Grappa Libarna nasce nel territorio del Piemonte dei distillati, partendo dai suoi celebri e pregiati vitigni. Una gamma di 4 grappe premium prodotte secondo le antiche tradizioni, ispirate dal mito della vite. Gli abbinamenti con la pasticceria tipica piemontese.
La forma della storica bottiglia, allungata con un anello, della Grappa Libarna ricorda i capitelli delle colonne romane. Partiamo da qui per parlare di un brand che trova nel Piemonte il luogo d’elezione naturale, e in questo lembo di terra di confine con la Liguria il legame vero e proprio col territorio.
Il nome, Libarna, rende omaggio all’omonimo insediamento romano presente a Serravalle Scrivia (Alessandria), dove mi trovo. Da qui trova ispirazione anche la forma della storica bottiglia, nata nel 1906 nell’antica Distilleria Gambarotta (fondata a Novi Ligure nel 1832).
Attingendo dal mito e dai resti di un mosaico conservato nella città romana di Libarna, nasce la storia e l’immagine di una storia plurisecolare, quello della grappa: Ambrosia, inseguita da Licurgo, innamorato non ricambiato, venne da quest’ultimo afferrata ed uccisa, ma grazie a Dioniso la ninfa si trasforma in vite e i suoi tralci soffocheranno il re.
Un filo conduttore che lega la grappa alla mitologia, a un territorio.
Grappa Libarna è oggi un fiore all’occhiello della collezione “I Liquori della Tradizione Italiana”. Di recente, è stata, inoltre, iscritta nel Registro Speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale.
Grappa Libarna è un brand di Gruppo Montenegro e si presenta sul mercato con una gamma di quattro grappe premium: Grappa Bianca Cristallo, Grappa di Moscato Barricata, Grappa di Barbera e Dolcetto Riserva e Grappa di Barolo Riserva.
“Grappa Libarna – afferma Gianluca Monaco, Marketing & New Businesses Director di Gruppo Montenegro – esprime al meglio la forte vocazione distillatoria del Piemonte, esaltandone l’alta qualità e il metodo artigianale. Partendo da questi capisaldi, abbiamo valorizzato la tradizione puntando su quattro grappe premium dalla personalità ben definita e adatte a diversi tipi di palato, che si contraddistinguono per un’immagine unica, in grado di esprimere l’inconfondibile “stile italiano”. Per i prossimi anni l’obiettivo sarà rafforzare la nostra presenza sul mercato, lavorando sull’allargamento della distribuzione, soprattutto nel canale Moderno, dove abbiamo recentemente chiuso un accordo con una delle principali catene italiane del settore”.
GLI ABBINAMENTI COI DOLCI TIPICI
E allora andiamo a degustare le quattro espressioni di Grappa Libarna abbinate alla tradizionale e deliziosa pasticceria piemontese, presentata, per l’occasione da due esperti del settore come Clara e Gigi Padovani ed interpretata da Sara Tosto, pastry chef del ristorante Villa La Bollina di Serravalle Scrivia, sulla collina vitata sopra Libarna, a due passi da Gavi.
Abbinamenti intriganti fatti da storie e curiosità tutte da scoprire. Conduce la degustazione Matteo Bonoli, R&D Manager di Gruppo Montenegro.
Grappa Bianca Cristallo e Gianduiotto
Si distingue per la grande trasparenza e brillantezza. Il primo sentore che arriva è quello del Moscato, dell’uvetta appassita, scorza candita di agrume. Al gusto si ritrova molto delicata, lascia la bocca pulitissima. Il matrimonio col gianduiotto, così battezzato durante il Carnevale sabaudo, prendendo spunto dalla maschera torinese, Gianduia, Gioan d’la duja (Giovanni del boccale), è ideale.
Grappa di Moscato Barricata e Bignole
Sentori di miele e fiori gialli arrivano subito al naso. Invecchiata per 12 mesi in barrique di rovere, presenta un gusto dolce e aromatico, con note di albicocca essiccata, canditi di agrumi, uva moscato e spezie. Quella decisa nota di legno finale la fa accoppiare felicemente con una bignola alla crema di zabaione e una con crema di chantilly aromatizzata alla vaniglia.
Storie e leggende si accavallano attorno all’origine dello zabaione: creazione di un cuoco di Casa Savoia nel XVI secolo o invenzione di un frate spagnolo del Terz’Ordine dei Francescani, tale Pasquale de Bayon, poi proclamato Santo (“San Bayon”, appunto), oggi patrono dei Cuochi italiani, o nome legato a Giovanni Paolo Baglioni, capitano di ventura del 1500, storpiato in Zvàn Bajòun, che fece preparare una bevanda per le sue truppe a corto di viveri durante un assedio?
Grappa di Barbera e Dolcetto Riserva e Baci di Dama
Dal colore ambrato tenue, all’olfatto è armonica con note di vaniglia e legno e al gusto sprigiona sentori, derivanti dal legno, di vaniglia e nocciola. L’accostamento coi Baci di Dama è quasi naturale. Queste calottine di pasta frolla (di mandorla e/o nocciola, zucchero, farina e burro, unite da una goccia di cioccolato) creano in bocca un’armonia straordinaria, gradevolissima. “Biscottini fini, ai fiori d’arancio, accoppiati”: così li definiva Giovanni Vialardi, sous-chef e capo pasticciere a Palazzo Reale di Torino nell’Ottocento. Un abbinamento romantico direi.
Grappa di Barolo Riserva e Bônet
Da sole vinacce di uve Nebbiolo provenienti dalle Langhe del Barolo, invecchiamento di almeno 18 mesi, 12 dei quali in tonneaux e gli altri 6 in barrique di rovere francese, è un distillato nobile, dal carattere complesso.
Aristocratico, dalle note floreali e di frutta secca, piacevole in bocca, restituisce accenni speziati e flagranze tipiche del vitigno d’origine.
L’abbinamento lo accosta al bônet, il dolce delle occasioni speciali. Da gustare al cucchiaio, viene preparato con amaretti sbriciolati. L’origine del nome? Dal nome del berretto maschile tipico piemontese a mo di basco o legato al fatto che il cappello è l’ultimo indumento indossato prima di lasciare una residenza, così come il bônet costituisce l’ultima portata del pasto delle feste?
Decidete voi, io chiudo con questa abbinata fantastica. Dimenticavo! Qui, al Ristorante Tracce di Villa La Bollina, il bônet è stato servito sotto forma di pralina, in versione gourmet. Applausi per tutti. L’armonia regna sovrana.