L’Intelligenza Artificiale (IA) sta diventando parte integrante della nostra vita. Sul tema, ecco i risultati (non definitivi) del Progetto SMaILE, che punta a favorire un utilizzo efficace degli strumenti dell’IA. La SMAILE APP per imparare e stimolare la creatività
Parliamo di Intelligenza Artificiale (IA), argomento non dei più immediati ma molto affascinante.
Partirei da un kolossal di fantascienza che nel 1968 Stanley Kubrick aveva prodotto e diretto, “2001: Odissea nello spazio”: ambientato in un “futuro prossimo”, toccava temi come l’identità, il destino della razza umana ed il ruolo della conoscenza. Era l’epoca in cui si cominciava a fantasticare del rapporto uomo-macchina.
Un team di astronauti e scienziati portano avanti una missione spaziale verso Giove, coordinati dall’Intelligenza Artificiale HAL 9000, il supercomputer di bordo programmato per non sbagliare mai e che, di fatto, detiene il pieno controllo di ogni singolo componente dell’astronave.
Gli astronauti della Discovery non conoscono il vero scopo della loro missione: è tutto nella mente di HAL. Questi, per una serie di eventi, ad un certo punto, mostra “sentimenti tipici dell’uomo”: ansia, paura, si ribella, soffre. Uccide il vicecomandante e alla fine viene disconnesso. David Bowman, l’astronauta protagonista, prenderà il sopravvento.
Dalla fantasia alla realtà: dovrebbe essere semplice ai giorni nostri. Il rapido sviluppo dell’IA ha il potenziale per sconvolgere in modo significativo i mercati del lavoro in tutto il mondo?. Uno studio recente di Goldman Sachs, “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth”, evidenzia come la capacità di generare contenuti in modo automizzato, cioè senza l’intervento umano, potrebbe portare ad un progresso significativo con effetti macroeconomici potenzialmente importanti (aumentando il PIL globale annuo del 7%, nei prossimi 10 anni). Questo grazie ai risparmi sul costo di alcune particolari tipologie di lavoro e ad una maggiore produttività per i lavoratori il cui impiego non può, al momento, essere sostituito dall’intelligenza artificiale.
Secondo lo studio, infatti, circa due terzi dei lavori attuali saranno esposti a un certo grado di automazione. Se lo sviluppo e l’uso dell’IA dovesse procedere secondo gli attuali ritmi, questo potrebbe anche portare alla sostituzione con sistemi di Intelligenza Artificiale di 300 milioni di lavoratori nel mondo, nei prossimi 10 anni. I settori che verranno maggiormente colpiti, secondo il report, saranno quelli amministrativo e legale, ma anche quello bancario e finanziario.
Un po’ minaccia, un po’ opportunità!
Ma l’umanità è preparata ad affrontare la futura (anche attuale) evoluzione digitale, che vedrà l’Intelligenza Artificiale protagonista nella nostra società? La scuola possiede gli strumenti adatti (insegnanti preparati, tecnologie, etc.) per formare intere classi di scolaresche su questo tema? Il “computer pensante” è un’opportunità o una minaccia?. Un altro grande passo dell’umanità di cui non si conoscono ancora appieno le regole e la durata, ma di cui si comprendono già l’enorme portata e il grande impatto sulla popolazione.
Attualmente, le competenze digitali, non solo quelle relative all’Intelligenza Artificiale, sono quasi completamente trascurate nei curricula degli studenti delle scuole italiane. Risulta quindi urgente portare l’IA in tali curricula sia come disciplina di studio (insieme a competenze più ampie di Informatica) sia come strumento pedagogico per migliorare la qualità e l’efficacia della stessa didattica. Questa sfida richiede l’introduzione di nuove metodologie sia per consentire ai giovani studenti di acquisire competenze digitali e consapevolezza dell’IA sia per migliorare l’esperienza di apprendimento attraverso un uso efficace dell’IA stessa.
Proviamo, allora, a guardare al presente, con un occhio al futuro. Presentiamo SMaILE, Simple Methods of Artificial Intelligence for Learning and Education, un progetto di ricerca diretto dal Politecnico di Torino in collaborazione con l’Università di Torino e la Royal Holloway University of London. Tale progetto è stato selezionato nell’ambito della prima edizione del bando “Intelligenza Artificiale” promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
CHE COS’È SMAILE
Un progetto che ha l’obiettivo di sviluppare una metodologia pedagogica innovativa per insegnare i principi dell’Intelligenza Artificiale. Per raggiungere questo obiettivo, SMAILE utilizza i codici della Teoria dei Giochi e le tecniche della Gamification (meccanismi tipici del videogioco) attraverso una metodologia educativa che massimizza il coinvolgimento delle giovani generazioni.
