Quando un paio d’anni fa inaugurò a Forlì la sua Osteria Casa di Mare, incurante del parere a dir poco sfavorevole di molti, addetti ai lavori e non, Luca Gardini si ripromise di portare prima o poi nella città romagnola anche il riconoscimento della stella Michelin.
Il traguardo non è ancora stato raggiunto ma la strada intrapresa gli è valsa, per ora, l’assegnazione di 80 punti, 2 forchette e la menzione per il miglior rapporto qualità/prezzo nella Guida ai Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso, oltre ad 1 Cappello della Guida dell’Espresso, che equivale un po’ ad 1 stella della celebre guida francese.
Personaggio eclettico e di grande spessore comunicativo, Luca Gardini a soli 37 anni è un uomo già affermato a livello mondiale, riconosciuto come uno dei più grandi conoscitori del mondo del vino.
Moltissimi i premi che gli hanno tributato in varie parti del globo, il più prestigioso dei quali nel 2010, quando venne incoronato quale miglior sommelier del mondo, a soli 29 anni.
Luca Gardini, deux ex machina di Osteria Casa di Mare
Figlio d’arte, Luca fu instradato dal padre Roberto alla conoscenza dei vini; il suo talento in questo settore si rivelò in fretta e la sua “capacità di ascoltare” ciò che ogni vigna, ogni botte, ogni bottiglia gli raccontano, ne ha fatto un mito.
Fin da quegli anni adolescenziali il mondo del vino lo appassiona in modo viscerale, portando il ragazzo a studiare e analizzare i vitigni di tutto il mondo.
È andato di persona a “conoscere” le vigne e i loro grappoli d’uva, scoprendone le essenze, i profumi, i segreti più intimi e costruendo rapporti strettissimi con i vignaioli in modo da comprendere meglio e a fondo i diversi territori dai quali proviene tanta saggezza enologica.
Luca non si considera un sommelier, ma un assaggiatore di vini, un comunicatore che trasmette le emozioni che prova dopo ogni assaggio, uno “scienziato” che le innumerevoli aziende vitivinicole in Italia e nel mondo interpellano per migliorare la produzione e soprattutto la qualità dei loro vini.
Ambasciatore del Made in Italy enologico nel mondo
A Firenze ha fondato qualche anno fa l’Enoscuola assieme ad un team di professionisti della degustazione e della comunicazione del vino, dove ha potuto mettere in mostra la sua professionalità ed il suo amore per il Made in Italy enologico del quale può, con buona ragione, considerarsi un vero e proprio ambasciatore nel mondo.
Il suo talento, oltre che affinato con lo studio dei terreni e dei vitigni, consiste anche nella grande memoria olfattiva di cui è naturalmente dotato, che gli permette di esprimere la sua professionalità, senza la spocchia del saputello, senza tirare ad indovinare, senza cercare di stupire a tutti i costi, ma cercando di trasmettere ad ospiti e ascoltatori le sue emozioni e le sue infinite conoscenze.
La sua disponibilità e capacità di condividere anche con chi esperto non è ciò che ha imparato, la sua voglia di trasmettere e promuovere la “cultura del vino” in modo assolutamente innovativo, semplice e naturale, lo hanno reso inviso a qualche Solone tradizionalista, ma amato da tanti per la sua simpatia e spontaneità, e accolto ovunque a braccia aperte.
Osteria Casa di Mare, il ritorno ai sapori e colori dell’Adriatico
Poco meno di tre anni fa, dopo aver girovagato per ristoranti ed enoteche famose ed affermate, accanto a chef stellati, ha voluto rientrare in Romagna, dove ha messo su casa, sposato in seconde nozze Sara Amadori, sommelier lei pure, assicurato la discendenza con l’undicenne Alice, avuta dalla prima moglie ed i piccoli Riccardo di sei anni e Federico di tre dalla seconda e completato l’opera aprendo l’Osteria Casa di Mare assieme al padre Roberto e a Marcello e Gianluca Leoni, suoi grandi amici ed autentici maghi della cucina.
Oggi in cucina i fratelli Leoni non ci sono più, partiti per fare nuove esperienze; Luca ha chiamato al suo fianco per sostituirli il giovane chef Simone Di Gennaro e Claudio Vella, la cui cucina non fa rimpiangere i predecessori.
