È impossibile non lasciarsi rapire dalla storia di Bulichella, tanto più che l’origine della tenuta non è in Toscana, come sarebbe facile pensare, bensì nelle lontane terre del Sol Levante.
Una storia affascinante
Nel 1960 il 22enne Hideyuki Miyakawa parte in compagnia di un amico per un viaggio in motocicletta, dalla città natale di Maebashi alla scoperta del mondo. Dopo aver attraversato India, Pakistan e Persia, l’attuale Iran, nello stesso anno Hideyuki giunge a Roma, nel periodo in cui la capitale è in pieno fermento per i Giochi Olimpici. Trovandosi nella necessità di guadagnare i soldi per continuare il viaggio, grazie a una conoscenza interna all’Ambasciata Giapponese, Miyakawa trova lavoro come corrispondente estero per il giornale nazionale Mainichi Shinbun.
Nel novembre del 1960, Hideyuki si reca come inviato a Torino per il Salone dell’Automobile al parco del Valentino. In quell’occasione conosce e si innamora di Maria Luisa Bassano, studentessa che da lì a poco si sarebbe trasferita per un periodo di studio proprio in Giappone. Nel 1962 si sposano. Rientrati in Italia, Hideyuki consolida i rapporti con alcuni personaggi di riferimento del mondo del design automobilistico. Diventa socio di Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani, fondando nel 1968 la storica azienda Italstyling, che da lì a poco sarebbe diventata la storica azienda Italdesign. Negli anni collabora con il Team del settore delle corse motociclistiche Suzuki. Raggiunge il successo come imprenditore, contribuendo ad esportare il gusto del design automobilistico italiano in Giappone. Per tale motivo nel 2007 Hideyuki Miyakawa è stato insignito dell’onorificenza di Grande ufficiale ordine al merito della Repubblica Italiana dall’allora Presidente Giorgio Napolitano.
Bulichella: origine ed evoluzione
Il 1983 segna una prima svolta per la famiglia Miyakawa. Insieme ad altre tre famiglie concretizzano il desiderio di vivere come un unico nucleo familiare allargato, slegato dai tradizionali canoni sociali e immerso nella natura. Nasce così la Bulichella, nella campagna di Suvereto, in provincia di Livorno. Una scelta fuori dagli schemi ma estremamente consapevole, dettata dal bisogno di abbracciare ideali e stili di vita più lenti, semplici, genuini e rispettosi dell’ambiente e del tessuto sociale.
Nel 1992 Hydeyuki e Maria Luisa decidono di trasferirsi definitivamente da Torino a Suvereto e nel 1999 la famiglia Miyakawa rileva le quote degli altri soci diventando unica proprietaria della tenuta, con una conseguente e decisa svolta imprenditoriale orientata verso una produzione enologica di qualità.
Nel 2003, Maria Luisa Bassano purtroppo muore. Tempo dopo Hideyuki si risposa, continuando ad essere il punto di riferimento di una famiglia numerosa, con sette figli, tre adottati da India, Corea ed Italia, e quattordici nipoti.
La Tenuta
La Bulichella è fondata nel 1983 da quattro famiglie, tra cui la Miyakawa- Bassano. Fin dall’inizio, le famiglie di Bulichella adottano sistemi di coltivazione rispettosi dell’ambiente, tanto da essere definita la prima tenuta biologica della Toscana.
La svolta vera e propria verso l’agricoltura biologica avviene però negli anni ‘90, quando Hideyuki e Maria Luisa decidono di fare della viticoltura l’attività principale della tenuta. Ad oggi la Bulichella conta 42 ettari totali, di cui 14 vitati, 10 ettari dedicati all’olivicoltura con 1.600 piante dalle quali si ricava l’olio Extravergine di Oliva IGP Bulichella, un laghetto, un orto con frutteto, un piccolo bosco e un’area destinata all’attività agrituristica. Tutti i prodotti godono della Certificazione Biologica ICEA, che garantisce la qualità dell’intera filiera di lavorazione. L’energia elettrica della tenuta viene fornita principalmente da un impianto fotovoltaico.