“Il team di lavoro del Progetto SMaILE è partito dal gioco – spiega il professor Giacomo Como, ricercatore presso il Politecnico di Torino -, coinvolgendo gli studenti di scuola elementare, media e superiore, ma il gioco si sarebbe potuto proporre anche agli adulti. Il gioco potrebbe essere uno strumento per avvicinarsi ad un pubblico ampio”.
“Tutti hanno risposto positivamente – osserva il professor Como – nel senso che hanno trovato molto interessante il fatto di essere ingaggiati nel gioco, senza conoscerne il concetto, e poi eruditi dagli esperti con le spiegazioni relative che chiariscono cosa c’è dietro quel gioco”.
“Per arrivare, in seguito, a lavorare, ad interagire con le macchine intelligenti – chiarisce – dobbiamo comprendere un po’ i principi di funzionamento di base… è chiaro che non tutti sono ingegneri, ma gli utilizzatori devono capire i principi che regolano un determinato comportamento della macchina, e per questo, gli stessi devono elevare il loro livello culturale, è una strada obbligata”.
IL TARGET DEL PROGETTO
- La Generazione Z, cioè i giovani nati tra il 1997 e il 2010, che non hanno conosciuto il mondo senza Internet, che privilegiano la velocità all’analisi approfondita
- I docenti delle scuole coinvolte dal progetto, la comunità scientifica (pedagoghi, psicologi, matematici, etc.), gli artisti creativi (creatori digitali, artisti visivi, direttori artistici, etc.), gli innovatori e gli esperti di tecnologie innovative (media, esperti di innovazione digitale, professionisti IT, etc.)
LA SMAILE APP
Nel contesto del progetto SMaILE, il gruppo guidato da Sara Bernardini, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale alla Royal Holloway University of London, ha creato un’applicazione mobile di edu-gaming che punta ad accostare i ragazzi all’IA grazie ad un percorso ludico-educativo in cui il giocatore, guidato da strumenti e motori di IA, è il protagonista nella costruzione di una SMAILE City sostenibile (city building). L’obiettivo di SMAILE App è quello di cambiare la percezione dell’IA: da scatola nera, una tecnologia oscura usata da tutti ma conosciuta solo da un’élite, a un potente strumento che i giovani possano sfruttare per esprimere la loro creatività e costruire attività e artefatti utili.
SMAILE App è scaricabile da App Store e Google Play per mobile e tablet e, al termine della fase di sperimentazione, sarà utilizzabile da tutti.
EMPAI (Empowering Artificial Intelligence)
Quali sono le capacità innate nei bambini e nei ragazzi che, se allenate, possono aiutare la comprensione di macchine e sistemi che manifestano comportamenti razionali? I professori dell’Università di Torino, Monica Bucciarelli del Dipartimento di Psicologia, e Matteo Baldoni del Dipartimento di Informatica, hanno sviluppato una piattaforma educativa ed attività ludiche di training che vada al di là dell’iniziale alfabetizzazione digitale, al fine di stimolare nei ragazzi le abilità logico-creative e l’acquisizione delle competenze di base dell’Intelligenza Artificiale. Sviluppare capacità di pensiero che contribuiscono all’apprendimento e alla comprensione: affrontare problemi, scomporli in pezzi risolvibili ed elaborare gli algoritmi per risolverli.
“Mi ritengo soddisfatto – conclude il professor Como – perché il progetto mi ha permesso di conoscere molte persone, luoghi, tante realtà che non conoscevo. Ho trovato un ambiente scolastico molto collaborativo, insegnanti meravigliosi che hanno dato un’energia e un entusiasmo incredibili e giovani studenti in grado di entusiasmarsi di argomenti che, giudicati complicati in partenza, hanno poi affrontato in un modo che non avrei mai immaginato”.
CONCLUSIONE
Il professor Stephen Hawking, uno dei più eminenti scienziati britannici, fra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, intervistato dalla BBC, nel 2014, si era così espresso, in proposito: “Lo sviluppo di un’intelligenza artificiale completa potrebbe significare la fine della razza umana“.
Invece, Astra Taylor, regista, scrittrice, attivista, ironica e pungente ha dichiarato che “Il problema non è l’ascesa delle macchine intelligenti, ma l’istupidimento dell’umanità”.
Un avvertimento e una constatazione: ormai, ci è rimasto poco tempo per riflettere, però.