È finalmente in vigore dallo scorso settembre la legge 128, che permetterà di trasformare le vecchie ferrovie dismesse ormai in disuso in ferrovie turistiche in aree di pregio naturalistico o archeologico.
Una nuova vita dal turismo per le ferrovie dismesse
Le linee ferroviarie dismesse in Italia hanno una potenzialità di ben 6650 km, parte delle quali potrà ora avere un nuovo futuro grazie a questa nuova legge che, sui binari abbandonati in 18 aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, buona parte delle quali si trova in Sicilia e Sardegna, istituisce i treni per incentivare il turismo.
Si tratta di un patrimonio importante, tratte che si snodano nel territorio e collegano città, borghi e villaggi rurali, di opere d’arte come ponti, viadotti, gallerie, di stazioni e di caselli spesso di pregevole fattura e collocati in posizioni strategiche, che giacciono in gran parte abbandonati, non di rado in balia dei vandali o della natura che piano piano se ne riappropria.
Un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, trasformandolo in percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e dei luoghi.
Con la Legge 128/2017 si è in pratica data una prima seppur parziale risposta al progetto “Ferrovie abbandonate”, che vuole portare a conoscenza di tutti i tracciati ferroviari non più utilizzati esistenti in Italia contribuendo a conservarne la memoria e promuovendone nel contempo la valorizzazione ad uso turistico.
Ferrovie dismesse, le tratte interessate
Le tratte interessate sono, per ora, quelle di Ceva-Ormea in Piemonte; Palazzolo sull’Oglio-Paratico in Lombardia; Sacile-Gemona in Friuli; Asciano-Monte Antico in Toscana; Fano-Urbino nelle Marche; Civitavecchia-Capranica-Orte nel Lazio; Sulmona-Castel di Sangro; Castel di Sangro-Carpinone in Abruzzo; Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio in Campania e Cosenza-San Giovanni in Fiore in Calabria.
Nelle isole le più numerose ferrovie dismesse
Alcantara-Randazzo; Agrigento Bassa-Porto Empedocle; Noto-Pachino, Castelvetrano-Porto Palo di Menfi sono invece le linee ferroviarie interessate della Sicilia, mentre Mandas-Arbatax e Isili-Villacidro quelle della Sardegna.
Le norme della Legge 128 prevedono che possano diventare linee a uso turistico solo quelle finanziate dalle regioni competenti o dal gestore della rete ferroviaria nazionale.
A oggi solo 450 km di antiche rotaie nazionali sono percorse saltuariamente da convogli turistici, mentre altri 700 km di ferrovie in disuso sono state riconvertite in ciclovie, soprattutto in Liguria, Emilia, Veneto e Calabria.
Altri progetti di conversione dei binari in piste ciclabili sono in attuazione in Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia e Sicilia, che andranno a coprire ulteriori 200 km circa di rete ferroviaria dismessa, ma i km di binari da recuperare ad uso turistico sono ancora davvero tantissimi.