Cos’è la Daunia? Geograficamente è quella parte della Puglia situata all’estremo nord della regione, grosso modo coincidente con la provincia di Foggia, che prende il nome appunto dai Dauni, antica popolazione italica che fu sempre fiera abitante della regione anche dopo che qui comparvero le legioni romane.
La Daunia ovvero la Puglia che pochi conoscono
Ma se la Daunia è una, non possono non notarsi delle differenze: da un lato il Gargano e la zona litoranea, con le località modaiole di villeggiatura, al centro il Tavoliere delle Puglie, enorme distesa a uso agricolo, e all’estremo occidente, al confine col Molise, i Monti Dauni. E sono proprio i Monti Dauni, con i loro borghi, le loro tradizioni, la loro natura selvaggia, il loro contesto autentico, a rappresentare quella “Puglia che non ti aspetti” da contrapporre idealmente alla “Puglia che ti piglia”, le destinazioni à la page che vanno dal già menzionato Gargano al tarantino all’ultra-inflazionato Salento.
In Daunia il turismo è slow e sostenibile
Una parte della Puglia, la Daunia, che quindi nella sua frazione montuosa – la parte più elevata della regione – offre un tipo di turismo nuovo, più slow, più sostenibile e più verace, adatto tanto alle famiglie quanto ai lupi solitari, a cavallo tra arte, ambiente, folklore e l’immarcescibile enogastronomia.
La tradizione della processione di Sant’Alberto vescovo
Emblema assoluto di questo mix irresistibile è senza dubbio la celebrazione religiosa che ogni anno, il 16 maggio, viene dedicata a Sant’Alberto, che fu vescovo di Montecorvino dal 1059 al 1127 e che, si dice, nel 1889 fece cessare una lunga siccità dopo essere stato portato in processione agli antichi luoghi del suo ministero.
Da allora, tutti gli anni, la statua del santo – il cui patronato è conteso dai paesi limitrofi con sano spirito campanilistico – viene portata dalla cittadina di Pietra Montecorvino lungo un percorso di 7 kilometri sino al colle su cui sorgeva l’antico borgo di Montecorvino, spopolatosi nel tardo medioevo e poi distrutto completamente nel 1456 da un terremoto che salvò solo il perimetro della cattedrale e una torre normanna oggi nota come “sedia del diavolo”.
E’ tradizione che l’effigie di Sant’Alberto venga preceduta nel suo percorso da enormi tronchi di legno detti palii sorretti dai fedeli e a cui vengono fissati, sempre secondo l’uso locale, gli scialli delle donne del paese offerti come ex voto: una volta raggiunta la sommità del colle e celebrata la messa nei ruderi della cattedrale, i fedeli, che partecipano sempre numerosissimi in segno del forte attaccamento che ancora permane, si abbandonano a libagioni e abbondanti pranzi al sacco. Generalmente il pomeriggio poi piove.
Volturino, il borgo più alto
Come base per il vostro tour sui Monti Dauni potete scegliere Volturino: con i suoi 735 metri di altitudine, che in alcuni punti arrivano a 874, è il luogo più in quota della Puglia, cosa che dovrebbe garantirvi clima fresco e notti riposanti. Dalle terrazze panoramiche del borgo si può ammirare uno splendido colpo d’occhio del Tavoliere e, nei giorni giusti, lo sguardo può spaziare anche fino alle Isole Tremiti e al Monte Vulture.
Borgo d’impianto tipicamente medievale, Volturino è, assieme a Pietra e Motta, uno dei tre insediamenti in cui tra il XII e il XIII secolo si stabilirono via via gli abitanti di Montecorvino: prova della sua importanza sono i numerosi edifici religiosi, tra cui la Chiesa Madre di San Domenico e la chiesetta di San Francesco, e il palazzo baronale, già proprietà degli Orsini, che con le sue forme sobrie domina la piazza centrale. Caratteristiche sono le “rue”, gradinate laterali che si aprono sul corso principale per spezzare le folate di vento, che a quella quota sono particolarmente frequenti.
