Agli italiani il consumo di pesce piace, tanto che ne mangiano sempre di più, arrivando fino a 25 chili a testa in media, con prospettive di crescita nell’immediato futuro.
Se n’è discusso nel corso di un convegno alcuni giorni fa, organizzata dal dipartimento pesca di Legacoop Agroalimentare all’Eataly di Roma Ostiense: “La filiera ittica tra sfide e innovazione”, dove sono stati presentati i dati di fonte Iri, Eurispes, Ismea, Nielsen.
Consumo di pesce, in Italia almeno sei volte al mese
Gli italiani, in media, consumano pesce sei volte al mese, contro le 15 di frutta, le 14 di verdura e le 9 di legumi; consumi meno significativi per salumi, carni avicunicole e uova (7 volte al mese ognuno), carni bovine (6) e carne suina (5).
Dei 25 chili di pesce a testa consumato in media dagli abitanti del Balpaese, la maggior parte viene acquistata negli ipermercati e supermercati, mentre sono in contrazione gli hard discount e i canali tradizionali.
Grigliato, lessato, in umido o anche crudo, agli italiani il pesce piace, tanto che le vendite superano di un buon 2,5-3% la media europea; i criteri di scelta sono quelli classici: la freschezza prima di tutto, poi il prezzo, la sicurezza, la provenienza italiana e locale, la fiducia riposta nel venditore, il sapore atteso e la zona di pesca o di allevamento.
Consumo di pesce, si preferisce quello fresco
La preferenza nell’acquisto del pesce va a quello fresco e al decongelato sfuso e confezionato, cui seguono le conserve e semi-conserve confezionate, il congelato/surgelato confezionato, il congelato sfuso e il secco, salato e affumicato sia sfuso che confezionato.
Secondo i dati presentati al convegno, ben 7 italiani su 10 ritengono di doverne consumare ancora di più perché fa bene alla salute, altri 6 perché piace, 4 su 10 perché sono convinti di mangiarne troppo poco.
Il mercato del pesce in Italia oggi vale il 3% del fatturato complessivo del settore food&beverage, ma che ha interessanti potenzialità di crescita; tutti i sondaggi prevedono che nei prossimi 2-3 anni lo si consumerà non meno di 7 volte al mese, con incremento paragonabile a quello del consumo di legumi, mentre sarà in calo il consumo di salumi, carne bovina e carne suina, seguendo la tendenza di uno stile di vita più salutista di questi ultimi anni.