Street Food cinese da passeggio a Torino, anzi un po’ cinese e un po’ piemontese. A proporlo sono Leo e la moglie Valentina, già alla guida di “Koi Japanese Fusion Restaurant” e di “La Deeva”, la caffetteria più instagrammabile di Torino.
Si chiama Mó Mangè, un mix tra la cucina cinese e la cucina piemontese: è un luogo dove si prepara cibo di strada che mangi tra le vie del centro della città, mentre passeggi.

Valentina e Leo. Credits Andrea Di Bella
Una proposta interessante, quanto mai attuale, figlia di una cultura profondamente radicata nella tradizione culinaria di ciascuna regione del Paese asiatico. È un viaggio alla scoperta dello street food, il modo più immediato e direi delizioso per approfondire le tradizioni gastronomiche cinesi. Un punto di partenza.
Ci troviamo in via Andrea Doria 3, quasi angolo via Lagrange, nel pieno centro della Torino pedonale. Una vetrina con una vetrofania che invita al cibo: “Mò Mangé”, è il momento di mangiare!. Ma non è proprio così.
“Mò è il nome abbreviato del pane, nella nostra lingua – mi dice Valentina -. Volevamo scherzare un po’ col nome da dare al nostro laboratorio/vendita e scommettevamo su nomi divertenti che legassero il nostro panino alla città di Torino: avevamo pensato a ‘MolTo’ così inserivamo ‘Torino’ oppure ‘Mole’ pensando alla ‘Mole Antonelliana’. Mangé in dialetto piemontese vuol dire mangiare… quindi panino da mangiare!”.
Bella trovata!. E Valentina ci ride sopra. L’avevo incontrata, la prima volta da Koi, l’intrigante ristorante giapponese, aperto accanto a piazza San Carlo, e poi, successivamente, presso La Deeva, la pasticceria colorata di rosa, la più colorata della città, nella piazza di fronte all’ex stazione ferroviaria di Porta Susa. Sempre sorridente, assieme al marito Leo, una coppia di giovani imprenditori davvero decisi e con le idee chiare e anche innovative, che non guastano mai.
“Mò Mangé è una sfida, una scommessa – aggiunge Valentina -: il ristorante Koi e il Bar Pasticceria Tavola calda La Deeva sono state due intenzioni completamente diverse; in verità esiste un filo conduttore che lega le due cose: il cibo! Ci piace sperimentare sempre cose nuove, ci piace questo mondo della gastronomia e abbiamo voluto metterci in gioco, ora, con questa nuova apertura che riguarda ancora il filone gastronomico ma pensando, stavolta, ad un cibo di strada, uno street food che può anche essere consumato seduti nel nostro dehor o all’interno seduti sui nostri sgabelli. Siamo aperti da pochissimo ma la proposta sta riscuotendo successo”.
RAVIOLI
Mentre Valentina mi parla, mi vengono serviti cinque ravioli colorati: alla vista fanno una bella impressione. Sono colorati diversamente e chiedo del ripieno.

Ravioli. Credits Andrea Di Bella
“Il bianco è col ripieno di spinaci, suino e cavolo – sottolinea Vale -; il verde con verdure; poi quello col nero di seppia e gambero; il rosso con bietola, mandorla e Castelmagno; infine l’ultimo ha il ripieno di curcuma, pollo e… il liquido che arricchisce il piatto è salsa di soia con aceto e una goccia di olio piccante”.
Che piacere! Una meraviglia di fantasia e grande varietà di sapori. Piatto armonioso, bilanciato, pur nella sua composizione molto sfaccettata. Sapori inaspettati e inconsueti. Brave! mi riferisco alle due signore che poco prima li avevano preparati davanti a me, dietro il banco: impastavano una farina di ottima qualità (Marchio Petra Ndr), dando forma e sostanza all’impasto.
ROUJIAMO
Ma l’appetito vien passeggiando, recita il claim del locale. Quindi, quale miglior momento per assaggiare il Roujiamo, che mi viene portato prima di fare quattro passi. Partendo dal fondo della parola, ecco mo, che vuol dire “panino”, poi jia, che significa “da imbottire” e Rou che vuol significare “di carne”. Un panino croccante golosissimo che mi tiene compagnia piacevolmente tra le interessanti vetrine di via Andrea Doria!.

Roujiamo, street Food cinese. Credits Andrea Di Bella
Una specialità tipica della Cina, uno street food che assomiglia ad una sfogliatella, che nasce dal frumento, elemento base della preparazione, di cui la Cina è grande produttrice.
L’impasto è a base di farina di frumento, lievito, uova, acqua e olio di sesamo. Si cuoce al forno. Appena uscito dal forno si farcisce con maiale stufato o manzo.
Parola d’ordine è qualità: materie prime selezionate, grande energia, velocità nel servizio. ‘Il cibo è la strada più breve per viaggiare senza muoversi. Assapora la Cina, un morso alla volta…’’.
Una bella esperienza che ripeterò.