Inalpi e InLab Solutions presentano a Moretta il progetto: “Agire in allevamento per un futuro sostenibile”, con l’obiettivo primario di ridurre i “gas serra” in atmosfera. Hanno partecipato i protagonisti della Filiera del Latte: gli interventi.
Negli ultimi anni l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti dell’impatto ambientale delle pratiche agricole e zootecniche è considerevolmente aumentato.
Tutti abbiamo l’obbligo di lasciare in eredità alle nuove generazioni un Pianeta in buona salute, capace di sostenere la vita loro e delle future generazioni, associato, però, anche a quello della trasmissione di un’eredità culturale che include la tradizione agro-alimentare italiana.
Partendo da questi principi, Inalpi e InLab Solutions hanno presentato, a Moretta (Cuneo) il progetto “Agire in allevamento per un futuro sostenibile”, con l’obiettivo primario di ridurre i “gas serra” in atmosfera.
È stato Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi, ad aprire la mattinata dei lavori dedicata alla presentazione del progetto strategico che coinvolge l’intera filiera del latte. Tema: ridurre i gas serra emessi in atmosfera nell’allevamento zootecnico, per un futuro sostenibile.
E il presidente esordisce con: “Vola solo chi osa farlo”, una frase tratta da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“, di Luis Sepulveda, che invita a riflettere sul coraggio, in una vita animata da ideali.
L’incontro, organizzato presso InLab Solutions – centro di controllo analisi e R&D Inalpi SpA – a Moretta, ha visto la partecipazione, oltre al presidente Inalpi, di Jean Pierre Studer, Ad di InLab; del Professor Erminio Trevisi, direttore del Dipartimento di Scienze Animali, Alimentazione e Nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza; di Marcello Ermido Chiodini di SOP; di Gabriele Crosetto, Alessandra Tropini e Marcello Pellegrino di Compral e di Marco Protopapa, Assessore all’agricoltura, cibo, caccia e pesca della Regione Piemonte.
“Questo è un incontro che abbiamo fortemente voluto, perché riteniamo fondamentale condividere l’importanza di questo progetto – sottolinea Ambrogio Invernizzi -. Inalpi ha raggiunto la certificazione ‘carbon footprint’ e ‘water footprint’ di stabilimento, che sancisce un punto di partenza. Per i consumi dell’acqua abbiamo avviato un processo di recupero e riteniamo che il prossimo anno si possa raggiungere l’obiettivo di ‘zero sprechi’, mentre attraverso la costruzione del biodigestore ricicliamo il letame per produrre biogas. Nella filiera, come dimostrano evidenze scientifiche, l’80% delle emissioni di carbonio arriva dalle stalle, si è deciso, quindi, di avviare una sperimentazione, con misurazioni oggettive, su tutta la ‘Filiera del Latte’, al fine di ridurre le emissioni enteriche”.
“Da sempre, conosciamo il valore intrinseco di una materia prima come il latte e le sue caratteristiche nutrizionali, aggiunge il presidente, ma si verifica spesso un elevato clamore mediatico che riguarda le impronte di carbonio della filiera e noi vogliamo rispondere a certe accuse con l’innovazione tecnologica, con lo studio, con la ricerca, al fine di mantenere la bontà del latte come Natura ce l’ha dato”.
Un’altra voce importante viene da Jean Pierre Studer di Inlab Solutions. “Lavoreremo sullo studio delle principali fonti di emissione – spiega – in partnership con alcune aziende, attraverso una reale attività sul campo, in particolare con Marcello Ermido Chiodini di SOP (Save Our Planet), Gabriele Crosetto di Compral sottoposti al giudizio super partes del professor Erminio Trevisi, che analizzerà i dati della sperimentazione. Andremo infatti a valutare gli interventi sulle fermentazioni enteriche che rappresentano la maggiore causa di emissione, attraverso la somministrazione di integratori nell’alimentazione per valutare la riduzione delle emissioni giornaliere. Ma valuteremo anche interventi nella fase di stoccaggio dei reflui zootecnici, durante la quale vengono prodotti ammoniaca, metano e sostanze odorigene, attraverso trattamenti con appositi prodotti che ne riducono le emissioni. Ed, infine, si vuole ridurre la quantità di concimazioni necessarie per la coltivazione di alimenti zootecnici”.
