Nata quando il fenomeno del vino etneo non era ancora esploso, Contrade dell’Etna continua a rappresentare uno degli appuntamenti vitivinicoli più attesi sulla “Montagna”.
Per questa edizione, la manifestazione torna dall’11 al 13 maggio a Castiglione di Sicilia: un mese dopo rispetto agli altri anni per andare incontro alle richieste delle cantine in ottica metereologica.
Sono passati 15 anni quando il sogno del produttore Andrea Franchetti divenne realtà: ricreare il rituale dell’en primeur anche sull’Etna. Alla sua morte, il testimone è passato ad un’agenzia privata di Messina, la Crew e in particolare a Raffaella Schirò e Massimo Nicotra, con la collaborazione di Sergio Cimmino.
L’evoluzione del sogno di Franchetti
«Abbiamo acquisito il brand 5 anni fa direttamente da Franchetti che è mancato successivamente – ricorda Raffaella Schirò – Da quel momento per noi, che già ci occupavamo di eventi e progetti, Contrade è diventato l’evento centrale, a cui lavoriamo per tutto l’anno, cercando ad ogni edizione di alzare l’asticella».
Ma cosa è rimasto del sogno di Franchetti? «Contrade nasce come la festa delle cantine e quello spirito resta intatto – risponde l’organizzatrice – Mantenere questa impronta rurale era la nostra priorità. Una delle sue caratteristiche è l’aspetto inclusivo e trasversale: spazi uguali per tutti, dalla cantina più piccola a quella più prestigiosa. A questa esigenza, però, si è aggiunta quella di restare al passo con i tempi e con la crescita del fenomeno Etna. Da qui l’idea di aggiungere la giornata del sabato dedicata a convegni e masterclass. Per quanto riguarda la location abbiamo pensato ad un luogo accogliente e abbastanza capiente – Picciolo Etna Golf Resort di Rovittello (Castiglione di Sicilia) – ma mai avremmo snaturato la manifestazione andando in un ambiente fieristico: niente neon, muri o soffitti, solo l’Etna che ci sovrasta e che resta al centro dell’evento».
Invito aperto al Consorzio della Doc per collaborare
Se Contrade dell’Etna è stata la prima grande manifestazione sul vulcano, nel tempo ne sono arrivate altre, tra cui Etna Days gestita dal Consorzio della Doc. E proprio il vicepresidente dell’ente consortile Seby Costanzo in una recente intervista al Gambero Rosso aveva dichiarato come Contrade dell’Etna fosse «una manifestazione efficace soprattutto per i piccoli produttori» ma che nonostante gli sforzi del Consorzio non ci fosse mai «stato verso di condividerla con il Consorzio». In realtà, risponde Schirò: «L’ente di tutela della Doc non ha mai voluto affiancarci, tanto che, nonostante la nostra richiesta non ci ha mai concesso neppure il patrocinio gratuito e questo ci è molto dispiaciuto. Anzi, ne approfittiamo per rinnovare il nostro invito: noi siamo aperti a collaborare, anche perché più si fa rete più si lavora meglio. Il fatto che siano nate altre manifestazioni dopo Contrade è una buona notizia per il territorio, ma sicuramente lavorando assieme vinceremmo tutti».
Una convergenza tra i due eventi sarà, dunque, possibile in futuro? Così si augurano anche alcuni produttori.
Intanto, il Consorzio ha già annunciato che è al lavoro per rafforzare Etna Days, evento fino ad ora rivolto più ad un pubblico estero, ma che con la nuova data a settembre, aprirà anche alla stampa nazionale per diventare nel tempo una vera anteprima della denominazione. E chissà se in futuro si potrà pensare ad una convergenza.
Conferenza sul cambiamento climatico
Intanto, per questa 15esima edizione di Contrade dell’Etna sono stati scelti due temi centrali che verranno affrontati in due convegni previsti per il sabato mattina: cambiamenti climatici a cura del metereologo Paolo Corazzo ed enoturismo a cura del giornalista Fabrizio Carrera. «Il tema del cambiamento climatico è molto sentito dia produttori etnei. Basta vedere i dati produttivi che nella scorsa annata sono stati in flessione a causa del clima. Proprio a causa dei quantitativi in calo, quest’anno all’evento ci sarà una defezione del 10% delle cantine partecipanti», spiega Schirò che sottolinea come la partecipazione delle aziende si attesterà su una novantina rispetto alle 100 dello scorso anno. Non si sbilancia, invece, sulle presenze di pubblico. Lo scorso anno la manifestazione aveva chiuso con 8mila presenze.
Se sabato sarà la giornata dedicata ai convegni e alle masterclass – ben quattro quest’anno tenute da Pietro Russo, master of wine italiano, da Cristina Mercuri e da Federico Latteri – domenica i cancelli del resort si apriranno agli appassionati, mentre lunedì sarà il giorno dedicato all’Horeca.
di Loredana Sottile by Gambero Rosso