Intervista alla Sindaca che racconta il sogno del forno comunale, in borgata Rivera di Almese (Torino). Uno spaccato del tempo passato ma uno sguardo attento sul futuro. Non solo pane, però… in mente progetti che riguardano l’intera Valle di Susa.
Sindaca, con quale affetto si è rivolta ai suoi cittadini aprendo, per la prima volta, la porta di questo forno comunale
Mi sono rivolta a cittadini appassionati, amanti della comunità e disponibili a condividere il tempo e le idee. Non è stato semplice, all’inizio, un po’ di diffidenza diffusa, ma a poco a poco si è formato un gruppo, si è creata socialità, condivisione, che oggi, devo dire, ha raggiunto un livello di soddisfazione interessante. Non è stato semplice, il luogo un po’ fuori dal centro storico della cittadina non ha agevolato subito la partecipazione ma dopo qualche tempo mi ritengo soddisfatta dell’iniziativa e la lista degli iscritti alle attività del forno ha raggiunto quota 50
Quando è stato acceso per la prima volta il forno?
Nell’autunno dello scorso anno, il 2022, e sono contenta che in pochi mesi le attività si siano moltiplicate con grande gioia di tutti. Devo anche ammettere che ci sono molte persone interessate che presto faranno parte del gruppo dei “fornai per caso”. Stanno nascendo nuove amicizie tra i partecipanti e questo depone a favore del concetto della socialità e degli obiettivi che mi ero posta: vivere insieme nel segno della comunità e della condivisione del cibo
Il profumo del pane cotto nel forno a legna evoca il tempo passato, è un ricordo che non si cancella: qui, in questo luogo incantato, che aria si respira?
Mi risulta che da queste parti, in questa borgata di Almese (Rivera n.d.r.), esistevano un tempo dei forni comunitari, non comunali, dove diverse famiglie panificavano insieme, raccoglievano la legna e condividevano le diverse forme. A me capita di andare a volte in Alta Valle e di oltrepassare i confini del Colle del Monginevro; qui, ancora oggi vige il rito, nelle varie borgate, di fare il pane insieme, sfruttando i forni antichi. Questa tradizione mi è sempre piaciuta. Ricordo da ragazzina con la mia famiglia si andavano a vedere le “feste del pane” d’oltralpe e mi è rimasto dentro quel sapore, mi sono portata dietro le emozioni che vivevo, mi si è riempito il cuore di quei momenti vissuti insieme, amichevolmente. Così, come Sindaca, ho recuperato questo vecchio forno abbandonato, di proprietà del Comune, creando una suggestione che sta conquistando l’intera comunità di Almese. Si respira aria buona perché siamo in collina in mezzo agli alberi, ma anche aria di gioia dei cittadini che qui vengono a cuocere ogni ben di Dio
Questo forno comunale è, secondo lei, un ritorno al passato o uno sguardo al futuro!
Uno sguardo al futuro, decisamente, ispirandosi al passato. Se non stiamo insieme, come comunità, siamo spacciati; glielo dico molto sinceramente. Poi la pandemia, l’allontanamento della popolazione dai luoghi di aggregazione aveva creato solitudine. Così, con questa iniziativa, ho cercato di ricreare un’unione delle famiglie che si era persa in questi anni difficili, ma non è l’unica che ho messo in campo, ci sono altri momenti per creare gruppi con momenti culturali e sociali. È una cosa a cui tengo molto
Oltre alle farine, quindi, qui si impasta umanità, gioia di vivere, si costruiscono racconti
Esattamente… è proprio così! Quando si varca la soglia di quella porta si entra in un altro mondo… la gente dimentica il caos, la vita frenetica, il rincorrere delle ore. Qui la fatica è condivisa col sorriso, da tutti. È un grande piacere assistere alle belle tavolate che si organizzano a gruppetti, è davvero un grande momento
Chi sono i concittadini che si sono avvicinati a questa idea sua e accendono il forno
Direi che molta gente si è mossa in virtù di una passione per il mondo del pane, ma poi esiste una volontà di consumare prodotti salubri, fatti con le proprie mani, come un tempo; utilizzando, ad esempio, farine autoctone, prodotte con grani del territorio. Questo è un aspetto da non sottovalutare, la ricerca del cibo buono è ormai un’aspettativa e un obiettivo che anima la coscienza dei cittadini. Una cosa che mi piace sottolineare è il fatto che, mentre al forno si avvicinano persone più adulte, a casa, i giovani, i figli preparano gli impasti, si danno da fare in cucina, e speriamo che prima o poi vengano al forno per stare insieme agli altri. È bello vedere questi giovani operativi, impegnati; creano un bel fermento e una contaminazione tutta da vivere
I giovani, quindi, hanno risposto bene all’iniziativa
Devo ammettere che c’è interesse… tante volte seguono i genitori e poi impastano, preparano le pizze, apparecchiano le tavole… si danno da fare. È auspicabile che in futuro si possa avere anche una concentrazione che organizzi magari delle infornate, tenendo presente sempre, però, che questo non è un luogo pubblico e che bisogna rispettare le regole del gioco; non è un luogo dove si possano organizzare feste private
Lei, sindaca, si è inventato tutto: è stato un sogno, una passione, un ricordo d’infanzia o una scommessa?
