Chi non conosce la piadina romagnola, da tre anni anche prodotto Igp? E’ il vero prodotto identitario di questa parte della Regione, vera e propria ambasciatrice della Romagna nel mondo, conosciuta e apprezzata in ogni dove, tanto che il valore economico della piadina romagnola è poco distante dagli 80 milioni di euro.
Il turismo moderno della riviera adriatica romagnola ha rappresentato sicuramente un volano di traino formidabile per la sua “crescita”, ma molto hanno fatto anche i giovani che sono partiti per l’estero per studiare o lavorare, le varie associazioni di categoria e i consorzi di promozione turistica nei loro tour, la stessa Apt dell’Emilia-Romagna, Casa Artusi di Forlimpopoli e tanti, ma tanti altri soggetti pubblici e privati.
Nel territorio il ruolo dei tradizionali chioschi a bande verticali bianche e rosse, gialle, verdi o azzurre è fondamentale in chiave di promozione turistica, come lo è la qualità del prodotto offerto, la piadina con lo squacquerone e rucola, quella con i salumi, con la salsiccia e cipolla, con la nutella e le decine di altre varianti sempre apprezzate dai clienti locali e dai turisti italiani e stranieri che spesso, al momento della partenza, ne fanno scorta per il viaggio o per i giorni a venire.
Piadina romagnola, il Consorzio di tutela parte per l’estero
Anche il Consorzio di Promozione e Tutela della piadina romagnola è ora in procinto di partire lancia in resta per valorizzare il prodotto sui mercati esteri e precisamente in Germania e in Francia.
Il primo appuntamento è in programma in aprile a Francoforte con un evento rivolto a buyers e giornalisti; nello stesso periodo verrà attivata una campagna pubblicitaria sugli autobus della stessa città. A giugno sarà invece la volta di Parigi, con un evento dedicato alla stampa di settore ed ai buyer.
La grande vetrina del Cibus di Parma
L’attività del Consorzio di Promozione e Tutela della piadina romagnola non si limita comunque solamente al mercato europeo; a maggio sarà presente al Cibus di Parma, dove la piadina romagnola potrà essere degustata in chiave gourmet con la presenza nello stand del Consorzio dello chef stellato Alberto Faccani e la partecipazione delle Mariette di Casa Artusi.
Nello stesso periodo è stata pianificata una campagna di affissione con la piadina romagnola IGP sugli autobus di Parma e nei box luminosi della metropolitana di Milano.
Le cifre della piadina romagnola
In Italia complessivamente nell’anno in corso, o ovviamente la Romagna fa la parte del leone, sono state prodotte circa 45 mila tonnellate di piadina con un incremento del +7.1% sul 2016, così suddivise: 37mila tonnellate per la Grande distribuzione, 4000 nella ristorazione, 4000 nei chioschi. Di queste, 13.500 tonnellate sono IGP. Il valore alla produzione della piadina in generale (Igp e non) è di 70 milioni di euro nella Grande distribuzione, 7 milioni di euro nella ristorazione, non rilevato il dato dei chioschi.
Sul fronte della produzione la piadina IGP ha oltrepassato quota 40mila tonnellate; un dato rende l’idea della crescita esponenziale della piadina IGP: nel 2014 era 6.768 tonnellate, nel 2016 era 12.100 tonnellate, quest’anno 13.500.
La piadina romagnola Igp, il disciplinare
Sono quattro gli ingredienti base della piadina riconosciuti nel Disciplinare di tutela: farina di grano tenero; acqua; sale, fino ad un massimo di 25 grammi; grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi).
Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, la pasta dev’essere stesa attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. La cottura viene fatta su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti.
Per potersi fregiare dell’Igp la piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).