Il 23 e 24 giugno è in programma “Il Turismo dell’Olio nel Mediterraneo” che prevede al suo interno il primo Meeting Internazionale ReCOMed e l’Assemblea nazionale delle Città dell’Olio, la rete che riunisce più di 450 Comuni, Enti e Parchi italiani a vocazione olivicola
Matera diventa il palcoscenico dell’olivicoltura internazionale. Infatti il 23 e 24 giugno è in programma “Il Turismo dell’Olio nel Mediterraneo” all’interno del quale si svolgerà il primo Meeting Internazionale ReCOMed (la rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo: Italia, Grecia, Spagna, Marocco, Tunisia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Turchia e Portogallo) e l’Assemblea nazionale delle Città dell’Olio, la rete che riunisce più di 450 Comuni, Enti e Parchi italiani a vocazione olivicola.
Un evento prestigioso di respiro internazionale sostenuto dalla Regione Basilicata, a cui parteciperanno esperti da tutto il mondo per dare vita ad uno straordinario confronto tra i Paesi del Bacino del Mediterraneo sul turismo dell’olio. Nell’occasione, saranno presentate indagini di mercato e studi specifici sull’andamento di questo settore in espansione e alcune tra le migliori best practices dei Paesi presenti. Obiettivo del Meeting, è quello di individuare standard condivisibili sul turismo dell’olio per arrivare alla creazione di un vero e proprio “Club di prodotto EuroMediterraneo”.
Inoltre, alla premiazione delle migliori esperienze di oleoturismo italiane, è dedicato l’evento finale del Concorso Nazionale Turismo dell’Olio organizzato dall’Associazione nazionale delle Città dell’Olio. Una iniziativa, giunta alla sua terza edizione, nata per promuovere le migliori esperienze oleoturistiche italiane che dal prossimo anno si trasformerà nel primo Premio Nazionale sul turismo dell’olio.
L’oleoturismo in Italia è a una svolta
Il turismo dell’olio è ad una svolta vero l’autenticità. Ad evidenziarlo sono i dati del Rapporto 2023 sul turismo enogastronomico a cura della prof.ssa Roberta Garibaldi che indicano una crescita di interesse verso il rapporto con il produttore. I dati del Rapporto 2023 evidenziano che nel settore olio si evidenzia il maggiore gap tra l’interesse verso le esperienze e l’effettiva fruizione, segno della grande potenzialità ancora inespressa del settore. Si evidenzia una diversificazione delle esperienze piu gradite in base all’età: per gli over 55 prevale l’interesse per le esperienze più tradizionali tra quelle proposte dalle aziende del settore olivicolo. Tra i giovani tende ad aumentare l’interesse verso altri tipi di esperienze non prettamente turistiche, che escono dalla logica del “mordi e fuggi” e consentono, invece, di far emergere il vero legame tra l’olio e il suo territorio.
<<Le potenzialità di questo comparto, grazie alla sua storia secolare, al legame con il territorio e il paesaggio, alle proprietà benefiche del prodotto – ha spiegato Roberta Garibaldi esperta del settore e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – appaiono ampiamente inespresse. Nel recente passato, le strutture impegnate nell’olivicoltura hanno rinnovato le formule di incoming, con attività differenziate: oggi organizzano corsi di degustazione focalizzati sul prodotto da singoli cultivar, creano le Spa dove l’olio extravergine di oliva diventa la base dei trattamenti, coinvolgono il visitatore nella raccolta e nelle prime fasi di trasformazione dalle olive all’olio, fino ad arrivare alla vendita di piccoli lotti personalizzati per il cliente finale, dove in etichetta appare il suo nome e cognome oltre naturalmente ai riferimenti dell’azienda produttrice. La svolta appare interessante, ma quel che emerge dal Rapporto 2023 è la ricerca di autenticità, che si basa su un solido legame tra la produzione di olio extra vergine di oliva e la storia dell’azienda>>.
Perché un turista visita un oleificio
Come principale motivazione – secondo i dati del Rapporto 2023 – si conferma l’acquisto del prodotto “a un prezzo interessante”, indicata dal 72% del campione. Aumenta al 70% la percentuale di coloro che sono attratti dalla possibilità di degustare l’olio in abbinamento ai prodotti e ai cibi del territorio: il food paring nelle aziende produttive si evidenzia come uno dei trend dell’anno.
Altre potenziali esperienze come la visita di un frantoio storico (indicata dal 68%), l’itinerario a piedi tra ulivi secolari (64%), la scoperta di un’oleoteca (61%) o di un museo dell’olio (51%) continuano ad essere particolarmente apprezzate da parte del pubblico italiano così come l’esperienza in un centro benessere o SPA con trattamenti a base di olio extra vergine, in questo caso con una predilezione da parte della clientela femminile (56% vs 46%).
Rapporto personale con il produttore
La più evidente crescita l’ha avuta la ricerca del “rapporto personale con il produttore“. Infatti il 59% degli intervistati vorrebbe avere l’opportunità di incontrare e parlare con il proprietario dell’azienda, una percentuale superiore di dieci punti rispetto alla rilevazione del 2019. In evidenza anche il collegamento tra la produzione di olio e la storia della location collegata: il 66% del campione vorrebbe infatti poter visitare una dimora storica con un uliveto o un’orciaia, dato in piena linea con la tendenza della riscoperta degli antichi palazzi dove si pratica ancora oggi l’attività agricola.
Questi numeri evidenziano la trasformazione in atto da parte della domanda all’interno di un settore, quello dell’olio extra vergine, nel quale l’offerta turistica è in fase di sviluppo e di evoluzione. L’apertura alle visite è piuttosto recente, se confrontata con quella delle cantine, e molti visitatori non sono ancora a conoscenza del fatto che ci sia la possibilità di entrare in un oleificio per svolgere attività di diverso tipo e in simbiosi con la natura.
Michele Sonnessa: valorizzare sempre più la cultura olivicola
<< Da lucano – ha dichiarato Michele Sonnessa Presidente delle Città dell’Olio – sono orgoglioso che la mia Regione sia protagonista di un momento di condivisione e scambio così importante e che l’associazione Città dell’Olio che rappresento, ne sia il motore. La cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo sul tema della valorizzazione della cultura olivicola deve essere sempre più forte e concreta in quanto l’olivicoltura rappresenta un Patrimonio del Mediterraneo che dobbiamo difendere e promuovere esaltandone le origini storiche ed identitarie. Questo appuntamento, molto atteso anche dagli stakeholder del settore – ha proseguito il presidente Sonnessa – attuerà nuove iniziative – come il Premio Turismo dell’Olio – volte ad accrescere l’interesse dei consumatori del mondo sui valori ambientali, storici, salutistici, gastronomici e culturali di una coltura millenaria nella sua culla originaria: il Mediterraneo>>.
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