle cozze.
I pescatori portano il frutto del loro lavoro direttamente al centro di spedizione molluschi dove viene svolta la cernita ed effettuato un ultimo lavaggio prima di essere messo sul mercato.
Il Mosciolo, che è anche un presidio Slow Food, ha una conchiglia ovolinata, allungata e schiacciata nella parte opposta al bisso con il quale si attacca agli scogli; ha un colore nero violaceo all’esterno mentre all’interno è madreperlaceo.
Caratteristica subito evidente è la ricchezza di concrezioni che lo distinguono dalla cozza di allevamento ed ovviamente il tipico profumo di mare.
Viene pescato con l’aiuto del “subacqueo”, munito di appositi rampini, per strappare il Mosciolo dagli scogli.
A Portonovo nel mese di giugno di ogni anno viene organizzata “Mosciolando”, un’autentica festa del gusto dedicata a questo ottimo mollusco, vanto della riviera del Conero.