Nello scenario delle architetture d’avanguardia della Nuvola Lavazza, a Torino, è stata grande festa per il Ventennale del Nizza. Il Presidente Chiarlo: “Quella di accostarci ai grandi vini rossi internazionali non è solo un’ambizione”.
Un banco d’assaggio infinito per una sessione di oltre 3 ore di walk around tasting che ha dato modo di degustare ben 82 Nizza Docg e di incontrare e conoscere 58 Produttori associati aderenti all’iniziativa.
Siamo all’interno della Nuvola Lavazza, a Torino, i Produttori sono quelli dell’Associazione che oggi hanno deciso di celebrare i loro primi 20 anni, assieme a 500 operatori, tra. sommelier, enotecari e ristoratori.
Era, infatti, il 19 novembre 2002 e a Nizza Monferrato (Asti), nasceva l’Associazione Produttori con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’eccellenza della denominazione “Nizza”. Attualmente è costituita da 81 soci, con Stefano Chiarlo Presidente.
Il 21 novembre 2022 si è celebrato il bellissimo compleanno, in collaborazione con AIS Piemonte e la Guida “I Cento” di Torino, tra un interessante seminario, un favoloso banco di assaggi e una cena d’autore.
Con il #ForumNizzaVentennale di oggi si chiude un anno di celebrazioni che ha visto la denominazione Nizza Docg al centro di importanti eventi quali il #ForumNizzadocg ad aprile a Zurigo, il #ForumNizza a maggio, #Natailprimoluglio a fine giugno entrambe a Nizza Monferrato. Inoltre, in partnership con l’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato e la Città di Nizza Monferrato, la tre giorni di degustazione “Nizza è “, in ottobre, sempre a Nizza Monferrato.
L’evento: 20 anni per il Nizza
“Era fondamentale un grande evento sulla piazza di Torino – dichiara il Presidente Stefano Chiarlo – perché per essere famosi nel mondo dobbiamo cominciare ad essere forti in casa. È un anno che ci stiamo lavorando, Torino era il nostro punto di riferimento. Oggi sono presenti qui alla Nuvola Lavazza 500 operatori, e sulla scena torinese non è facile soprattutto a novembre. Inoltre, c’è da dire che la città ha ospitato le ATP Finals di tennis, appena concluse con successo strepitoso, questo ha significato che gli operatori sono stati impegnati su un fronte importante in questa settimana, ma, nonostante ciò, oggi li ritroviamo qui. È, quindi, il momento giusto per far conoscere in modo più approfondito i nostri Produttori”.
Ambizioni o realtà
“Quella di accostarci ai grandi vini rossi internazionali – afferma ancora Stefano Chiarlo – non è solo un’ambizione. È risaputo che una grande Barbera non ha alcun timore di stare sullo stesso tavolo dei grandi rossi non solo piemontesi ma anche del mondo. Non è raro trovarci all’estero e nelle cene degustazione, nei menu, accanto ai Bordeaux, ai grandi vini toscani, ora c’è anche il nostro “Nizza” e non sfiguriamo mai. Il lavoro che ha portato ad una crescita qualitativa costante della denominazione, più siamo ambasciatori nel mondo, più ci facciamo conoscere dagli esperti sui tavoli internazionali, tutto questo diventa essenziale per competere con i grandi”.
A proposito di stato dell’arte della denominazione
“È una denominazione nettamente in crescita – sottolinea il Presidente -, sia per il numero di bottiglie prodotte sia per il numero di produttori dell’Associazione. Questo secondo aspetto è un tema che ci sta a cuore perché stanno arrivando nuovi produttori dalle Langhe, dal Nord Europa e da Oltreoceano. Questo significa investimenti sul nostro territorio, un bene per la nostra economia. Ma un altro aspetto che ci conforta è l’aumento del numero di etichette: fino a due, tre anni fa, un produttore produceva, ad esempio, solo 1 “Nizza”. Oggi cosa succede? Ha nel suo portafoglio anche 1 Nizza Riserva, 1 Nizza con la denominazione del Cru. Questo vuol dire avere una gamma più interessante, intrigante, curiosa in cantina volta a svelare le sfumature di ogni vigneto e da ciascuna zona di provenienza”.