È stato un sogno e, nello stesso tempo, una scommessa. Io di sogni ne faccio tanti e in mente mi balenava spesso l’idea di creare qualcosa di simile. La scommessa di riuscirci è quindi prevalsa. Molta di questa gente un forno a casa ce l’ha, in giardino ad esempio, però non lo usa mai. Venire qui diventa un rito, mettersi d’accordo con altri per infornare o cuocere insieme si trasforma in uno ‘stare insieme’ che ha sapore di unione. È quest’aspetto sociale che prevale ed è una cosa meravigliosa. Più sogno che scommessa, però, anche se continuo a ricevere da altre parti d’Italia, da altri comuni, domande di informazioni su come ci siamo mossi. Il nostro forno è diventato un esempio virtuoso per altre comunità di altre regioni.
Una pagnotta appena sfornata sulla pala, un contadino che miete il grano con la falce, le fasi lunari: sono i temi del murales sulla facciata del casot: un tempo antico che è volato via…
Il murales è opera di Francesco Perotto, in arte Frank, un giovane di Condove, molto bravo e conosciuto. Si è cimentato sui tempi della Natura, sul ciclo del pane, dal grano alla pagnotta. Personalmente, non sono una nostalgica: del passato voglio ricordare solo le cose belle, prendere degli spunti per potere realizzare oggi cose che possiamo ancora fare, applicando le modernità che ci vengono offerte dalla contemporaneità. Qui, viene evocato il tempo andato ma si parla anche di futuro; ci tengono compagnia i temi della famiglia così come le problematiche sociali. Questo è anche un luogo per conoscersi… poi si può cuocere anche il pane
Sindaca, ad Almese esiste una “festa del pane”?
Non ancora, però stiamo creando alcuni presupposti affinché in un futuro prossimo si possano realizzare delle feste che riguardano il pane. Tanto per dare concretezza a quello che dico, il Mulino Valsusa di Bruzolo sta sensibilizzando gli agricoltori locali per dedicare una parte dei loro appezzamenti, ad esempio, alla coltivazione di grani antichi. Stanno nascendo in alcuni comuni della Valle delle iniziative legate al pane, quindi non escludo che prossimamente si possano organizzare delle Giornate del Pane della Valle, aggregando diversi comuni.
Sindaca, ho visto delle tofeje: vorrei immaginare anche la cottura lenta dei legumi, come un tempo. Questo è anche un luogo per sognare…
Certo che sì. Ma mi viene anche da pensare a cotture di carni, di brasati, di spezzatini. Qui si può cuocere la frutta al forno come un tempo, le rare pere Gili di Rubiana, ad esempio, cotte al forno, bagnate nel vino… una delizia! Perché no, si può ideare una festa che partendo dalla zuppa di legumi possa farla sposare col pane del nostro forno e il grano della nostra Valle. Si, siamo partiti da un sogno, si sta realizzando… e stiamo guardando al futuro… possiamo affermare, certo, che questo è anche un luogo per sognare!.
E mentre l’intervista è alle ultime battute, rumori di pala e di rastrello si sovrappongono alle nostre parole. Sono due associati che stanno preparando il forno. Stasera qui si sta insieme… Il profumo di un pane antico comincia ad invadere i miei pensieri… e mi riporta al forno di casa della mia famiglia e il volto di mia madre accarezzato da un fazzoletto colorato, felice, mentre il treno a vapore fischiava…