Nel 1997 Hideyuki e Maria Luisa realizzano la nuova cantina, rinnovata nel 2001. Particolare attenzione è riservata al rinnovamento costante delle tecnologie e dei macchinari in cantina, anche se la vera e propria rivoluzione interessa la vigna. Dopo un periodo di sperimentazione Bulichella ha scelto i vigneti che oggi ne caratterizzano la produzione.
Per quanto riguarda i vitigni, l’unico a bacca bianca è il Vermentino, mentre per i rossi vi sono diversi tipi di vitigni internazionali: Syrah, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon e una piccola parte coltivata a Petit Verdot. Autoctono, invece, è il Sangiovese, coltivato sulla costa toscana, che in bottiglia esprime tutta l’influenza del mare sui grappoli. Essa dona al vino il giusto equilibrio tra struttura e acidità, con un risultato in bocca elegante e persistente.
Quantità limitate e un’importante attività di selezione delle uve sono scelte funzionali alla resa e qualità finale del vino. In questo modo è possibile prendersi cura di ogni singola pianta per interpretare le peculiarità dell’annata.
I colli vocati di Suvereto
Bulichella si trova a 2 km da Suvereto, in Val di Cornia, e da alcuni anni è stato inserito tra I borghi più belli d’Italia. Suvereto fa parte della “Strada del Vino Costa degli Etruschi” assieme alla Val di Cornia, Terratico di Bibbona, Montescudaio, Bolgheri, isola d’Elba. È il piccolo centro medioevale più a nord della Maremma, confina con Bolgheri ed è situato nell’entroterra di Piombino. Il suo nome deriva dal latino suber che significa sughero, che nella zona viene chiamato infatti “suvero”. In questo suggestivo angolo della provincia di Livorno, tra le colline che si affacciano sul Mar Tirreno, l’isola d’Elba e il vicino Montepeloso, le vigne di Bulichella godono di un duplice effetto climatico.
L’area è pertanto particolarmente vocata alla produzione della vite grazie alla composizione dei terreni ricchi di minerali e al clima mediterraneo, caldo ma allo stesso tempo ventilato. In questo terroir i vitigni bordolesi Cabernet Sauvignon e Merlot insieme al tipico Sangiovese trovano le condizioni ideali per raggiungere massimi livelli di eccellenza. A contraddistinguere in particolare i vitigni della zona sono l’eleganza e l’equilibro nel finale.
La denominazione Suvereto DOCG è stata riconosciuta nel 2011 e la base ampelografica è limitata all’utilizzo di un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot in proporzioni variabili e di tre varianti da monovitigni con un minimo dell’85% per il Suvereto Cabernet Sauvignon DOCG,
Suvereto Merlot DOCG e Suvereto Sangiovese DOCG. Un ruolo importante per il riconoscimento della DOCG è stato interpretato proprio da Hideyuki Miyakawa, ex presidente del Consorzio dei vini DOC della Val di Cornia, che si è battuto per la DOCG, ottenuta nel 2011.
Il vino di Bulichella e le etichette parlanti
L’azienda dal 2018 ha iniziato un nuovo percorso di restyling delle etichette in una chiave più vicina al sentire della tenuta di oggi. Realizzate con tecnica mista, sono il frutto della collaborazione tra lo scenografo Francesco Sala e due nipoti di Hydeyuki, Orso e Nicolò Miyakawa.
Sono state definite “etichette parlanti” perché raccontano graficamente la famiglia, l’amore, la passione per la natura e per il territorio che contraddistinguono da sempre Bulichella. A renderle ancora più particolari e uniche sono alcuni dettagli che richiamano le passioni di Hideyuki, tra cui il mondo dei motori e Napoleone Bonaparte.