Lo si può vedere da lontano Moliterno, percorrendo la Val d’Agri, arroccato attorno al suo castello medioevale, inserito nel tipico paesaggio appenninico lucano del Parco Nazionale Appennino Lucano che lo circonda.
La cittadella d’impianto medioevale è percorsa da pittoreschi viottoli acciottolati stretti e in salita, con le antiche abitazioni in sasso ed eleganti palazzi nobiliari.
Moliterno, una storia antica
Il paese ha una storia antichissima, fondato presumibilmente dai Lucani nella tarda età del ferro; il territorio era comunque già occupato anche nella precedente età del bronzo, come dimostrano reperti archeologici e fossili rinvenuti in una grotta.
I Romani ne fecero un loro caposaldo e fiorente centro agricolo-commerciale che nel corso dei secoli venne progressivamente ampliato; l’antica Grumentum diventò Moliterno quando accolse una popolazione scampata al terremoto e gli esuli delle scorrerie saracene lungo le coste ioniche e tirreniche.
Il medioevo vede la dominazione longobarda del territorio, con la costruzione di una solida torre merlata; Normanni, Svevi e Angioini si susseguirono nei secoli successivi nel governo del borgo e ciascuno apportò modifiche all’impianto del castello sullo sperone roccioso; Nel ‘500 Moliterno finì sotto la dominazione aragonese, signori del Regno di Napoli, che si portano dietro anche i monaci domenicani.
E’ l’epoca di un rinnovato sviluppo per il borgo lucano, con la costruzione di nuovi palazzi gentilizi, chiese e conventi, si attiva il commercio della lana, l’allevamento e la pastorizia, la bonifica delle terre e la coltivazione dei cereali; il paese diventò importante nelle arti e nelle scienze, si sviluppò un’accademia di studi, fiorì il teatro e nacque una scuola di medicina.
Le pratiche feudali vengono mantenute fino ai primi anni dell’800 quando i francesi di Napoleone le aboliscono lasciando ai baroni il solo titolo nobiliare. Garibaldi, poi, con la spedizione dei mille, annesse anche il territorio al Regno d’Italia.
Dell’epoca medioevale di Moliterno rimane la struttura cittadina lungo il fianco della collina ed il castello; quest’ultimo è il simbolo per eccellenza del borgo, con la sua la torre di avvistamento d’epoca longobarda alta 25 metri.
Il centro storico del borgo è estremamente suggestivo con le sue stradine di pietra, le antiche abitazioni e i palazzi nobiliari, molti dei quali ancora perfettamente conservati.
La Moliterno del XXI secolo è una cittadina di circa 4.000 abitanti che va fiera della sua storia e della sua cultura, tanto che ha sparso per il paese ben sei poli museali.
Moliterno e i suoi sei Musei
Il Museo Palazzo Aiello 1786, di fronte alla Chiesa Madre, all’interno dell’edificio settecentesco con travi in legno di castagno e pavimenti in cotto fatto a mano, contiene una raccolta d’arte che va dal paesaggio dei primi dell’ottocento all’informale post anni ’50.
Il Museo Casa Domenico Aiello, ospita veri e propri capolavori d’arte dei grandi pittori dell’Ottocento Lucano, come la “Morte del cardellino – L’Enigma” di Michele Tedesco; due splendidi ritratti di bimbi di Giacomo Di Chirico; diverse opere di Angelo Brando, Vincenzo Marinelli, Andrea Petroni ed altre opere di pregio, tra cui i famosi taccuini d’artista di Michele Tedesco.
Il Museo Via Rosario Contemporanea ospita una collezione permanente di arte contemporanea, di artisti di levatura internazionale tra cui opere di Mimmo Paladino, Achille Bonito Oliva, Umberto Mastroianni, Hans Hartung, Antoni Tàpies e molti altri, nonché mostre temporanee di grandi artisti.
Il Museo del Novecento Lucano è ospitato nei primi due piani del Palazzo Aiello 1825 posizionato nel cuore antico della cittadina, affacciato sulla via principale ed accoglie i grandi nomi a partire da Luigi Guerricchio, Mauro Masi, Gaetano Pompa, ecc., con anche uno spazio dedicato ad artisti meno conosciuti.
Al terzo e quarto piano del medesimo palazzo è ospitato il Museo della Ceramica del ‘900, con manufatti del cosiddetto periodo tedesco della Ceramica Vietrese.
Nei primi due piani di una palazzina liberty la Biblioteca Lucana Angela Aiello ospita invece una raccolta di libri e stampe sulla Basilicata che va dal seicento fino al novecento e i testi dei maggiori scrittori lucani.
La biblioteca ospita anche la suggestiva sala delle Mappe (la più antica è del 1620) e quella dei Terremoti che sconvolsero le terre del Vulture nel 1851 e la Val D’Agri nel 1857.
Il terzo piano, affacciato su una splendida veduta del paese e dei monti, ospita una rara collezione di libri sul Gran Tour, il magico viaggio culturale e sentimentale che fecero gli intellettuali europei a cavallo tra settecento e ottocento in sud Italia.
Moliterno, che fa parte dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, oltre ad una certa spinta turistica legata alle sue tradizioni storiche e religiose espresse dalle varie feste e sagre che si svolgono nel corso dell’anno, ed al turismo culturale portato dai suoi sei interessanti musei e alle mostre d’arte, è piuttosto nota anche per la sua cucina tipica, che deriva dell’unione tra prodotti naturali e antiche tradizioni.
Moliterno: una gastronomia legata alle tradizioni
Ancora oggi sulle tavole del borgo si gustano piatti come i ferricelli o i trisciddi: fusilli fatti a mano, conditi con sugo locale i primi; gnocchi aperti fatti a mano con sugo di carne i secondi.
Carne e cacciagione non sono da meno, con capretto alla lucana, condito con vino, aglio, origano, peperoncino e prezzemolo, considerato dai moliternesi una vera prelibatezza, come le lumache in umido, il cui sapore è valorizzato da pomodori freschi, aglio, olio di oliva, sale e pepe.
Tra i dolci tipici spiccano, gli struffoli, le zeppole di San Giuseppe, la cicirata, le chiacchiere e il sanguinaccio, preparato con sangue di maiale, friselle macinate, cacao amaro, cioccolato fondente, zucchero, caffè ristretto, miele, canditi, cannella, garofano, mandorle, pinoli e uva passa.
Sulle tavole poi, non manca mai il prodotto tipico per eccellenza di Moliterno e del suo territorio: il Pecorino Canestrato IGP che ha reso celebre in tutto il mondo il borgo lucano, a cui è dedicata una frequentatissima sagra.