A Lequile, alle porte di Lecce, in Contrada Monte, nel cuore della campagna salentina, è stata inaugurata nei giorni scorsi la Masseria Urban La Restuccia, una realtà storico-tradizionale coniugata in chiave contemporanea.
La Restuccia è una masseria fortificata del 1500 che con la nuova gestione rivive e si riappropria del suo nome originale e di una nuova e più moderna identità.
La Masseria è il primo frutto di un progetto, dal sintomatico nome di “Masseria Wave”, che coniuga la tradizione dei luoghi con gli aspetti migliori del vissuto cittadino e della realtà metropolitana, creando una rete di sinergie tra realtà locali, a prima vista distanti dalla struttura canonica del resort, e quelle territoriali e artigianali.
La Restuccia, una novità nel panorama dell’ospitalità
L’inaugurazione della nuova “masseria urban” è stato un evento “circolare” tra enogastronomia, artigianato, swing e street music e piccole botteghe di Natale.
Un progetto che si fa portavoce di una nuova cultura dell’accoglienza e della collaborazione, interpretando un ossimoro: la Masseria Urban che coniuga l’esperienza del vivere in una dimensione rurale e agricola con quelle attività che solitamente prendono forma nei contesti cittadini.
La campagna che diviene dunque corroborante supporto alle attività dei nomadi digitali, dei professionisti globetrotter o, semplicemente, dei viaggiatori esperienziali.
“È la risposta al bisogno di creare una realtà votata all’accoglienza secondo dinamiche in grado di abbracciare la curiosità e il bisogno di conoscere e vivere le tradizioni con un approccio disincantato e intelligente”, hanno detto i nuovi gestori della struttura, “tipico del vivere cittadino”.
La cornice storica che abbraccia il complesso, un resort composto da 76 unità abitative, è dunque una masseria fortificata del 1500 che si riappropria del suo nome originale: “La nuova gestione crede che la storia sia la base su cui costruire delicatamente e con coscienza una nuova avventura imprenditoriale che sappia stimolare il pubblico ad auto-educarsi a vivere in maniera ragionata l’esperienza dell’accoglienza e della ricettività”.