Pietro Fontana ha creato uno spazio a sua immagine e somiglianza in cui si diletta con l’arte bianca. Affina la sua tecnica da giovanissimo, dividendosi tra l’attività di famiglia e la gavetta serale presso pizzerie di provincia.
Al ritorno da un’esperienza triennale in Germania durante la quale impara tutti gli aspetti della gestione di una pizzeria, si diletta prima nel casertano e poi del napoletano, infine segue corsi di perfezionamento sugli impasti con grandi maestri come Giorilli e Bonci. Lavoro meticoloso che porta oggi Pietro Fontana ad accogliere la sua clientela in una pizzeria premiata coi Tre Galletti della Guida alle 300 migliori pizzerie della Campania edita Il Mattino.
Il progetto personale insieme alla moglie Melania Panico
Dal 2020, Pietro porta avanti il lungimirante progetto “I Fontana” con I Fontana Pizzeria a Somma Vesuviana – Napoli, dove trovano spazio nuovi capitoli del suo personale manoscritto di affascinante tradizione, fatta di pizza in stile napoletano ma anche casertano. Nonostante le difficoltà incontrate a causa della pandemia di Covid-19, nel 2022 sempre a Somma Vesuviana, decide di aggiungere un altro importante tassello con I Fontana Rustico, un locale dedicato a pizza in teglia e fritti. Infine, apre a Pomigliano d’Arco I Fontana Deluxe, locale incentrato su pizza in pala, padellini e pizza romana, attualmente fermo, purtroppo, per mancanza di personale.
Fondamentale per Pietro è sicuramente la presenza della moglie Melania, che è meticolosa nell’accoglienza quanto nell’accurata scelta del personale in sala selezionato da lei stessa, nonché figura chiave e punto di riferimento per un viaggio alla scoperta delle molteplici sfumature del vino coi suoi abbinamenti.
I Fontana Pizzeria dispone di circa 140 coperti interni a cui in estate se ne aggiungono 120 all’esterno.
Un menù variegato e stuzzicante
Nel menù autunnale, realizzato dopo un attento lavoro di selezione dei prodotti e l’apprendimento di nuove tecniche di cucina, sono presenti diverse novità: spicca la pizza nel ruoto Vecchio Ricordo, il cui impasto realizzato con criscito, farina di grano e cereali viene ricoperto da Tre tipologie di pomodori, rosso, arancione e giallo del Vesuvio saltati in padella, origano di montagna, aglio fresco tagliato a mano e olio.
Nella sezione Pizza concept si fanno notare la Metamorfosi di carciofi con colata di pecorino dei Monti Lattari, carciofi arrostiti, provola di Jersey, pesto di aglio orsino, tartufo nero Uncinatum, maggiorana, pepe di Sarawak e olio, la “Evoluzione” Scarola con fior di latte di Jersey, scarola riccia a crudo, colatura di alici di Cetara, olive itrane, papaccelle in agrodolce, primo sale e olio e la Sotto Terra con provola di Jersey, funghi porcini freschi saltati al burro, funghi porcini a crudo, sale Maldon, pepe di Sarawak, tartufo nero pregiato, melagrana, germogli e olio.
Il percorso riservato ai giornalisti è stato arricchito poi dall’intenso gusto del marchio Kbirr; in accompagnamento alle pizze citate, la “Natavota”, una lager ricca dal colore dell’oro e la “Cap ‘e fierr”, torbida, forte e decisa.
Abbiamo proseguito con un grande classico in menù, la “081”, una tradizionale ruota di carro di 38cm realizzata con un panetto di quasi 200 grammi, con in cottura pomodoro San Marzano DOP, fior di latte di Jersey, basilico e olio evo, all’uscita Stravecchio di Bruna Alpina.
Ha poi concluso la cena riservata alla stampa il dessert “Uovo al tegamino”, una delizia prima per gli occhi e poi del palato: mezza sfera di cioccolato, crumble alla nocciola, crispy al latte, soffice mousse di panna cotta, confettura di albicocca Pellecchiella del Vesuvio, a cui è stato affiancato il peccato di gola delle feste: il Pandoro artigianale di Pietro Fontana, educato ed elegante, realizzato con un lievito madre antico di almeno 150 anni, prezioso regalo dell’amico Gabriele Bonci.
Contrasti, contaminazioni e armonia fanno di questa pizzeria di provincia un faro per tutti gli avventori del buon mangiare.