Un relais ricco di storia
Anche se non mancano gli alberghi, il consiglio è di soggiornare in uno dei numerosi bed & breakfast della zona, che garantiscono formule flessibili e famigliari senza rinunciare a comfort e charm, come il caso del Relais San Marco, ricavato da un’antica dimora gentilizia del XIX secolo e riportato al suo antico splendore, mediante la trasformazione in struttura ricettiva, grazie anche ai fondi del GAL Meridaunia.
Le sue sei stanze da letto, una diversa dall’altra, sono ricche di fascino e di eleganza, mentre sulla terrazza panoramica si può godere la più bella prima colazione con vista della zona e nella sala degustazione al piano inferiore si possono scoprire le eccellenze enogastronomiche locali.
Arte, natura, sport: in Daunia si può fare di tutto
A questo punto potete scegliere voi se dedicarvi alla cultura visitando le bellezze architettoniche e le vestigia archeologiche di cui le località circostanti sono ricche, oppure buttarvi sull’attività fisica – trekking, mountain bike – profittando dei tanti percorsi approntati nella zona, o ancora dedicarvi all’orienteering, che praticato in un contesto tutto scalinate e saliscendi è tutt’altro che uno sport riposante.
Orienteering ad Alberona, la rocca dei Templari
Come ad Alberona, splendido borgo un tempo fortezza dei Cavalieri Templari, di cui rimangono tracce nella chiesa (più simile a una moschea) e nella Torre del Priore, e dopo la loro soppressione nel 1312 passata agli Ospitalieri di San Giovanni, meglio noti come Cavalieri di Malta.
Tra le viuzze di Alberona, le sue panchine trasformate in libri di poesie recanti i versi degli autori locali, le sue chiese nascoste e la sua raccolta di reperti antichi, scoprirete veramente l’essenza ancestrale di questa terra. Una terra che guarda anche alla sostenibilità visto che proprio ad Alberona è sul punto di prendere il via un innovativo progetto di sharing di monopattini elettrici e bici a pedalata assistita per poter girare il territorio rispettando l’ambiente.
Le bellezze normanne di Pietramontecorvino
Inutile dire che gli affamati di antiche vestigia troveranno pane per i loro denti da queste parti: come a Pietramontecorvino, che oltre a essere il punto di partenza della processione di Sant’Alberto ne ospita la chiesa madre nelle sue forme di gotico mediterraneo, così simile al tardo-romanico. Perdetevi nelle viuzze del borgo medievale che attorniano il tempio, e poi salite all’attiguo Palazzo Ducale, già possesso dei Montalto di Tocco, pascetevi dei suggestivi giardini pensili, e poi ascendete ancora, fino alla cima della Torre Normanna, spettacolare mastio di oltre 25 metri di altezza dalla cui sommità godrete di un panorama mozzafiato.
Lucera: dai romani agli angioini passando per lo stupor mundi
Oppure portatevi a Lucera, la città dai tre volti: quello romano, che ritroverete nello splendido anfiteatro e nel santuario di Atena, quello svevo, che vide Lucera tra le città predilette dell’Imperatore Federico II che qui vi eresse un suo palazzo e insediò una nutrita colonia di saraceni, sue guardie personali e invisi al papato con cui era in lotta, e quello angioino, che dopo la “reazione” guelfa seguita alla caduta degli Hohenstaufen e allo sterminio della comunità islamica, lasciò a testimonianza il Duomo eretto nelle austere forme caratteristiche del gotico provenzale, poi rimaneggiato nel periodo barocco e riportato in seguito all’originaria semplicità.
Fu, fino al 1806, capoluogo e centro principale della Capitanata, come attestato dal bel Palazzo di Giustizia settecentesco e dai numerosi palazzi gentilizi, per poi passare gradualmente la mano a Foggia.
