La Toscana è una terra di sapori forti, capace però di stupire anche con ricette delicate e buonissime al palato, come ad esempio il Gattò, un dolce tipico dell’aretino, il cui nome ne rivela le antiche origini francesi dove il termine “gateau” in francese vuol dire dolce.
Il Gattò un dolce un tempo preparato nelle famiglie contadine del territorio aretino in occasione di particolari cerimonie, feste, ricorrenze o la domenica, la cui bontà ha conquistato anche i palati più raffinati dei gusti moderni facendo oggi bella mostra di sé nelle vetrine di diverse pasticcerie aretine; in pratica è un salame dolce, un rotolo che nelle case di questo territorio viene chiamato semplicemente gattò, con la “ò” accentata.
Gattò, la pasta è biscottata
Il Gattò è una pasta biscottata farcita con cioccolata o crema, un dolce semplice, che ha però bisogno di alcuni accorgimenti nella sua preparazione: la pasta biscottata deve essere molto morbida e simile al pan di Spagna e deve assorbire adeguatamente il liquore, che normalmente è l’alchermes rosso.
La ricetta per farlo ha come ingredienti farina, fecola di patate, zucchero, uova, alchermes, lievito, sale, crema di cioccolato e zucchero a velo. I rossi d’uovo vanno montati assieme allo zucchero, poi si aggiungono le chiare montate a neve; al composto si aggiungono, sempre mescolando, il burro fuso, la farina, il lievito e un pizzico di sale.
L’impasto va poi steso sopra una teglia coperta con carta da forno e messo a cuocere nel forno già caldo per circa un quarto d’ora.
Una volta cotto va tolto e bagnato con l’alchermes, diluito con un po’ d’acqua, dopo di che si copre la superficie con la crema pasticcera all’interno della quale è stato sciolto del cioccolato fondente, lasciandone anche una parte in scaglie.
A questo punto, aiutandosi con la carta, si deve arrotolare il dolce a forma di tronchetto, quindi cospargerlo con zucchero a velo e servirlo tagliato a fette di consistente spessore.