Il professor Erminio Trevisi presenta alcune problematiche legate alla sostenibilità del comparto agro-zootecnico in Italia e gli interventi che si possono mettere in campo per aumentare la sostenibilità ambientale della Filiera del Latte.
“Il nostro compito sarà quello di accompagnare le varie attività che verranno svolte, in base alle specifiche competenze che l’Università ha in questo campo. Occorre ampliare il discorso sul tema della sostenibilità per non tralasciare pezzi importanti o enfatizzare troppo alcuni argomenti. Sono 4 gli aspetti che bisogna analizzare per garantire uno Sviluppo Sostenibile corretto: per primo quello Ecologico; infatti per garantire la Salute del Pianeta il sistema Agro-alimentare deve minimizzare l’impatto sull’ambiente. Ancora, l’aspetto Etico, cioè rispettare tutte le componenti, umana, benessere animale, sistema naturale. Successivamente l’aspetto Nutrizionale-Sanitario, cioè alimenti (vegetali e animali) sani, disponibili e sicuri per garantire salute umana (One Health). Infine, l’aspetto Economico, l’impresa deve realizzare un Profitto Minimo e garantire ai lavoratori salario equo e sicurezza”.
Infine il professor Trevisi ha voluto rimarcare il processo di circolarità per un Allevamento Sostenibile: MENO IMPATTI PIÙ RISORSE.
“Dobbiamo sapere utilizzare bene le deiezioni animali, sottolinea il professore, così come si fa nei Paese poverissimi, magari con integrazioni di concimi di sintesi, al fine di mantenere la corretta sostanza organica nel terreno e mantenere così i nostri terreni fertili. Dobbiamo rendere il ciclo estremamente virtuoso. E poi, grande attenzione alla qualità degli alimenti; solo con ottimi foraggi si arriva ad un’ottima produzione di latte in termini quanti-qualitativi. Un altro elemento che porta ad un’ottimizzazione del processo sostenibile è la ‘sensoristica’, che può monitorare da remoto e in tempo reale i parametri ambientali dei locali di stabulazione, tra cui la concentrazione degli inquinanti, oltre alla misurazione dei consumi energetici, idrici e dei mangimi”
Alessandra Tropini e Marcello Pellegrino di Compral hanno inoltre affermato come “il coinvolgimento in questo progetto sia un ulteriore passo avanti in un percorso che la Filiera corta e controllata sta portando avanti sin dai suoi inizi, attraverso la sottoscrizione di un protocollo che coinvolge ogni singolo conferitore e che da sempre ha tra i propri pilastri l’attenzione all’impatto ambientale. Oggi, a 13 anni dalla sua nascita, la filiera vede il coinvolgimento di molti giovani che hanno deciso di rimanere all’interno delle aziende familiari per proseguire l’attività, un grande risultato questo che si affianca all’adesione da parte dei conferitori a progetti di riduzione delle emissioni a conferma di un profondo e convinto interesse per la tutela ambientale e il miglioramento della sostenibilità”.
In chiusura dei lavori, ha preso la parola l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa: “Dopo quattro anni molto difficili, dichiara, è davvero una grande soddisfazione partecipare a un incontro come quello di oggi, che deve servire da monito e da stimolo per la politica. È di questi giorni la condivisione politica per approvare un piano che riguarda la regolamentazione di stoccaggio e spandimento delle deiezioni bovine. Il progetto di Inalpi è quindi quanto mai attuale. Questo progetto aggiunge valore a una filiera importante del nostro territorio, perché, oltre alla qualità della materia prima, si occupa di un tema essenziale qual è il benessere del pianeta”.