Avete appetito? Ecco le specialità locali
E naturalmente tutto questo girare vi avrà fatto venire appetito. Nessun problema, perché sui Monti della Daunia la cucina tradizionale pugliese si sposa magnificamente con i prodotti peculiari del territorio: ecco quindi che alle verdure di stagione, alle carni cotte alla brace, ai latticini, alla pasta fatta in casa, si affiancano, a seconda del periodo dell’anno, erbe spontanee, funghi, tartufi, asparagi selvatici, saporiti insaccati.
Gli antipasti e le paste fresche
Generalmente già la batteria degli antipasti potrà sembrare un pasto completo: oltre alle verdure e ai legumi preparati nelle maniere più varie – particolarmente caratteristici i lampascioni – non potranno mancare piatti di ispirazione povera come la bruschetta con acquasale o il pancotto, sempre conditi con l’eccellente Olio EVO Dauno DOP, mentre le paste tradizionali come orecchiette, troccoli o cavatelli, realizzate col grano duro o con il grano arso, da queste parti si condiscono con il ragù della domenica, fatto con le braciole che andranno a costituire la seconda portata, e con il cacioricotta stagionato, oppure con le erbe locali, le cime di rapa, gli asparagi selvatici, i funghi cardoncelli.
Per chi ama i sapori forti
Le carni, prevalentemente ovine e bovine, si cuociono perlopiù alla brace e non rifuggono dal ricorso alle frattaglie, a cominciare dai turcinidd’, i torcinelli, involtini realizzati con gli intestini dell’agnello, ripieni di aromi e arrostiti sul fuoco. Immane il panorama dei formaggi e dei salumi: tra i primi si spazia dalla freschezza di ricotte, burrate e nodini al carattere austero di pecorini e caciocavalli di lunga stagionatura, mentre nei secondi spiccano capocolli, soppressate, prosciutti e salsicce che nulla hanno a invidiare a tradizioni norcine più celebrate.
Dove andare a mangiare?
Per fare una degna scorpacciata di specialità del territorio non avrete che l’imbarazzo della scelta: al Ristorante La Balconata di Volturino, dove vino e carni sono autoprodotti nell’azienda di famiglia, non perdete la ricca serie degli antipasti, i salumi tipici, ma anche le orecchiette con salsiccia e funghi, le ‘sagne al forno e l’eccellente costata ai ferri, mentre da Liberato ad Alberona non mancate di assaggiare la tradizionale e confortevole minestra di cime di rapa e fagioli e la pancia di maiale cotta a bassa temperatura con la giardiniera dell’orto.
Ambiente più formale invece da Coquus a Lucera: sotto volte in pietra a vista a due passi dal Duomo, serviti in sala da Ambra, bella e brava, gusterete la cucina dello chef Mirko Esposito, che dopo entusiasmanti antipasti – perfetta la frittura del fiore di zucca e del baccalà in pastella di nero di seppia – vi farà provare l’ebbrezza degli autentici troccoli col ragù domenicale seguiti dalle immancabili braciole al sugo.
I vini del territorio
E per innaffiare il tutto l’enologia dauna sarà prodiga di proposte: certo non mancheranno i vini rossi di gran corpo, come il Cacc’e Mmitte di Lucera o il Nero di Troia, che qui viene anche vinificato in rosé con risultati eccellenti, ma potrete approcciarvi anche a vini bianchi da uve autoctone o internazionali, spesso spumantizzati con grande successo e ottimi come aperitivo, per poi chiudere il lauto pasto con i liquori tradizionali, dal celebre limoncello a più complessi elisir a base di alloro o di melograno.
La Daunia vi aspetta
Arte, folklore, natura, sapori tipici e un’accoglienza che è in continua crescita, questi sono i punti di forza dei Monti della Daunia, una terra che benché poco conosciuta ha tutti i numeri, magari proseguendo sullo sviluppo dei servizi turistici, per diventare una delle mete cool del prossimo decennio in Puglia e in tutta l’Italia meridionale.