Di Gennaro è un ventottenne romano che, dopo gli studi all’Istituto Alberghiero di Fiuggi, si è fatto le ossa al seguito del padre, chef impegnato nella ristorazione collettiva al seguito di grandi eventi musicali, prima di spiccare il volo in Italia e all’estero, dove ha affinato la sua vocazione verso la cucina di pesce e quella di cacciagione.
Lo sous-chef Claudio Di Vella è un siciliano di Recalmuto, in provincia di Agrigento, studente universitario e grande appassionato di cucina, che ha portato a Casa di Mare i sapori e il gusto culinario della sua bella isola.
In sala, Gardini invece è affiancato da Gabriele Casadio, un direttore di grande esperienza, in grado di mettere a proprio agio qualsivoglia commensale; cinquantaquattrenne forlivese, Gabriele è stato per anni sommelier e direttore alla Frasca di Castrocaro Terme, il locale stellato di Gianfranco Bolognesi.
Osteria Casa di Mare, ad ogni piatto il suo vino
Come recita il nome scelto per il ristorante, Casa di Mare propone piatti realizzati con i prodotti del territorio emiliano-romagnolo, a partire dal pesce che il vicino mare Adriatico propone nelle diverse stagioni.
Piatti che lo chef ed il suo staff di cucina prepara ogni giorno in modo diverso secondo il suo estro creativo e le indicazioni del patron Gardini e che si dovranno adattare a ciascuna delle oltre 500 etichette della quale è fornita la cantina del locale, scelte una per una da Luca, proposte a rotazione nella carta dei vini, composta da una nutrita scelta di 50 etichette e cantine italiane.
L’atmosfera che si è creata a Casa di Mare è quanto di più informale si possa immaginare e rispecchia moltissimo la personalità del suo sommelier che ama passare da un tavolo all’altro spiegando piatti e vini indossando pantaloni casual e camicie colorate, come pochi possono permettersi di fare senza apparire sfacciati.
Il locale infatti assomiglia più ad un’osteria che ad un ristorante che aspira ad una stella, ma nessuno si è mai lamentato per questa sua peculiarità molto “romagnola”; al contrario, l’atmosfera rilassata e informale è particolarmente apprezzata dalla clientela, anche quella più esigente.
Lo spirito del nome lo si respira nel bianco e azzurro delle pareti, i colori delle onde spumeggianti e del mare, ed il richiamo alla marineria c’è anche nelle nasse, cordami e conchiglie appese qua e là, nelle tavole in legno e nelle tovagliette variopinte che richiamano le spiagge di quella riviera dove Luca ha trascorso la sua infanzia.
E quando arrivano in tavola piatti come la Spuma di patate con vongole affumicate, con pane al nero di seppia come entreè di benvenuto; Mazzancolle con bergamotto e polvere di pomodoro, canocchia con crema di porri e tartufo nero, carpaccio di ricciola con mele verdi e aceto di mele cotogne, capasanta con fossa gratinato, tartare di cefalo con crema peperone olive e capperi per i crudi d’assaggio; Bresaola di cefalo su cardo croccante, patate mantecate, arance al vivo e panna acida;
Alici gratinate su crema di cavolfiore affumicato, cipolla di tropea stufata e giardiniera di peperoni;Seppia scottata su coulis di cime di rapa, ricotta mantecata e pomodorini confit per antipasto; Gnocchi di zucca con triglie, spinaci, burro, parmigiano, limone e noce moscata e Spaghettoni alla gricia mantecati alle canocchie come primi; Filetto di ombrina al vapore con spinacino saltato, spuma di topinambur e limone candito seguito da uno Scampo alla bordolese come secondi, per finire con i dolci, Millefoglie cialda alla fanta con pistacchi su crema inglese al limone e Strudel di pasta fillo con pere sciroppate con salsa mou alla grappa, gli occhi straboccano di grande soddisfazione.
Piatti deliziosi per il gusto e per la vista, accompagnati da calici di Monterosso Franciacorta Bianco, champagne Mandois, un grande Ribolla Giallo friulano, un Fior d’Uva Furore Bianco Costa d’Amalfi per concludere con un Calcaia d’Orvieto Muffa Nobile di grande spessore; una scelta di vini così azzeccata da abbinare ai piatti straordinari preparati dal suo staff come solo Luca Gardini poteva fare.
Dopo un pranzo così, il pensiero corre alla stella Michelin cui l’Osteria Casa di Mare aspira e alla quale, ne siamo certi, arriverà prima o poi a fregiarsi, con grande gioia di Forlì e della Romagna intera.