Natale, tempo di auguri, ma anche tempo di festa per lanciare nuovi vini sul mercato con cui brindare l’arrivo del nuovo anno. È il caso della Cantina L’Autin di Barge, a cavallo tra le province di Cuneo e di Torino, che lancia una Malvasia moscata.
È La Musca Bianca D’Lissart, un mosto parzialmente fermentato che copre un vuoto nella cantina del pinerolese.
Il vitigno è una Malvasia moscata: si presenta di un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli, ha un perlage fine e consistente; al naso manifesta tipiche caratteristiche varietali con miele e agrumi in risalto; al palato mostra freschezza, buone note minerali, effervescenza fine e persistente. Abbinamenti consigliati: dessert. Temperatura di servizio: 5 – 8°C.
Per presentarla alla stampa, Mauro Camusso, titolare della Cantina assieme alla figlia Elisa, hanno organizzato un cena presso il Ristorante Vin Bistrot di Moncalieri. In cucina Fabrizio Lamberti e Davide Valloni. In sala, Fabrizio è egregiamente coadiuvato da Linda, maître e sommelier AIS.
Un ricco menu creativo ha accompagnato i vini più simbolici della Cantina di Barge, dal Piemonte Doc Spumante Pinot nero Chardonnay Eli Pas dosé abbinati agli antipasti all’ Eli Brut Riserva. Con un Risotto al fieno, cervo al Nebbiolo è stato servito El Dolfo Pinerolese Doc Rosso.
A questo punto è entrato in scena La Musca Bianca D’Lissart con una serie di formaggi a latte crudo della Valli cuneesi. Prodotto da Malvasia moscata, il passito d’alta quota, vitigno autoctono, ha regalato sensazioni uniche nate da un’uva rara, quasi scomparsa, esaltata dal calore dell’appassimento, dove meno te l’aspetti. L’accostamento ai formaggi dà al naso intensità e profondità con note rilevanti di albicocca ed agrumi. Al gusto rimane pieno, caldo, dolce, mai stucchevole, equilibrato. L’affinamento è di circa un anno in piccole botti di rovere; così come la fermentazione. Un terzo del vino fermenta e riposa per un anno all’interno di una botte realizzata in pietra di Luserna.
“Sul nostro territorio i vini bianchi non sono quasi mai stati rappresentati – afferma Mauro Camusso -: Non possiamo scrivere in etichetta ‘Malvasia Moscata’ allora ‘Musca’ sta per moscata, in senso indiretto. E poi, ‘La Musca Bianca’ proprio perché noi siamo una cantina relativamente giovane e vogliamo sperimentare e innovare. Questo Passito è una scommessa”.
Prende la parola Gianfranco Cordero, enologo della Cantina: “In Italia esistono Malvasie a bacca bianca, aromatiche e non; a bacca rossa o rosata. La Malvasia moscata nella zona del pinerolese è sicuramente terreno di eccellenza, in piccole quantità. Quando si parla di vini aromatici, mi viene da pensare al Moscato. Questo contiene una sostanza, linalolo, che conferisce aromi ma anche una matrice amara. Nella Malvasia moscata questa nota amara scompare, rimane aromatica, però, con note più fruttate e dolci”.
“Abbiamo fatto vinificare la Malvasia – aggiunge – facendo gli appassimenti, lasciando i grappoli appesi e in cassetta fino a gennaio. Questa operazione fa ottenere un miele con peso del 60% circa in meno e quindi si passa ad un lungo periodo di fermentazione, mediamente 6 mesi, che poi si lascia affinare per ottenere quelle caratteristiche tipiche della varietà. Nel caso de ‘La Musca Bianca’ abbiamo voluto fare una vinificazione dolce, mantenendo in vendemmia il succo d’uva a zero alcool. L’uva appena pressata è stata poi subito refrigerata e mantenuta al riparo dai lieviti (a 0° C i lieviti non si sono sviluppati). In un secondo momento si è fatta una rifermentazione in autoclave per portarla a 5° alcolici. Il tutto diventa un mosto parzialmente fermentato. L’operazione finale, forse la più complicata, è dare al tutto la giusta dolcezza, l’acidità e il tenore alcolico: si chiama equilibrio”.
Buone Feste