Ma questa importante denominazione è figlia di un vitigno storico e superbo, il Barbera, di un territorio meraviglioso, 18 comuni attorno a Nizza Monferrato, e di una geologia dei suoli straordinaria (Sabbie, Arenarie, Marne argilloso-calcaree, Marne di Sant’Agata, Terre Rosse).
“Definirei questo, più che un evento, un punto fermo del cammino che da 20 anni viene percorso insieme dai produttori che credono nel vitigno Barbera e nella sua valorizzazione attraverso la denominazione NIZZA: un percorso deciso e prestigioso degno della più genuina tradizione dei vignaioli piemontesi. Essere al fianco dell’Associazione Produttori del Nizza come AIS è per noi un orgoglio e un impegno a promuovere il vino e il suo nobile territorio anche attraverso una didattica mirata e prestigiosa”. Commenta così Mauro Carosso, Presidente di AIS Piemonte.
Barbera, storia antica
Gli studiosi sono concordi nel dire che sia stato Pier de’ Crescenzi, giudice bolognese ad Asti, nei primi anni del 1200, a citare per primo, nel suo trattato agronomico Liber Ruralium Commodorum quell’uva, definita grisa, che aveva già notato sui Colli Bolognesi: “un vitigno a bacca nera, dai grappoli conici, con acini velati da uno strato di pruina grigiastra”.
Dobbiamo aspettare il 1514 per vedere apparire il nome “Barbera”, nell’estimo di una vigna nel Catasto di Chieri (Torino). Sempre nel 1606 Giovanni Battista Croce, gioielliere di casa Savoia, elenca, nel trattato Della eccellenza e diversità dei vini che sulla montagna di Torino si fanno, le migliori uve presenti a quel tempo sul territorio e distingue il nebiol dalla grisa. La Barbera viene poi nominata in una lettera del 1609, scoperta dal Dottor Arturo Bersano nell’archivio comunale di Nizza Monferrato. In essa risulta che in quell’anno il Duca di Mantova invia nel Contado di Nizza de la Paglia appositi incaricati per assaggiare il vino di questi vigneti, e in particolare lo vino barbera per servizio di S.A. Serenissima e di pagargli al giusto prezzo. Sarà, poi, con Giorgio Gallesio, studioso delle varietà vegetali che verrà codificata e raffigurata la Barbera, nel 1817.
Il valore del territorio
Se pensiamo ai fattori di successo di un vino pensiamo alla tipicità, alla sua riconoscibilità, al ricordo che lascia di sé, ai suoi profumi, ai sapori; ma c’è un altro parametro, che nel caso della denominazione Nizza Docg è di importanza fondamentale, e questo è il territorio. Sono i luoghi geografici di produzione e, con essi, tutto ciò che lì si incontra: dal paesaggio meraviglioso, alla cucina tipica, dai borghi silenziosi e appartati, alle cantine storiche, ai castelli e alle pievi, alla gente che vi abita e alle loro narrazioni. E poi, quante iniziative si organizzano attorno al vino? Dalle sagre, alle rievocazioni storiche, alle manifestazioni culturali, ai concorsi enologici, al turismo enogastronomico.
Qui, questi valori, perdendosi tra le dolcissime colline dei 18 comuni, si trovano tutti. Dentro una bottiglia di Nizza Docg, oltre alla qualità, troviamo tutte queste percezioni, questi valori.
Questa meraviglia che è il paesaggio vitivinicolo di questo territorio del Monferrato è derivante dalla coltivazione della vite, che è riuscita a modellare queste zolle magiche di terra, che possiamo, di certo, annoverare tra i beni culturali più apprezzati anche dal turismo internazionale.
