Tra le diverse qualità coltivate in Italia, le lenticchie di Onano, piccolo paese in provincia di Viterbo è quella che può vantare un passato lungo e soprattutto, documentato.
Se ne parla infatti negli Statuti municipali del 1561, che comminano sanzioni per chi è trovato a danneggiare o rubare queste piante; altri documenti ne attestano l’importanza anche per le corti papali nei secoli successivi.
Ai primi del ‘900 la Lenticchia di Onano fu portata ad alcune esposizioni internazionali, tra cui l’Expò di Parigi aumentandone la notorietà, prima di un grande periodo di crisi dalla quale solo ora si sta riprendendo con la sua riscoperta in alcune piccolissime coltivazioni familiari e biologiche.
Lenticchie di Onano, quelle dei Papi
Le lenticchie di Onano, dette anche “le lenticchie dei Papi, hanno un colore scuro, con la superficie leggermente marmorizzata; sono di piccole dimensioni, di 3-6 millimetri, con una forma tondeggiante e appiattita.
La buccia è quasi inesistente e la pasta vellutata, fine e cremosa e tiene molto bene la cottura; cresce ottimamente nei terreni vulcanici, sabbiosi e leggeri, tipici di Onano, ideali per i legumi.
Vengono coltivate a circa 10 centimetri di profondità e sono raccolte manualmente, procedendo allo sradicamento completo della pianta.
Lenticchie di Onano, ottime per le zuppe invernali
Dolcissima e delicata, la lenticchia di Onano è ottima nelle minestre o nelle zuppe, lessate, in umido, e come contorno a numerosi piatti di carne o salumi, come il tradizionale cotechino o nei piatti a base di selvaggina.
Si abbinano a vini rossi giovani, profumati, morbidi e con buona persistenza gustativa.