Intagliare le zucche, svuotarle e illuminarle con una candela: questa tradizione affonda le sue origini nella leggenda irlandese di Jack o’ Lantern, il personaggio mitico che ha dato vita ai celebri festeggiamenti della notte di Halloween.
Come ogni storia, anche quella di Jack è passata attraverso diverse voci, ma inizia sempre con un fabbro avaro e ubriacone, che di notte in una taverna incontrò il diavolo. A causa della vita dissoluta, la sua anima era già destinata.
Gliela donò, ma grazie alla sua astuzia riuscì a farlo trasformare in una moneta dopo un’ultima bevuta; Jack la mise nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché il diavolo non potesse ritrasformarsi.
Per riavere in cambio la libertà, gli promise che non avrebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni: l’accordo andò a buon fine e Jack lo lasciò libero.
Trascorsi i dieci anni pattuiti, Satana gli si presentò nuovamente e prima di cedergli la sua anima, Jack formulò un ultimo desiderio: chiese di cogliere una mela da un albero. Pur di non farlo scendere, incise una croce sul tronco…
L’aveva truffato ancora e il diavolo quindi avrebbe dovuto risparmiargli la dannazione eterna.
Alla sua morte infine, a causa degli innumerevoli peccati, Jack fu rifiutato dal Paradiso, ma allo stesso modo, fu respinto dall’Inferno… Sarebbe stato costretto a trascorrere l’eternità come un’anima errante e tormentata, senza alcuna meta. Per illuminare la via, il diavolo gli lanciò un tizzone ardente, che Jack per far durare più a lungo mise all’interno di una rapa.
Halloween è il giorno nel quale va a caccia di un rifugio e gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare agli spiriti inquieti come il suo che la casa dei viventi non è posto per loro; allo stesso tempo, illuminano il cammino alle buone anime.
Dalla rapa si è passati alla zucca quando gli immigrati irlandesi e scozzesi, fuggiti dalle loro terre a causa della Grande Carestia del XIX secolo e giunti nel Meryland, non trovarono rape grandi a sufficienza per essere scavate; al contrario la terra abbondava di zucche, più grosse e facili da intagliare, che sembrarono un valido sostituto.
Dolcetto o scherzetto, cosa preparare ad Halloween?
Le feste legate a Ognissanti e Il Giorno dei Morti sono diventate via via sempre meno importanti, per lasciare il posto a celebrazioni svuotate del loro significato religioso e più protese verso il divertimento.
Negli USA e in Canada è tradizione diffusa tra i bambini, uscire di casa travestiti e chiedere dolciumi ai vicini con la celebre formula “trick-or-treat”.
Vengono riproposte ricette antichissime, come la Soul cake, “torte dell’anima”: protagoniste della notte del 31 ottobre, è il dono che i celti più abbienti facevano ai poveri in cambio della promessa di pregare per i loro morti. Si tratta di biscotti grandi speziati, presenti in tantissime varianti.
Qualsiasi sia la ricetta, fondamentale è la presenza delle spezie e l’uvetta nell’impasto, oltre alla croce incisa sopra ogni dolcetto prima di essere infornato.
Le Toffee Apples già presenti durante i falò e i rituali pagani del Samhain, sono un ingrediente essenziale di Halloween. La versione più golosa che non passa mai di moda è quella candita, ovvero ricoperta da uno spesso strato di zucchero caramellato croccante. Una sola regola: la mela deve essere rossa come il sangue.
La Pumpkin Pie è un piatto tipico del Giorno del Ringraziamento ma anche ad Halloween la torta di zucca – perfetta per recuperare la polpa di quelle usate per decorazione – non manca. Si compone di una base di pasta brisè, ripiena di zucca cotta e aromatizzata con cannella, chiodi di garofano e altre spezie.
Muffin alla zucca o anche cupcakes: insomma, qualsiasi dolce va bene purché a base di zucca. Fra le ricette più popolari, quella dei muffin, veloci e semplici da preparare, da aromatizzare con cannella o ricoprire con glassa all’arancia.
Naturalmente, spazio alla creatività macabra, anche nelle decorazioni.