Vermiglio, rubino o porpora e con le bolle; è il Lambrusco. Un calice di Lambrusco, inconfondibile ed estremamente versatile, è capace di soddisfare le esigenze del bere moderno e di mettere d’accordo quattro province: Modena, Mantova, Reggio Emilia e Parma sono unite indissolubilmente da questo vino-simbolo.
È un vino contemporaneo che si rivela adatto anche a chi fa della sostenibilità ambientale e della territorialità una filosofia di vita e di consumo.
L’ottava edizione di Lambrusco a Palazzo è alle porte e l’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po (MN), complesso monastico datato XI secolo, è già pronta ad accogliere i Lambruschi di eccellenza, l’Olimpo dei Lambruschi.
Il 6 e il 7 maggio, i chiostri dei Secolari e di San Simeone, location cadenzata e ritmata da archi e mattoni, sarà colorato da 180 etichette di Lambrusco in tutte le sue sfumature e sfaccettature, ideale sia per esperti che per appassionati.
L’evento è organizzato da ONAV Mantova e La Strada dei Vini e Sapori Mantovani con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, un sodalizio che unisce in un abbraccio cibo e vino della zona del mantovano, modenese, reggiano e parmense, culla del Lambrusco e di numerosi e gustosi prodotti tipici.
Non solo Lambrusco
Durante l’evento, infatti, sarà possibile assaggiare una specialità gastronomica d’eccellenza a cura della Pro Loco Teofilo Folengo: il salame cotto sotto la cenere, unico nel suo genere per armonia di sapori e modalità di cottura caratteristica.
Dopo tre anni di pausa, l’edizione del 2023 sarà un vero e proprio inno all’autenticità e alla naturalezza grazie anche all’area “Indigeno”, allestita nella sala del Capitolino, e dedicata all’assaggio di Lambruschi bio prodotti con lieviti spontanei autoctoni, provenienti dalle 4 province. Sono Lambruschi ancestrali, strettamente legati ai processi naturali di fermentazione, che danno vini diversi l’uno dall’altro e diversi da loro stessi di anno in anno.