Si è tenuta ad inizio maggio l’assemblea, per via telematica, dell’Unione Europea sulle Geoscienze (EGU), dov’è stato presentato a 15000 scienziati internazionali anche il Soilution System, l’innovativo progetto del Consorzio Tutela del Soave e del Recioto di Soave.
Bellezza e fragilità sono i due termini che possono ben definire le colline del Soave, inalterate da centinaia di anni nella loro devozione alla pratica viticola, ma nello stesso tempo soggette ai cambiamenti di un clima sempre più estremo.
La ricerca di soluzioni che permettano di mantenere intatta l’interazione tra la pratica agricola e l’ecosistema collinare sono state alla base del progetto di ricerca iniziato nel 2019 dal Consorzio del Soave insieme al Consorzio del Lessini Durello, l’Università di Padova, WBA (World Biodiversity Association), AGREA, il Consorzio di Bonifica dell’Alta Pianura Veneta e IRECOOP Veneto, oltre ad alcune aziende agricole del territorio.
Soilution System, un progetto triennale
Il progetto ha una durata complessiva di 3 anni e sebbene alcune attività sono state sospese, altre stanno proseguendo con decisione e la divulgazione dei risultati è una di queste.
L’EGU (European Geosciences Union) organizza ogni anno a Vienna un’assemblea che coinvolge più di 15 mila scienziati da tutto il mondo per parlare di tematiche riguardanti il suolo, la terra, il clima.
A causa di Covid-19, quest’anno l’evento è stato organizzato online ed ogni presentazione è stata resa disponibile in formato open-access e chiunque può scaricare e consultare il materiale presentato.
«Soilution System è stato selezionato tra le presentazioni più interessanti, grazie alla portata innovativa del progetto – ha spiegato il Prof. Paolo Tarolli dell’Università di Padova, coordinatore scientifico del progetto – il lavoro effettuato nell’ultimo anno è stato quindi presentato in una sessione dedicata in questo importante momento di confronto con il mondo scientifico. L’Italia e il Veneto si confermano ancora una volta all’avanguardia sui progetti di ricerca dedicati allo studio del paesaggio e del territorio, e effettuare questo lavoro in un Patrimonio Agricolo Globale, preservato dalla FAO per la sua unicità, dà al tutto una valenza di ancora più prestigio»
Il progetto ha visto l’impiego di droni per la creazione di modelli 3D ad alta risoluzione di vigneti situati in aree a forte pendenza, al fine di una migliore comprensione dei processi di instabilità come erosione e frane. Queste informazioni migliorate mediante un monitoraggio effettuato a terra dei fenomeni di dissesto, ha dato modo di costruire una “mappa dell’erosione” di alcuni versanti collinari permettendo quindi di segnalare interventi preventivi al dissesto stesso.