A nord di Bergamo e Brescia, in Lombardia, si insinua tra il Gruppo dell’Adamello e le Alpi Orobie orientali, la Valcamonica, con 120mila abitanti dispiegati lungo i quasi 100 chilometri della valle, dal Passo del Tonale a nord, a Pisogne, sul lago d’Iseo a sud.
Abitata da oltre 10.000 anni, come testimonia la più alta concentrazione di incisioni rupestri d’Europa, è ricchissima di opere d’arte di tutte le epoche con numerosissime chiese, castelli, antichi borghi e palazzi signorili testimoni di un’epoca nella quale, grazie ai commerci ed alle produzioni per la Repubblica Veneta, questa valle era florida e ricca.
Magli, mulini, forni fusori, opere idrauliche e miniere testimoniano del duro lavoro delle genti camune, lavoro che si perpetua ancora oggi con le numerose attività artigianali di fondovalle.
La Valcamonica e la tradizione camuna
Il fiume Oglio scorre impetuoso da nord a sud lungo tutta la valle, sfociando nel piccolo lago d’Iseo; dal fondovalle si alzano le pendici ricche di foreste dove la natura ricca di flora, di fauna e di corsi d’acqua, che riforniscono un gigantesco sistema di laghi in grado di alimentare numerose centrali idroelettriche, è ancora rispettata padrona.
L’antichissima storia della Valle Camonica inizia con la fine dell’ultima glaciazione, circa 15.000 anni fa, quando il ghiacciaio, sciogliendosi, crea la vallata in cui si stanziarono gli antichi Camuni, che vi hanno lasciato oltre 300.000 incisioni, che fanno della Valcamonica il maggior centro d’arte rupestre in Europa, tanto che nel 1955 la Soprintendenza Archeologica della Lombardia vi istituisce a Capo di Ponte il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane.
Essendo in una posizione strategica per i traffici verso il nord, Etruschi e Romani prima, Venezia e Milano poi, nel medioevo, si contenderanno a lungo la Valle che infine passerà sotto il controllo della Serenissima, che portò pace e prosperità grazie al commercio, soprattutto del ferro, concedendo un governò quasi autonomo della Comunità di Valle Camonica.
Le discendenze camune della popolazione locale la si trova nei lavori che si sono sempre praticati, come la pastorizia, grazie anche alla grande disponibilità di territorio per gli alpeggi, nella lavorazione della lana e delle altre fibre tessili utilizzando fibre naturali, tinte con colori ricavati dai vegetali, il pesante lavoro nelle miniere di ferro della zona e la conseguente lavorazione del ferro, nelle fucine una volta, come quella d Bienno, ancor oggi in funzione, e nelle acciaierie poi.
La tradizione del legno
La tradizione camuna della lavorazione del legno ha prodotto nei secoli un notevole patrimonio artistico; la tecnica artistica dell’intaglio ha consentito la nascita di una scuola di artigianato artistico a Darfo perpetuando la tradizione.
La grande ricchezza d’acqua che caratterizza la Valcamonica ha permesso nei secoli la costruzione di diversi mulini lungo i corsi d’acqua, un tempo utilizzati per macinare il grano per tutta la popolazione; l’abitato di Bienno conserva ancora oggi un mulino azionato ad acqua risalente al 1400, con le pesanti macine in pietra che girano per trasformare in farina grano, mais e castagne.
I castagneti della Valcamonica
La farina di castagne, prodotta in grande quantità grazie ai numerosi castagneti della valle, ha sempre rappresentato per le popolazioni un elemento prezioso per la sopravvivenza delle famiglie nei freddi e lunghi inverni; oggi questo prodotto ha subito una profonda trasformazione, diventando da cibo della povera gente a prodotto d’elite, ricercato e celebrato con feste e sagre in ogni paese.
La parte alta delle montagne e delle vallate che da quella principale si dipartono è sempre stata adibita ad alpeggi per l’allevamento del bestiame e la pastorizia; è nata così anche una fiorente attività casearia che si è sviluppata fino a farsi conoscere ed apprezzare anche in territori ben lontani dalla Valle.
Oggi, oltre all’attività agricola, tra cui anche la produzione delle mele, c’è anche quella vinicola, praticata fin dall’antichità; dalle pendici dei monti e dal fondovalle si ottengono in prevalenza vini “Muller Thurgau”, “Incrocio Canzoni” e “Riesling Renano”tra i bianchi, “Merlot” e “Marzemino” tra i rossi; vi sono inoltre vitigni autoctoni, purtroppo in via di estinzione, “Valcamonec”, “Eribanno” e “Sebina”.
Notevole anche l’attività lattiero-casearia; tra i prodotti tipici della Valcamonica ci sono il formaggio Casolet, conosciuto ben oltre i confini della vallata ed il Cisva, prettamente locale.
Un’altra attività conosciuta e praticata fin dai tempi degli antichi Romani è quella termale, oggi particolarmente sviluppata e frequentata nei due stabilimenti di Angolo e a Darfo-Boario Terme, ma tutta l’attività turistica, sia estiva che invernale, negli ultimi decenni, ha un po’ rinnovato quello che fu l’antico splendore dell’epoca della Serenissima.