Tra le città candidate a diventare Capitale Italiana della Cultura 2020, c’è anche Nuoro; la città della Barbagia è stata infatti inserita nella lista delle dieci città selezionate dal Ministero dei beni e delle attività culturali per partecipare alla fase finale.
Capitale Italiana della Cultura 2020; le città in lizza
Insieme a Nuoro a giocarsi la finale le altre nove città sono Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
Tutta la Sardegna ovviamente farà il tifo per il capoluogo sardo perché con Nuoro e la Barbagia è tutta l’isola e la sua storia in fondo che viene rappresentata.
Le dieci città ora dovranno presentare il proprio progetto nel corso delle audizioni della Commissione presieduta da Stefano Baia Curioni. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato nella sede del Ministero a Roma, il prossimo 16 febbraio alla presenza del Ministro Dario Franceschini.
La città vincitrice potrà rappresentare per un anno la nuova offerta culturale e turistica nazionale, attuando il proprio progetto grazie al contributo statale di 1 milione di euro.
L’iniziativa è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.
Nuoro, l’Atene Sarda
Il nuorese con il suo grande patrimonio culturale, ben raccontato da tanti scrittori che l’hanno portata ad avere il titolo di Atene Sarda, deve tantissimo al sistema economico locale fondato sul mondo agropastorale, custode di quei tesori immateriali racchiusi nel “Pastoralismo” e che hanno dato vita al riconoscimento del Canto a Tenore come patrimonio dell’Unesco.
Essere inserita tra le prime dieci città selezionate per il titolo di Capitale della Cultura italiana 2020, è un risultato storico per tutto il territorio barbaricino e anche per il suo mondo agropastorale; i pastori, allevatori e agricoltori, oltre ad essere i custodi della lingua sarda, con il loro saper fare sono infatti anche i custodi dell’identità e della cultura della Sardegna centrale, che comprende non solo l’arte e l’archeologia, ma anche le tradizioni, il folklore, la gastronomia, settori in cui la città di Nuoro, come tutto il territorio e l’intera regione, può competere con qualunque altra realtà.