Ma c’è un fattore primario che emerge, è il fattore umano. Sono i Produttori dell’Associazione, vignaioli che si sono uniti, che hanno creduto in un progetto strategico vent’anni fa. Vignaioli coraggiosi che hanno dato l’anima, e non solo, per “fare sistema”, per costruire il futuro di questa denominazione. È stato bellissimo vedere, oggi, dietro i banchi d’assaggio, tanti volti di giovani agricoltori, entusiasti, sorridenti, professionali, preparati.
Parola ai Produttori
L’amore di Alice Siri per il Nizza e la sua terra – Vinicola Arno –
“Produrre Nizza significa far parte di una grande comunità di persone. È un amore per la terra: oggi 81 produttori che hanno creduto in grande progetto hanno voce per riconoscere e fare emergere le sfumature, il bouquet, la personalità di questo vino e per continuare a raccontare di questa meraviglioso territorio. Il Nizza, per la Vinicola Arno, è la massima espressione del nostro lavoro, è il nostro capolavoro, un vino capace di evolvere, cambiare, dare soddisfazioni a distanza di anni, come queste meravigliose zolle in grado di tramandare le nostre radici, la tradizione, la nostra storia e raccontare questi filari fantastici, con l’aiuto di tutti”.
“Festeggiare il ventennale qui alla Nuvola Lavazza concretizza lo sforzo, l’impegno e la vitalità di tutti i produttori che fanno arte dell’Associazione. È una spinta emozionale, imprenditoriale, economica e idealista. Abbiamo avuto modo di incontrare oggi esperti, appassionati, conoscitori. Dobbiamo continuare a far parlare di noi, del nostro territorio straordinario, del nostro Nizza”.
Il sogno di Enrico Piantato – Azienda Vinicola Clemente Guasti –
“Il mio sogno è stato sempre quello di produrre un Nizza da avvicinare ai vini internazionali quali l’Amarone, il Bolgheri o qualsiasi vino importante del mondo. Un sogno che ho avuto da sempre che spero di realizzare con l’ultimo nostro Nizza, Laficaia 2020. Ho preferito cambiargli lo stile rispetto al nostro Nizza storico, il Barcarato, dandogli uno spirito più internazionale. Il ricordo della pianta di fico dove era solito dormire mio nonno Clemente è stata fonte di ispirazione per la nascita di “Laficaia”. E così il fico, frutto e albero simbolo di immortalità e fecondità, sacro a Dioniso dio del vino, è destinato ad entrare nel sogno. Laficaia 2020 è un Nizza giovane ma complesso, con le caratteristiche peculiari della denominazione, la longevità, l’eleganza, la freschezza, l’acidità, ma tirando fuori una complessità straordinaria”.
I complimenti di Filippo Mobrici
Chiudiamo con una voce strategica, quella di Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, personaggio di spicco nel panorama enologico del Monferrato e di tutto il Piemonte, intervenuto al seminario.
“Complimenti ai produttori. Senza il vostro impegno non si sarebbe vinta la sfida – afferma Mobrici –, perché questa è una sfida vinta sul campo dal vitigno Barbera e tutto il Piemonte, e non solo, ne beneficia. Ringrazio i presidenti del Consorzio che si sono succeduti sin dall’inizio di questo percorso. Chi ha avuto la prima idea del “Nizza” è stato illuminato… forse non si pensava allora che si sarebbe arrivati a questi traguardi importanti. La storia ci sta dando ragione. Questo territorio del Monferrato, per molti anni è stato disunito; noi abbiamo bisogno di unità d’intenti per perseguire obiettivi importanti. E voglio chiudere ricordando ancora i viticoltori, alcune volte messi in seconda fila: senza di loro non ci sarebbe né Barbera, né Nizza, né Barolo, né Patrimonio Unesco… nessun tipo di vino”.